Serie C, girone C meridionale: la situazione
È stato un mese di gennaio di frustrazioni continue per il campionato di Serie C girone C meridionale, con un calendario dei match proseguito a singhiozzo per via della famosa quarta ondata che ha investito nuovamente il nostro ennesimo tentativo di ritornare ad una presunta quanto agognata normalità apparente.
È stato un mese di gennaio di frustrazioni continue per il campionato di Serie C girone C meridionale, con un calendario dei match proseguito a singhiozzo per via della famosa quarta ondata che ha investito nuovamente il nostro ennesimo tentativo di ritornare ad una presunta quanto agognata normalità apparente.
Dopo la giornata di campionato del 22 dicembre 2021, la seconda di ritorno per un girone C di Lega Pro già arrivato al giro di boa, il rientro sui campi previsto era fissato subito dopo la consueta pausa natalizia invernale. E, invece, abbiamo corso il serio rischio di veder passare davanti ai nostri occhi tutto il mese di gennaio del nuovo anno senza la benché minima speranza di ammirare i nostri beniamini di Serie C, né tantomeno di assistere allo spettacolo unico delle tifoserie sugli spalti.
Fortunatamente, il 23 gennaio scorso, le situazioni di positività al Covid-19 che attanagliavano diverse squadre di Lega Pro è andata attenuandosi, permettendo la ripartenza della stagione calcistica.
Bari-Catania
La capolista Bari ha dato un esempio di come dirigere nuovamente a favore del calcio tutte le attenzioni di un ambiente depresso da due anni di virologi, green pass e altri vocaboli ridondanti entrati, ahimè, nel nostro linguaggio. Un 3-3 scoppiettante contro il Catania – ancora a rischio fallimento e già penalizzato – ha davvero riconciliato i tifosi con il bel gioco. Dopo la sosta forzata, il risultato tra le due squadre è stato il miglior biglietto da visita per ridestare l’interesse dell’opinione pubblica verso il girone meridionale di Serie C. A timbrare il cartellino per i galletti pugliesi, come ormai da consuetudine da inizio stagione, l’inossidabile Mirco Antenucci, autore di una doppietta che dimostra quanto l’attaccante molisano sia una sentenza in una categoria in cui il suo talento è ancora un lusso nonostante le 38 primavere non siano molto lontane. La sfida contro quello che un tempo è stato il suo Catania, ha visto Antenucci di fronte al capocannoniere finora incontrastato del girone C Luca Moro, dispensatore di gol a grappoli poco più che ventenne e già rubato alla concorrenza estiva da un Sassuolo sempre lungimirante quanto sente odore di talento made in Italy. La società del mai dimenticato mister Mapei Squinzi ha investito una cifra vicina ai 5 milioni di Euro per convincere il Padova, proprietario del cartellino di Moro, alla cessione dell’attaccante girato in prestito agli etnei fino a giugno 2022 prima di raggiungere la Serie A.
Scorrendo la classifica dei bomber del girone C di Lega Pro, dietro ai già citati Moro ed Antenucci, i protagonisti offensivi di questo campionato rispondono ai nomi di Alexis Ferrante e Matteo Brunori, appaiati a quota 12 gol e protagonisti di due squadre, Foggia e Palermo, che stanno attraversando momenti diametralmente opposti.
I satanelli rossoneri non sono ancora riusciti a portare a casa i 3 punti in questo 2022, inanellando un filotto di risultati negativi quasi sempre contro squadre di bassa classifica. L’origine del brutto periodo dei foggiani è forse da ricercare nel caos societario scoppiato a fine gennaio dopo la pesante sconfitta subita contro il Latina (1-3) tra le mura amiche. L’allontanamento del ds Pavone e il paventato addio di Zeman, binomio indissolubile fin dai tempi del Foggia delle meraviglie in Serie A, aveva provocato lo sconforto generale nell’ambiente, salvo poi assistere a un dietrofront generale di tutte le parti in gioco, sugellato dalla firma sul prolungamento di contratto di Zeman e di tutto lo staff tecnico, Pavone compreso. Il sereno sembra essere tornato dalle parti dello Zaccheria, anche se la situazione di classifica del Foggia è ancora deficitaria e lontana dalle aspettative sempre alte dei tifosi locali.
Brunori, al contrario, è il trascinatore offensivo di una squadra che si sta ben comportando in un campionato pieno zeppo di piazze importanti e con fame di rivincita, di cui fa parte a pieno titolo il Palermo. La guida tecnica è stata affidata ad un allenatore che risponde al nome di Silvio Baldini, anni di esperienza in palcoscenici più altisonanti della Lega Pro, a riprova delle ambizioni playoff dichiarate dei rosanero, spinti forse anche dal ricordo del mai banale presidente Zamparini, venuto a mancare troppo presto dal mondo del calcio.
L’Avellino di Maniero
Spostando ora lo sguardo nello specifico verso le squadre campane di Serie C, non si può fare a meno di parlare dell’Avellino e del suo attaccante-boa Riccardo Maniero, altro giocatore che ha calcato per anni la cadetteria, esperienza preziosa quindi al servizio dei lupi irpini. I biancoverdi allenati da una volpe della panchina di nome Piero Braglia sono, come da previsione, in piena lotta playoff promozione occupando il secondo posto in graduatoria a pari merito con il Catanzaro, quest’ultima l’unica squadra in grado di battere Maniero e company dalla ripresa del campionato ad oggi.
La sconfitta di recente maturata nel capoluogo calabrese (0-2) ha alimentato un po’ di nervosismo nell’ambiente irpino, per nulla nascosto dal tecnico Braglia, visto il modo in cui sembra essersi scagliato inspiegabilmente contro un giornalista nel post-partita. L’ambiente ha ben presto voltato pagina grazie al successo nell’ultima giornata contro il Monterosi, matricola terribile e avversario scomodo per molte big di questo campionato. I tifosi, però, si aspettano qualcosa in più dal grande colpo di mercato estivo, Antonio Di Gaudio, ala che ha fatto le fortune della favola Carpi e dell’ultima versione del Parma in Serie A tanto per intenderci. I lupi biancoverdi ora sono in piena corsa gomito a gomito con il Catanzaro non solo per il secondo posto, ma anche per una rimonta che avrebbe dell’incredibile ai danni del Bari, in lieve declino nonostante sia l’unica vera squadra che può perdere la promozione diretta.
La Turris di mister Caneo
A 60 km di distanza, un’altra realtà campana che sta facendo vedere ottime cose in campionato è la Turris, anche se viene da tre sconfitte consecutive di cui una allo stadio Liguori di Torre del Greco. Nonostante non abbia forse un organico da promozione in Serie B, mister Caneo ha spinto i suoi giocatori a gettare il cuore oltre l’ostacolo tanto da trovarsi in zona playoff subito a ridosso delle grandi favorite del girone C. Il leader offensivo in casa Turris risponde al nome di Luca Giannone, attaccante giramondo che sembra aver trovato la sua pace interiore nella città alle pendici del Vesuvio, come dimostrano i 10 gol già messi a segno a questo punto della stagione. La società ha pensato bene di assicurare a dovere anche la difesa con un acquisto importante nel mercato invernale da poco concluso come Andrea Sbraga, arrivato in prestito dall’Avellino. Al difensore centrale, con alle spalle un curriculum decennale in Serie C, si chiede di diventare il perno della retroguardia di una Turris che vuole continuare a sorprendere tutti.
Appena fuori dalla zona spareggi per la Serie cadetta figura la Juve Stabia, compagine campana di grande tradizione nel panorama professionistico italiano.
Da gennaio ad oggi il campionato delle vespe di Castellammare è proseguito sulle medesime note della prima parte di stagione, con un andamento ondivago fatto di vittorie autorevoli soprattutto contro squadre di pari valore o leggermente inferiori, mentre contro le “grandi” del girone gli stabiesi hanno sofferto sia in casa che fuori, rimediando debacle che hanno spento un po’ le speranze di alta classifica. Eppure, basta dare un’occhiata all’organico dei gialloblù per capire come sia stato allestito un giusto mix di giovani talenti accanto a mostri sacri della categoria. Uno su tutti il leggendario Felice Evacuo, una carriera spesa per buona parte nella sua terra natìa, la Campania, tra Benevento, Avellino ed ora Juve Stabia, forse l’ultimo club prima di appendere gli scarpini al chiodo senza però rinunciare alla sua voglia infinita di divertirsi ed esultare sui campi di calcio nemmeno alla soglia degli anta. L’artiglieria d’esperienza degli stabiesi risponde anche al nome di Guido Davì a centrocampo e di Accursio Bentivegna in attacco, entrambi cresciuti nel Palermo, ma sbocciati lontani dalla Sicilia. Davì, in particolare, è tornato a più riprese nel cuore del centrocampo gialloblù nel corso della sua carriera spesa tra Serie B e C. L’ambizione di restare aggrappati fino alla fine alla zona playoff con le unghie e con il cuore è anche nelle mani di difensori di categoria superiore come Denis Tonucci e Magnus Troest. Il danese ha trovato per anni il suo habitat ideale in Serie B e proprio dal torneo cadetto è sceso in Lega Pro con la Juve Stabia, restando una garanzia della retroguardia delle vespe che vogliono tornare presto in palcoscenici più importanti.
Paganese, obiettivo salvezza
A completare il quadro delle campane di C la Paganese di mister Grassadonia, alle prese con una situazione di classifica sempre critica e sul filo dei playout, ma che ha rivisto la luce in fondo al tunnel con la vittoria ottenuta qualche giorno fa contro il Campobasso, una diretta rivale per la salvezza. Dopo una lunga serie di risultati negativi senza aver mai gioito per i 3 punti da due mesi a questa parte, il successo contro i lupi molisani è arrivata grazie a una prestazione di sostanza più che spettacolare degli azzurrostellati e al supporto imprescindibile del tifo di casa, persino riduttivo definirlo determinante visto che la Paganese ha ottenuto tutte le vittorie del suo campionato solo entro i confini dello Stadio Torre. Come per Evacuo della Juve Stabia, la Serie C non conosce più segreti nemmeno per Gigi Castaldo o meglio Castaldovic, così come è stato ribattezzato negli anni d’oro ad Avellino per via della somiglianza fisica e tecnica – il rischio di blasfemia è dietro l’angolo – con Ibrahimovic. Coetaneo di Evacuo, Castaldo vuole togliere da guai peggiori la sua Paganese portandola lontano una volta per tutte dalla pericolosa palude playout in cui ha stagnato per buona parte della stagione. Un contributo importante dovrebbe arrivare anche dai gol di Marco Firenze e Abou Diop, l’ex stellina senegalese del Torino, senza dimenticare l’apporto già incisivo di un giovane di cui si dice un gran bene, il centrocampista offensivo Carmine Cretella, classe 2002 arrivato dal vivaio napoletano e già in rampa di lancio verso club più importanti, anche esteri. L’estro del talentino campano si è visto proprio nell’ultima di campionato contro il Campobasso, vittima malcapitata del gol rimonta di Cretella, giusto mix di classe e sacrificio come dimostrano anche i suoi recuperi difensivi preziosi per un club all’ultima chiamata per uno scudetto di nome salvezza.