Basso e la rinascita dell’Ercolanese: “Meritiamo piu’ dell’Eccellenza”

L'intervista a Vincenzo Basso, capitano dell'Ercolanese e protagonista di una tripletta nella vittoria di sabato contro il Napoli United.

Articolo di Luca Paesano17/11/2021

La ripartenza dell’Ercolanese sta passando in particolar modo dai piedi del suo capitano, Vincenzo Basso. Anche sabato, contro il Napoli United guidato da Diego Armando Maradona Jr, il numero 11 dei granata ha preso per mano la sua squadra e la ha condotta alla vittoria grazie ad una magnifica tripletta. Il gol con cui ha aperto le marcature, tra l’altro, è un vero e proprio capolavoro: un destro da oltre 30 metri che si è insaccato diritto all’incrocio. Basso è una vecchia conoscenza del calcio ercolanese. In maglia granata aveva trascorso già quattro stagioni fino al 2015, quando, dopo aver sfiorato la Serie D, decise di provare nuove esperienze altrove. Dopo un girovagare tra Promozione ed Eccellenza, in Campania e nel Lazio, questa estate il capitano ha fatto ritorno a casa.

Dopo una partenza con il freno a mano tirato, con due sconfitte contro Frattese e Ischia, l’Ercolanese sembra aver trovato la propria identità. I risultati positivi delle ultime giornate non sono altro che una naturale conseguenza della tenacia e del lavoro del gruppo, che ha saputo reagire in maniera costruttiva alle delusioni. Il 3-2 contro il Napoli United, arrivato allo stadio Raffaele Solaro da secondo in classifica, è l’ennesima dimostrazione del valore della rosa. Sport del Sud ha raggiunto proprio il capitano dei granata.

Foto Walter De Liguoro

L’intervista

Questa vittoria cosa significa per voi? È un sinonimo di crescita per l’Ercolanese?

“Significa tanto, ci dà forza sia mentale che morale. Loro sono arrivati qui da secondi in classifica e giocano davvero molto bene. Sono veramente una squadra interessante, guidata da un ottimo allenatore. Averli battuti è un motivo di vanto per noi. Chiaramente, sono contento per la tripletta, ma il merito è della squadra. Anche i giovani hanno risposto alla grande e ci hanno dato un aiuto importante”.

Sulla panchina del Napoli United c’è Diego Armando Maradona Jr. Che sensazioni ha provato nell’affrontare il figlio di Diego?

Conoscevo Diego Jr già da calciatore. L’ho sempre considerato una persona molto umile e grande intenditore di calcio. Sarebbe riduttivo considerarlo solamente come figlio di Maradona, gli vanno dati i meriti per la splendida persona che è. Sta facendo un grandissimo lavoro e i risultati si vedono. Ad oggi, è veramente un piacere vedere il Napoli United in campo: è una squadra lucida, con idee ben chiare e un’organizzazione precisa. Sono davvero forti, forti, forti. A Diego Jr auguro una grande carriera da allenatore perché lo merita, per quello che sta dimostrando soprattutto come uomo, lo stimo molto”.

Foto Stefano Fiore

Inizio di campionato non entusiasmante, poi una sola sconfitta nelle successive 7 partite. È cambiato qualcosa nella squadra?

Il merito di questa crescita va al nostro allenatore, Perrella. Era sereno, ci ha sempre creduto e ci ha motivato anche nelle sconfitte, sostenendo che la vittoria sarebbe stata solo questione di tempo. Ad esser sincero, rimanevo basito: avevamo subito 6 gol e ne avevamo fatti zero! Allo stesso tempo, però, quella sua convinzione ha fatto scattare in me, e in tutti noi, una scintilla, anche perché ci allenavamo bene e avevamo voglia di onorare la maglia. Il tempo gli ha dato ragione, perché i risultati sono iniziati ad arrivare. Perrella prepara le partite alla perfezione, sia dal punto di vista tattico che dell’atteggiamento. Mentalmente è un vincente, non molla mai e credo che, come Maradona Jr, sia solo di passaggio in questa categoria”.

Ha sostenuto che bisogna pensare partita per partita, ma anche che l’Eccellenza è solo una categoria di passaggio per l’Ercolanese. I play off possono essere un obiettivo?

Ho giocato qui ad Ercolano per cinque anni, di cui quattro da capitano, per cui so bene cosa significa indossare questa maglia. Nel nostro girone ci sono squadre come Puteolana e Savoia che meritano categorie superiori. Per me, tra queste rientra anche l’Ercolanese. La piazza ha fame di calcio e merita di più dell’Eccellenza. È un peccato che ci siano due squadre in città perché si è generata confusione nei tifosi, che non sanno da che parte stare”.

È un peccato disperdere il tifo.

“Assolutamente. Devo ammettere che c’è la massima collaborazione tra le due società, però la piazza e il popolo di Ercolano meriterebbero un’unica squadra da sostenere. Faccio un esempio: tra 3 anni Ercolano festeggia il centenario del calcio in città, da quale parte staranno i tifosi? È triste dividersi. Sarebbe bello fare un unico progetto e mettere insieme le due squadre. Ne verrebbe fuori uno squadrone che potrebbe raggiungere più facilmente i successi che meritiamo”.

Foto Stefano Fiore

È molto devoto. Quanto ha inciso la fede nella sua vita e in campo?

“Anche solo parlarne a telefono mi commuove. Ho cambiato la mia vita dieci mesi fa, perché ero in un periodo di totale confusione. Non riuscivo ad andare né avanti né indietro. Ho perso le persone che amavo e tutto quello che avevo. Quando tutti mi hanno abbandonato, il Signore mi ha assistito. Oggi Dio mi ha fatto ritrovare tante cose, ma soprattutto me stesso perché ero totalmente smarrito. La fede mi ha cambiato come persona e mi ha fatto ritrovare serenità. Io penso che quando sei con Dio credi in cose impensabili, e il gol ne può essere una prova. Dedico tutto ciò che faccio a Lui. Oggi mi sento un atleta di Dio e questo accende in me un fuoco che prima non avevo”.

Ha lasciato la squadra nel 2015 dopo aver raggiunto le semifinali play off. È tornato per concludere un lavoro lasciato in sospeso?

Dico la verità, all’inizio ero molto scettico. Ho lasciato Ercolano dopo una grande stagione e ritornare a 33 anni poteva essere un rischio. Avevo paura di rovinare quella bell’immagine che avevano di me e fallire in una piazza dove ero già amato e conosciuto. Inoltre, come già detto, stavo attraversando un momento complicato nella mia vita e avevo anche smesso di giocare. Se ora sono qui, devo ringraziare i miei compagni di squadra, l’allenatore e tutto lo staff perché mi hanno dato piena fiducia e mi hanno dato il tempo necessario per fare le mie scelte. Sono stato messo nelle migliori condizioni per potermi ritrovare e alla fine mi sono sentito coinvolto. Ci tengo particolarmente a ringraziare il direttore sportivo Luca Lentini, che mi ha proposto di ritornare ad Ercolano. Mi si è riaccesa subito la voglia di tornare in campo. Chiaramente, poi, il merito è anche di tutto lo staff perché se a 33 anni corro per 90 minuti è anche frutto del loro lavoro (ride, ndr). Voglio solo dare il meglio per questa piazza, perché lo merita veramente”.