Esclusiva – De Sisti: “Il Napoli non può mollare. Con la Roma gara equilibrata”

Sport del Sud ha raggiunto Giancarlo De Sisti, campione d'Europa con l'Italia nel '68 e bandiera di Roma e Fiorentina, per parlare del doppio scontro che ha visto e vedrà impegnato il Napoli contro le sue due ex squadre.

Articolo di Luca Paesano16/04/2022

Giancarlo De Sisti ha vissuto un’intera carriera a metà tra due squadre: la Roma e la Fiorentina. In un ventennio di calcio giocato e quasi 500 gettoni in Serie A, “Picchio”, che in romanesco significa “trottola”, ha messo in bacheca uno scudetto e una Coppa Italia con la Viola, un’altra Coppa Italia con i giallorossi e, soprattutto, un Europeo con l’Italia nel 1968. Rapido e scattante, De Sisti fu tra i protagonisti che consentirono alla Nazionale di trionfare per la prima volta, ed unica fino a Euro2020, in campo continentale.

Sorte ha voluto che Fiorentina e Roma, le sue due ex squadre, siano state assegnate al destino del Napoli per la 32esima e la 33esima giornata di campionato. Due snodi fondamentali in un momento cruciale della stagione, in cui gli azzurri si giocano lo scudetto, mentre i viola e i giallorossi un posto in Europa. Sport del Sud ha raggiunto proprio Giancarlo De Sisti per commentare il bivio di fronte al quale si trova la formazione di Spalletti, uscita perdente contro l’undici di Italiano e con un risultato ancora da scrivere contro quello di Mourinho.

Giancarlo, a poche giornate dalla fine è ancora tutto aperto, sia per lo scudetto che per i posti in Europa. Cosa ne pensa del campionato in corso?

“È sicuramente più interessante, visto che è finita, almeno temporaneamente, l’egemonia della Juventus che aveva condizionato con largo anticipo tutti gli altri campionati. Sono tornate alla ribalta alcune squadre di prestigio. L’Inter era già risalita la scorsa stagione, c’è anche il Milan e soprattutto c’è il Napoli, che è una straordinaria realtà. Ed è ancora lì nonostante gli infortuni, la Coppa d’Africa e altri problemi”.

Partiamo dalla Viola: che ne pensa della gara di domenica? Si aspettava una vittoria al Maradona?

“Oggettivamente no. Si affrontavano una squadra che sta combattendo per il primo posto e un’altra che, se tutto va bene, arriva in Europa League. È normale che il pronostico vada in favore di chi è più su in classifica. Il Napoli è una squadra che può contare su molte risorse. Poi, è chiaro, capita di poter sbagliare. L’eccesso è aver perso”.

La Fiorentina ha fatto comunque un’ottima partita…

“Che la Fiorentina giocasse bene lo si sapeva. Poi possiamo dire che si sono combinate delle situazioni interamente positive per la squadra di Italiano che hanno fatto sì che ne uscisse quel risultato. Ad esempio, quella conclusione di Ikonè che passa in mezzo alle gambe del difensore è una combinazione: bastano 3 centimetri più in là o più in qua e quel pallone non passa. Certe volte basta veramente poco per cambiare gli esiti delle partite. Ho visto, però, che con il proseguimento della gara l’aspetto psicologico è andato un pochino a scemare, perché se il Napoli va a tutto gas non si fa di certo comandare dalla Fiorentina”.

Crede che la sconfitta tagli le gambe al Napoli per la corsa scudetto oppure, secondo lei, si può ancora sperare? Le favorite restano comunque le due milanesi?

“La sconfitta è stata pesantina. La partita va analizzata nella sua interezza tra cose buone e cose meno buone. Si è vista comunque la vitalità di Osimhen che era al rientro dopo la squalifica, anche se non mi è sembrato proprio al massimo. Nonostante ciò, è riuscito comunque a trainare e a timbrare il cartellino. Cosa che ha fatto anche Mertens, del quale secondo me abbiamo perso troppo presto le tracce in un contesto di proiezioni napoletane che aveva visto il belga dominare la scena offensiva negli ultimi anni. Per quanto riguarda lo scudetto, è chiaro che il Napoli non può mollare proprio ora. Deve assolutamente rimettersi in piedi e riprendere la marcia. Anche perché poi ci sono pochissimi punti a dividere le squadre di testa. Se analizziamo il contesto di forze manifestate dall’inizio di questo campionato, per me il Napoli meriterebbe di essere almeno a pari punti con la prima. E se non ci fossero state quelle due gare casalinghe… (Empoli e Spezia, ndr) È stata una disgrazia perderle”.

Lunedì, al Maradona, arriva la Roma. Si aspettava qualcosa di più dalla squadra di Mourinho?

“Il discorso è che quando le squadre vanno bene le si celebra come squadroni, mentre quando vanno meno bene si abbassano i toni fino a divenire preoccupanti. Questi sono degli eccessi che non si devono avere quando si ha un buon allenatore e dei buoni giocatori. Sono gli andamenti dei campionati che vanno così. Nell’arco di una stagione, i periodi di basso o alto rendimento ci stanno in tutte le squadre. Anche l’Inter lo ha passato ed ora è rientrata in gioco. Il Milan sembrava già avviato allo scudetto, mentre ora sta lasciando diversi punti per strada. È fisiologico”.

Napoli e Roma hanno spesso dato vita a grandi sfide. Si aspetta una partita scoppiettante anche questa volta? Oppure, data la pesantezza dei punti in palio, potrebbe venirne fuori una sfida più accorta?

“Credo che ne venga fuori una partita molto equilibrata e studiata anche tatticamente. Ho visto un’ottima Roma l’altra sera contro il Bodø/Glimt, in grande forma e in grande fiducia. Poi ho visto anche la tendenza, cosa che ha fatto anche il Napoli contro la Fiorentina, di allungare le traiettorie, mettendo da parte la costruzione dal basso. Ho visto tanti lanci, anche perché Zaniolo ha avuto la capacità di mantenere il passo e superare in velocità l’avversario. Lo ha fatto un paio di volte anche Abraham. Queste cose rientrano in un gioco tattico che studieranno molto bene i due allenatori. Considerando il momento delle due squadre, credo che possa essere una partita molto equilibrata”.