Ambrosino al Como: l’unico errore del calciomercato del Napoli

L'avventura di Giuseppe Ambrosino al Como è un vero mistero: in due mesi e mezzo, solamente 4 convocazioni e nessuna presenza.

Articolo di Luca Paesano16/11/2022

© “GIUSEPPE AMBROSINO” – FOTO MOSCA

Ci vuole coraggio a fare un calciomercato come quello fatto dal Napoli. Via dei mostri sacri come Insigne, Koulibaly, Mertens, Fabian Ruiz ed Ospina, nomi che negli ultimi anni erano stati imprescindibili per la formazione azzurra. Una follia? Forse sì. Ciononostante, il repulisti ha dato ragione a Giuntoli e al suo operato, riuscendo a mettere tutti d’accordo che il cambiamento era necessario se non addirittura indispensabile. Le contestazioni e le incertezze sono state messe subito a tacere dalle prestazioni ricche di colore dei nuovi acquisti. Silenzio tra gli sfascisti che avevano invaso la città, spuntati come funghi in ogni dove, in attesa di un fallimento inevitabile. Stracciate le classifiche che preannunciavano una rosa mediocre, al massimo da quarto o quinto posto.

Le titubanze sulle tempistiche rivedibili di alcune operazioni, probabilmente rilevanti – se non decisive -, nell’unico vero e proprio passo falso contro il Lecce, sono state superate egregiamente. E si vede che, se i tempi son stati quelli che sono stati, probabilmente non era proprio possibile fare di meglio. Il Napoli vola, ha messo le ali e non sembra aver paura di cadere. Dell’abbuffata di “benvenuto” e “arrivederci” c’è poco o nulla da lamentarsi. Se ne son già dimenticati tutti, appagati dai verdetti del campo.

Eppure, scorrendo il lungo elenco delle operazioni in entrata ed in uscita, ce n’è una – l’unica – da sottolineare con la matita blu. Blu come la divisa che non è ancora riuscito ad indossare Giuseppe Ambrosino, ceduto in prestito al Como nell’ultimo giorno della finestra di calciomercato. È uno dei rarissimi casi in cui il Napoli non “parcheggia” un proprio giovane in una squadra di Serie C, come per altro successo per tutti i suoi ex compagni, ma bussa alle porte della Serie B. Solamente a Gaetano e Luperto, e ancor prima a Maiello e Dezi, era stato concesso di bypassare il limbo della C. Una novità assoluta che riflette tuttavia le enormi qualità mostrate dall’attaccante procidano negli scorsi anni. Se l’è meritata Giuseppe, facendo grandi cose anche con la maglia della Nazionale nell’Europeo Under19.

Per il capocannoniere dell’ultimo campionato Primavera, questo sarebbe dovuto essere l’anno calendarizzato per la consacrazione tra i professionisti dopo l’incredibile exploit giovanile. Il palcoscenico è accattivante, così come il progetto della società lombarda, ambizioso ma senza troppe pretese. La proprietà indonesiana, infatti, ha provato nel corso di questa estate ad allestire una rosa per insidiare le pretendenti alla Serie A. Al piano sportivo, poi, si sono accompagnate anche iniziative etico-sociali, come le maglie biennali con incasso da destinare ad attività per lo sviluppo della comunità. Insomma, le buone intenzioni non mancano, i presupposti sembrano validi e l’opportunità illude sia Ambrosino che il Napoli che si stiano spalancando le porte della stagione della verità.

Cosa c’è che non va nel trasferimento di Ambrosino al Como? Un po’ tutto, a dire il vero. A cominciare dalle premesse. L’attaccante napoletano svolge tutto il ritiro tra Dimaro e Castel di Sangro al servizio di Luciano Spalletti, che – almeno formalmente – dice che sta prendendo del tempo per valutarlo. Effettivamente si mette in luce, si confronta per la prima volta con dei calciatori di spessore e già affermati, trova anche un bel gol nell’amichevole contro la Juve Stabia, al Maradona. Alla fine, però, l’epilogo è quello che tutti ci aspettavamo. Il primo settembre, sul gong del calciomercato, il Napoli ne annuncia il passaggio in cadetteria. E qui (e ritorniamo alla questione delle tempistiche), un interrogativo sorge spontaneo: perché attendere l’ultimo giorno di mercato per giungere ad una conclusione già ovvia?

A questa riflessione, poi, se ne può allegare immediatamente un’altra: perché proprio il Como? Quando il Napoli ed il calciatore accettano il trasferimento, sono entrambi consapevoli del fatto che l’attacco dei lariani è già al completo. A competere per i due posti a disposizione ci sono Patrick Cutrone, Alberto Cerri e Leonardo Mancuso, tre calciatori già affermati e con un curriculum invidiabile per il livello della Serie B. E dunque, sostanzialmente, Ambrosino si presenta in Lombardia come quarta scelta, quasi a mo’ di jolly, accettando il fatto che ci sarà bisogno di sgomitare.

Parte con più di un handicap. Ambrosino raggiunge i suoi nuovi compagni quando il campionato ha già archiviato la quarta giornata e, alla concorrenza e ai tempi di adattamento, deve aggiungere anche un ritardo di condizione. Intanto il Como parte male, ottiene solo 3 punti nelle prime 7 gare e nel mezzo cambia anche allenatore, salutando Giacomo Gattuso e accogliendo Moreno Longo. Del talento del Napoli, in tutto ciò, si perdono le tracce. Per tutto il mese di settembre è a disposizione, ma resta seguire le partite dalla tribuna. Con la Nazionale Under20, invece, gioca e serve anche un assist nella vittoria contro la Svizzera. In due mesi e mezzo ha collezionato solamente 4 convocazioni ed il suo minutaggio è ancora fermo a zero.

Da quel che ci dicono da Como, alla radice delle ripetute bocciature ci sarebbe esclusivamente una motivazione tecnica. Eppure, non ci pare che i risultati stiano dando ragione alle scelte di Moreno Longo, che al momento staziona in terzultima posizione, in piena zona retrocessione. Qualcosa sembra non tornare, sebbene il padre Mimmo, sulla propria bacheca Facebook, continui a smorzare qualsiasi polemica e a dirsi speranzoso che, prima o poi, per Giuseppe arriverà il momento dell’esordio. Attualmente, però, tutto lascia pensare che Giuntoli abbia toppato, almeno in questa circostanza.

Ambrosino è un patrimonio del Napoli e in quanto tale andrebbe tutelato, valorizzato e accompagnato nel suo percorso di crescita. Spedirlo senza alcuna garanzia in una società che apparentemente non ne ha bisogno, certamente non è il modo giusto di farlo. A conti fatti, la scelta di cederlo al Como appare quasi scriteriata, approssimativa e frettolosa. Laddove, invece, sarebbe stata necessaria una valutazione approfondita e ponderata. E anche in questo caso ci sovviene un’altra domanda: perché, ad esempio, non cullarlo nell’altra proprietà di famiglia, il Bari?

Magari il tempo ci smentirà, e noi ce lo auguriamo vivamente. Al momento, però, il caso di Ambrosino resta l’ennesima testimonianza di una scarsa attenzione verso i giovani. In Italia, in generale, ma soprattutto a Napoli.