Barcellona-Napoli: firmiamo per il pareggio?
Oggi va in scena il match contro il Barcellona: firmereste per un pareggio?
© “XAVI – BARCELLONA” – FOTO MOSCA
L’ultima volta che abbiamo analizzato il Barcellona è stato il 13 dicembre dello scorso anno, in seguito ai sorteggi d’Europa League. In quell’occasione ci ponemmo la seguente domanda: sorteggio favorevole o sfavorevole? Secondo il nostro parere la dea bendata non aveva sorriso al Napoli, nonostante gran parte della città supponeva il contrario. Le recenti – e brucianti – sconfitte in Champions League, il graduale depauperamento della squadra, la scomparsa d’identità combinata ad un gioco scialbo e vuoto: tutto ciò ha convinto i tifosi napoletani d’esser pronti, o più che pronti, ad affrontare il Barcellona.
29.09.2021, Benfica–Barcellona: 3 0. “Pessimo questo Barcellona, non è più nessuno“.
06.02.2022, Barcellona–Atletico Madrid: 4 2. “Che squadrone il Barcellona, 4 gol all’Atletico Madrid“.
Cos’è cambiato in questi 5 mesi?
Di certo non quel novero di tifosi che giudicano l’avversario in base ad un risultato visto tramite app (di cui sopra le affermazioni). Loro non sono cambiati, probabilmente non cambieranno mai. Il Barcellona, invece, è cambiato e come. L’arrivo di Xavi ha stravolto l’ambiente Barcellona. Ha dato nuova linfa ad una squadra abbandonata a sé stessa dopo l’addio del suo numero 10 e del suo allenatore, responsabile di qualche scelta sbagliata di troppo.
È stato evidente dalla prima partita: la squadra aveva un animo diverso, anche il pallone sembrava rotolare in modo diverso. L’erba non era più calpestata, ma accarezzata. Il possesso non era sterile, era diventato un rapido fraseggio alla ricerca del lampo.
“Sembra sia tornato quel Barcellona“, affermerà Gabriele Giustiniani, telecronista Dazn, entusiasta del calcio espresso dalla squadra di Xavi contro l’Atletico Madrid.
Con Koeman abbiamo visto dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, passando per un abbozzato 4-3-3. Ma non è un discorso di numeri. Non è il fatto che Xavi fa proprio il dogma del 4-3-3 o che abbia lanciato x numero di giovani. Non è nemmeno la differenza in termine di punti, passata da 1,4 a 2,1. A far tornare, man mano, grande il Barcellona è il suo professore, che sta impartendo la più importante delle lezioni: l’importanza dell’identità.
Barça ad alta quota
Con un dinamico 4-3-3, il Barcellona di Xavi continua a lavorare seguendo la linea del “Guardiolismo”, di matrice “Cruijffiana”, imponendo il proprio gioco aggrovigliando gli avversari in una rete di rapidi passaggi. Rispetto al vecchio Barça, però, questo presenta una peculiarità: particolare attitudine verso il gioco aereo, offensivamente parlando. Non sono pochi i gol arrivati da cross e con seguente colpo di testa, ne è una dimostrazione l’ultima gara disputata dai catalani: Luuk De Jong, con un’incornata vincente, consente al Barcellona di non tornare a casa a mani vuote. L’olandese fa del gioco aereo il suo marchio di fabbrica, ma anche il talentuoso Gavi non sembra ripudiare quest’alternativa.
Non solo, gol “ad alta quota” sono stati siglati anche contro il Real Madrid, il Granada, l’Elche e il Sevilla. Ciò anche grazie all’eccellente lavoro svolto dai terzini, Jordi Alba e Dani Alves, quest’ultimo però escluso dalla lista europea; al suo posto agirà molto probabilmente Sergiño Dest. Una tipica azione targata Barcellona è volta a liberare lo spagnolo Alba che, entrato in area, crossa al centro o serve per un compagno a rimorchio. Coprire bene quella linea di passaggio sarà fondamentale.
Oltre l’apporto dei terzini ed un centrocampo ricco di tecnica in cui spiccano Pedri, Sergio Busquets, Frenkie de Jong e Nico González, il Barcellona – anche grazie ai nuovi acquisti – vanta una potente batteria offensiva. Saranno out Depay e Ansu Fati, ma Ferrán Torres, con Gavi impiegato come esterno, sta dimostrando di essersi integrato meravigliosamente nell’ambiente. Adama Traoré, invece, cresciuto in Masia, si sente più a casa che mai. Attenzione alle sue energiche incursioni sulla fascia destra, quando parte non è tanto dissimile da una scheggia impazzita.
A Spalletti toccherà, per la prima volta da quando è al timone della squadra, “subire” la partita: Il Napoli è riuscito in quasi ogni partita a dominare il campo. Tralasciando la quantità di tiri in porta o il risultato finale, gli uomini di Spalletti sono sempre stati padroni della partita. Contro Xavi ciò è davvero difficile, se non addirittura impossibile. Questa è una delle grandi sfide a cui sono chiamati gli azzurri.
I punti deboli della squadra
Anche se con un ventaglio di punti di forza a disposizione, il Barcellona non è una squadra imbattibile. Chi tende a “fare la partita” nella metà campo avversaria, infatti, lascia scoperta la propria. Il centrale che fino ad oggi ha convinto di più è stato Ronald Araujo, anche lui assente contro il Napoli. La difesa sarà guidata da Piqué e Eric García, entrambi non al top. Quanto al primo, l’età già da un po’ pesa, soprattutto se proprio a fine carriera affronti la sfida di guidare la difesa in assenza di un compagno di pari livello. Per il secondo, invece, è evidente la poca esperienza in campo. “Non è scolarizzato” direbbero alcune professoresse più puntigliose.
I gol, infatti, il Barcellona li subisce nella maggior parte dei casi a seguito di contropiede. Starà al Napoli sfruttare al meglio le sgroppate di Osimhen, criptonite per il Barça, vulnerabile agli attacchi in velocità. È nemico della squadra anche la concentrazione nei minuti finali: su 12 gol subiti in 11 partite (non un’ottima difesa), quattro di questi sono stati subiti negli ultimi quindici minuti, e sette nell’ultima mezz’ora.
Cosa aspettarsi dalla partita?
Un’analogia tra le due compagini è presente dal punto di vista mentale. Contro l’Inter il Napoli ha dimostrato, per l’ennesima volta, che non si possono colmare gap mentali con la tecnica. Stesso discorso per il Barcellona. La squadra ha sicuramente un’impronta diversa, e il cambio di passo rispetto alla prima parte di stagione è evidente, ma i minuti finali fanno ancora tremare le gambe di alcuni calciatori.
Le notti europee non devono intimorire il Napoli, ormai abituato a palcoscenici di questo sapore. Ciò che adesso deve imparare è espugnare certi campi, non solo regalare grandi e commoventi prestazioni. Con rispettivamente 38 e 46 gol all’attivo, Barcellona e Napoli possono dare spettacolo al Camp Nou.
Considerato che ci sarà la sfida di ritorno al Maradona, e non c’è più differenza tra gol in casa e fuori casa, firmereste per un pareggio stasera?