Andrij Lunin, il portiere col cuore gialloblu e il Napoli nel futuro

Andrij Lunin è stato corteggiato a lungo in estate dal Napoli. La trattativa, per ora, non è andata in porto, ma il cavalier De Laurentiis il nome del giovane portiere ucraino se l'è appuntato sull'agenda.

Articolo di Luigi Guelpa17/10/2022

Non ci sono nè Gwyneth Paltrow e neppure John Hannah, tanto meno John Lynch, apprezzato nel film su George Best. C’è invece uno Sliding Doors, senza la sceneggiatura di un Peter Howitt qualsiasi. Perché questa è la storia che poteva essere e che non è accaduta. Andrij Lunin è stato corteggiato a lungo in estate dal Napoli, alla ricerca di un super-custode per il fortino di Spalletti. La trattativa, per ora, non è andata in porto, ma il cavalier De Laurentiis il nome del giovane portiere ucraino se l’è appuntato sull’agenda. In estate vedremo ciò che accadrà.

Tornando allo Sliding Doors, Lunin poteva essere il numero 1 del Napoli che guida la classifica, ma si sta accontentando del numero 13 nella panchina del Real Madrid. Domenica però il ragazzo che viene dal Luhansk, ha sfruttato nel migliore dei modi l’occasione della vita. Ancelotti ha dovuto fare a meno di Thibaut Courtois, il padre di tutti i portieri (forse assieme a Oblak e Allison), nella madre di tutte le partite, al Bernabeu contro il Barcellona. Si è quindi affidato a Lunin, acquistato dai merengues nel 2018, e mandato a farsi le ossa a Leganes, Valladolid e Oviedo negli ultimi anni.

Chiunque avrebbe avuto qualche esitazione nel giocare, di fatto da quasi esordiente, nella partita che in Spagna segna una stagione nel bene o nel male. Lunin no. Quando lo scorso 24 febbraio Putin fece scattare l’Operazione Speciale, il giovane portiere ucraino pensò alla famiglia e agli amici di Kharkiv, ostaggi nella morsa della macelleria di Mosca. Chiese ad Ancelotti di essere esonerato dalle convocazioni. Non se la sentiva proprio, con il cuore che batteva a mille, e la testa proiettata laggiù, nel martoriato Luhansk. Ancelotti ha capito, ha compreso e ha preferito lasciarlo a casa, per qualche settimana.

“Purtroppo impazzivo ancora di più – racconta – giocando e allenandomi avrei potuto distrarmi, ma in casa, da solo, a Madrid, vivevo un inferno interiore”. Per chi non lo sapesse, soprattutto per quei tifosi dell’Atletico di Madrid che nel derby l’avevano invitato a tornare a casa e a combattere, Lunin devolve parte dello stipendio alla causa ucraina. “E’ l’unico modo per sentirmi utile”, ha rivelato alla stampa spagnola. Ancelotti ha atteso che in qualche modo si rasserenasse prima di inserirlo nuovamente nel gruppo. Fino a domenica, quando gli è toccata la maglia da titolare contro i catalani. Una partita trasmessa in mondovisione, in uno stadio, il Bernabeu, che ha accolto più di 60mila spettatori. Condizione da far tremare i polsi, non quelli di Lunin, abituato a ben altri patemi d’animo.

Il Real Madrid ha vinto 3 a 1, il ragazzo del Luhansk è stato tra i migliori in campo, e a fine gara è arrivata anche la telefonata di Zelensky, orgoglioso del suo ragazzo con la “camiseta blanca”. Courtois, in futuro, non gli concederà molto spazio. Il Real è nobiltà assoluta del pallone, ma Napoli è una tentazione molto forte. Ne riparleremo a giugno, quando forse non ci sarà più bisogno di Sliding Doors, e quando forse, l’augurio è veemente, la guerra sarà finita.

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