Qatar 2022: tra azzurri, Ronaldo contro Messi e Sportdelsud

Con il Mondiale alle porte senza l’Italia, per i tifosi del Napoli poche opzioni: sperare nel rientro degli azzurri, scegliere una Nazione a simpatia e godersi l’ultimo atto di Ronaldo contro Messi.

lozano, NapoliFoto Mosca
Articolo di carloiacono16/11/2022

© “LOZANO” – FOTO MOSCA

Qatar 2022 ha per gli italiani lo stesso fascino di un lunapark fatiscente in cui mancano le attrazioni principali. Le montagne russe, ad esempio, le emozioni che solo la “nostra” Nazionale può suscitarci, come le depressioni, ansie, le esaltazioni e le speranze derivanti dal sogno Mondiale, di cui siamo privi da otto anni or sono.
Tifiamo per gli altri allora, o contro. O ci si affeziona ad un “Paese” in particolare al quale ci sentiamo più vicini per cultura e identità, o si sposa una causa, oppure, ancora, si dirottano le proprie attenzioni verso quei calciatori che ci sono vicini non per territorialità ma per sentimento: coloro che indossano sotto la camiseta della propria selezione quella della nostra squadra di club.

L’ultima possibilità menzionata a Napoli è stata spesso confermata negli anni. Basta ricordare gli anni in cui Maradona era il santo protettore della città e più patria della patria stessa. Importava quasi relativamente che l’Italia vincesse o meno un torneo, ad alzare le coppe doveva essere Diego, perché con lui lo avrebbe fatto anche il suo popolo. La simpatia per l’Argentina si è solidificata nel tempo. Terra simile e calda, di fuoco e di tango. Terra con la quale si è condiviso il sangue del più grande di tutti i tempi, e poi le gesta di Lavezzi, Higuain, Campagnaro e tanti altri. È venuto poi il turno dell’Uruguay di Cavani, del Belgio di Dries, del Senegal di Koulibaly.

Oggi non è più cosi, o almeno non potrebbe esserlo date le particolari condizioni storiche. C’è chi si è stampato un ghigno sornione sul volto quando il Professor Mario Rui è stato tenuto fuori dalle cattedre portoghesi, chi l’ho ha fatto quando Ndombele è stato snobbato dallo snobbone Deschamps, e chi ancora – “bando ai sogni” – ha acceso un cero a Scaloni per non comprendere nella sua lista il Cholito. Allo stesso modo – e col fare da “ciucciuvettola” – si guardano le spedizioni degli spediti al fronte qatariota. A quei ragazzi si vuol un gran bene, ma proprio per questo devono ritornare a casa; anche perché quale sarebbe la loro destinazione se non quella scudetto?

Lozano e Zielinski si ritroveranno difronte nel gruppo C (Argentina, Arabia Saudita, Polonia e Messico), uno dei due, verosimilmente, andrà fuori alla terza giornata, l’altro avrà poche speranze di passare incolume gli ottavi. Stessa sorte o quasi toccherà a Olivera e Kim, accoppiati nel girone H (Portogallo, Ghana, Uruguay e Corea del Sud).
Difficile che i lusitani perdano la bussola, resta uno slot, la Celeste sembra favorita, ma se il Brasile d’Africa dovesse confermarsi davvero tale la possibilità di fare con un’africana due giocatori di ritorno potrebbe diventar ghiotta. Dal Continente Nero anche il Watusso Anguissa non avrà certo vita facile e non potrà affidarsi all’hully gully per superare quello che si configura il gruppo di ferro (H) della competizione (Brasile, Serbia, Svizzera, Camerun). Insomma, “tornate a Surriento” o da queste parti, sceglieremo altro, si canta in città.

Tipo? Tipo “Viva, viva o’ Senegal”, che tanto abbiamo incitato durante la Coppa d’Africa, l’Argentina per quell’antico legame, per le bandiere che ancora sventolano sui balconi, la Francia perché dicono “buat” (boite) e bajuor per indicare un barattolo e un lume, la Spagna perché la Rambla sembra via Toledo e Barceloneta Mergellina, o il Brasile, semplicemente perché ci fa divertire.
E se un Paese estero non ci crea sentimento allora godiamoci l’ultimo atto della sfida del secolo, che, poi, tra l’altro, ci interessa da vicino. Messi e Ronaldo si giocheranno lo scettro del GOAT, il trono di spade. Non pensiamo sia una bestemmia, se uno dei due dovesse alzare la coppa del Mondo, si alzerebbe, allo stesso tempo, sul gradino più alto dell’Olimpo del calcio. Per entrambi quel titolo sarebbe un ciliegeto – non una singola ciliegia – sulla torta squisita che è stata la loro carriera, che pastry chef Giuseppe Amato spostati.

La sfida potrebbe essere vederli fallire entrambi, affinché D10S non sia scomodato invano, propendere per la pulga per retaggio, per Cristiano per la magnificenza.
Chi scrive, ad esempio, ha scelto quello di Madeira per rispetto. CR7 ha scritto pagine indelebili di questo sport e prima che lo salutasse è stato messo alla porta come un estraneo qualunque. Lui, che è stato alieno, merita la possibilità di decidere il finale del colossal che è stata la sua carriera, merita di pronunciare la parola “FINE”.

P.S. Sportdelsud ha affidato un inviato a tutti i giocatori del Napoli presenti alla competizione mondiale, per tenervi aggiornati ora per ora su tutto ciò che li riguarda.