Benvenuta Maria Sole Caputi

Finisce con Maria Sole Caputi il tempo del calcio al femminile sbeffeggiato, di allenatrici e telecroniste ‘relegate’ nei confini di genere.

Maria Sole Caputi
Articolo di Luciano Scateni15/08/2022

Qua e là razzisti, tenacemente maschilisti gli sport di più ampia popolarità: il calcio, specialmente, ma non meno il tennis. Con l’eccezione del fenomeno di Serena Williams, che da molti anni strapazza ogni avversaria, solo di recente lo sport di Pietrangeli e Panatta, ora di Sinner e Berrettini racconta di giocatori e giocatrici con la pelle scura.

L’incredibile paradosso spetta alle becere tifoserie, soprattutto del nord, che insultano atleti di eccelso livello come Lukaku, Koulibaly e fingono di non sapere che senza questi campioni il calcio sarebbe meno spettacolare, meno atletico.

Il ‘la’ per riparlarne, si deve a Maria Sole Ferrieri Caputi. Sarà lei la prima arbitra a dirigere una partita della seria A. Brava, autorevole si farà sicuramente rispettare anche dai più irascibili maschi in calzoncini e maglietta, dagli allenatori intemperanti e c’è da augurarsi che il cretino ultra, che urla oscenità, impari a trattenersi da insulti da trivio. Finisce con Maria Sole il tempo del calcio al femminile sbeffeggiato, di allenatrici e telecroniste ‘relegate’ nei confini di genere. L’esordio della Caputi avviene per riconosciuto merito. Nessuna concessione par condicio.

Al Mondiale in Qatar saranno tre le donne a fischiare: la bravissima francese Stephanie Frappart, la rwandese Salima Mukansanga e la giapponese Yoshimi Yamashita. Via così…anche lo sport è rivoluzione culturale spinta a grandi cambiamenti dalle battaglie femministe.

Più di un affare di Stato, della drammatica antitesi siccità-alluvioni, più della pandemia, del gioco al massacro della guerra Russia-Ucraina, la cronaca, beh, certo, la specialistica del calcio, in crisi di eventi di partite vere giocate per pausa estiva, si è tuffata sulla ‘rivoluzione’ (rivoluzione?) che niente meno cambia un dettaglio delle regole di gioco dell’off side, del fuori gioco. I media piombano in picchiata sulla notizia del secolo. “Achtung arbitri, giocatori, tifosi, addetti al Var, i soloni che governano il calcio sic dixunt: ecco l’‘abissale’ modifica.

Finora un tocco del difensore imponeva all’arbitro di non fischiarlo (tutto chiaro?). D’ora in poi anche se un avversario dell’attaccante colpisce il pallone, il fuori gioco persiste e l’arbitro lo punisce. Capite l’entità dell’inedita interpretazione? Lo scopo non nascosto? Evitare che si gli attaccanti colpiscano di proposito un difensore per segnare in posizione non consentita dal regolamento!

Di fronte a così acuta investigazione, chapeau, lodi a chi ha inventato la variazione sul tema. E però, fondamentale è la volontarietà del ‘tocco’ del difensore: deliberato o semplice deviazione? Essere o non essere? Se voluto non c’è fuori gioco, se deviato sì. Cari tifosi e arbitri, speravate che fosse una modifica chiara?  Macché è di nuovo delegato tutto alla discrezionalità degli arbitri a contestazioni e sospetti di favoritismi a questo, a quello. 

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