Il tackle nel deserto: la Francia è in finale, ma non ha ricambi
La Francia non è arrivata in finale con supplementari sulle spalle, non è alle prese con il logorio fisico, ma non ha a disposizione ricambi di livello nel caso in cui si mettesse male contro gli argentini.
©️ “FRANCIA” – FOTO MOSCA
La Francia non ha ricambi di livello. Ce n’eravamo accorti contro la Tunisia, quando a qualificazione ottenuta, Deschamps decise di mandare in campo le seconde linee, che giocarono male, perdendo. Eppure quella poteva e doveva essere la partita per mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte, che invece ha deciso, saggiamente, di affidarsi agli stessi undici della formazione base.
Fateci caso: contro l’Inghilterra Deschamps ha cambiato un solo uomo durante la partita (Coman per Dembelé), e ieri due. Senza Rabiot e Upamecano ha dovuto dare fiducia a Konate e Fofana, non certo dello stesso spessore. E’ vero la Francia non arriva in finale con supplementari sulle spalle, non è alle prese con il logorio fisico, ma non ha a disposizione soluzioni alternative nel caso in cui si mettesse male contro gli argentini. Non si tratta di una crisi di talenti, ma Deschamps ha dovuto rinunciare prima della kermesse agli infortunati N’Golo Kanté e Pogba, ovvero il cemento armato della kermesse di 4 anni fa, poi ha perso per strada sia Lucas Hernandez che Benzema, e ha lasciato a casa Nkunku e Mendy, due pedine molto importanti per lo scacchiere transalpino.
E’ vero, ieri Kolo Muani ha chiuso l’incontro con il Marocco, ma è stato più un gol fortunoso che una giocata da fuoriclasse, e Thuram jr non ha i numeri di Giroud. Konate non mi è apparso un fulmine di guerra e Fofana ha offerto molto meno rispetto a Rabiot. E’ invece cresciuto, e parecchio, Tchouameni, il ragazzo che ha una calamita tra i piedi, abile a recuperare palloni così come nelle ripartenze. La “cura Ancelotti” sta funzionando davvero bene. Ottimo anche Griezmann, che lontano da Simeone ha ritrovato quella classe che sembrava smarrita.