Manolas flop? I numeri dicono il contrario
Con una fuga già annunciata verso la Grecia si è conclusa l'esperienza a Napoli di Manolas. Considerazione da flop, ma i numeri dicono altro.
© “NAPOLI-MANOLAS” – FOTO MOSCA
Konstantinos Manolas ha iniziato la sua avventura in Italia nel 2014, con la maglia della Roma, quando la società giallorossa riuscì a battere la concorrenza estiva di Juventus e Napoli e strapparlo dalle grinfie dell’Olympiacos. Da allora la sua carriera ha spiccato il volo. Anno dopo anno il greco si è dimostrato un pilastro della Roma e si è conquistato un posto anche nella casta dei migliori difensori della Serie A. Combattente, leader e trascinatore, un vero guerriero e idolo indiscusso della tifoseria giallorossa. Protagonista assoluto nell’impresa degli uomini di Di Francesco in Champions nel 2018, con la testata del 3-0 che mandò in visibilio l’Olimpico e affossò l’armata di Leo Messi.
Però…c’è sempre un però. Una falla nel sistema: una clausola nel contratto fissa il prezzo della sua cessione a 36 milioni di euro. Per i valori del mercato pre-Covid e per il valore del calciatore, è un vero e proprio affare.
Il presunto affare Manolas
La cifra fa gola a De Laurentiis che, nell’estate 2019, decide di affondare il colpo e regalarlo a Carlo Ancelotti. Coppia galattica con Koulibaly? In realtà questa teoria fa acqua da più punti.
Da un punto di vista tecnico, i due giganti presentano caratteristiche molto simili: impulsivi, scattanti, propensi alle avanzate e dai piedi non proprio educati. Entrambi necessiterebbero di un compagno di reparto diverso, più equilibrato e riflessivo, e non di un proprio clone. Il rischio – poi confermato dal campo – è che si crei un duetto instabile e incompatibile. Anche da un punto di vista economico la situazione solleva qualche sospetto: spendere 36 milioni – all’epoca secondo acquisto più caro dopo Higuain – per un calciatore prossimo ai trent’anni stona con le attitudini del Presidente. Acquistare a caro prezzo un calciatore senza avere margini di guadagno futuro è abbastanza in controtendenza con quanto fatto nei 15 anni precedenti di gestione.
Risulta molto più plausibile che in quella stessa sessione estiva la società avesse programmato la cessione del suo top di difesa, Koulibaly, e che dunque sia corsa ai ripari assicurandosi un sostituto di tutto rispetto. Ancelotti sarebbe stato comunque contento e i tifosi, seppur addolorati dalla perdita, sarebbero stati soddisfatti dal rincalzo e avrebbero compreso l’operazione di mercato. Si è dato il caso, poi, che gli 80 milioni che la società era certa di ottenere non siano mai arrivati sul tavolo della presidenza e che Koulibaly sia rimasto ad oltranza, anche per le stagioni successive. E dunque, il Napoli si è ritrovato con un Manolas “di troppo” e con una spesa da 36 milioni non coperta.
I numeri con il Napoli
L’avventura in terra partenopea di Manolas è stata come un elettrocardiogramma, un perpetuo saliscendi tra buone prestazioni e prestazioni degne dei peggiori Rolando e Fideleff. Con il Napoli ha disputato in totale 75 partite in due anni e mezzo, mettendo a segno 4 reti, tutte nella prima stagione, e collezionando appena 11 ammonizioni. Nonostante la ruvidezza e l’irruenza, il greco non ha mai fatto del cartellino giallo un suo simbolo distintivo. A sprazzi, quando faceva rivivere il gladiatore che è in sé, è stato straripante, capace di esaltare uno stadio intero con i suoi interventi. Convinto seguace della vecchia scuola di pensiero secondo cui “o passa la palla, oppure la gamba: entrambe no”.
Andando alle note dolenti, ciò che salta all’occhio è sicuramente il numero di partite non giocate dal difensore: su 125 partite disputate dal Napoli, il greco ne ha saltate addirittura 50. Un terzo di queste sono riconducibili a questa stagione. Sono già 16 fin qui, quante quelle dell’intero 2019/20, e arriveranno verosimilmente a 18 con le assenze contro Milan e Spezia, quante quelle di tutto il 2020/21. Per onor del vero, va precisato anche che un’altra buona parte delle esclusioni sono state dettate da semplici scelte di turnover. Nella scorsa stagione, ad esempio, il greco non ha disputato neppure un minuto in Europa League pur essendo regolarmente a disposizione.
Ciò non toglie che comunque, dal punto di vista della tenuta fisica, ha dimostrato una certa fragilità già denunciata a Trigoria. Stando ai resoconti del portale transfermarkt.it, dal suo arrivo al Napoli il difensore greco ha accusato ben 12 infortuni diversi che lo hanno tenuto fuori per un totale di 28 partite. Di sicuro, Manolas non ha portato al Napoli le garanzie che ci si aspettava. Forse anche per il dualismo con Koulibaly, non è stato capace di ergersi a leader e trascinatore della squadra.
Il Napoli con e senza Manolas
Approfondendo l’analisi, dunque, possiamo distinguere nelle ultime 125 partite degli azzurri un Napoli con Manolas ed un Napoli senza Manolas. Al netto di pregi e difetti del greco, di chiusure eroiche e svarioni colossali, dei 4 gol segnati e di quelli concessi, delle presenze e degli infortuni, quale dei due Napoli ha fatto meglio?
Dal suo arrivo, Manolas è stato in campo per 75 volte tenendo in considerazione tutte le competizioni, Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League ed Europa League. Tra Ancelotti, Gattuso e Spalletti, in queste 75 partite il Napoli ha prodotto in totale 150 punti, con una media punti per partita pari a 2,03. Sempre con Manolas in campo, gli azzurri hanno incassato un totale di 79 reti, con una media che si attesta ad 1,07 gol a partita.
Nelle 50 partite in cui, invece, il greco non è stato in campo, il Napoli ha totalizzato 80 punti e subito 59 gol. La media punti cala ad 1,60 e, contestualmente, la media gol subiti sale ad 1,18.
Sicuramente il rendimento di Kostas non è stato eccezionale e con altrettanta certezza si può dire che, in fin dei conti, forse il vero affare lo abbia fatto la Roma. Però, leggendo i numeri ci si può rendere conto di come in realtà la sua presenza non sia stata neanche così deleteria. Anzi, con lui in campo i dati migliorano e anche con una certa rilevanza per quanto riguarda i punti portati a casa.
Nel 2018/19, la prima stagione di Ancelotti e l’ultima della coppia vincente Koulibaly-Albiol, su 52 partite giocate la media punti era di 1,92, mentre la media gol subiti di 0,96. Ancor migliori i dati del Napoli di Maurizio Sarri ma, come ben sappiamo, quella era tutta un’altra storia.
Delusione sì, flop no
In conclusione, se la percezione è stata quella di un flop senza appello, i numeri non vanno in questa direzione. Il Napoli ha fatto meglio quando Manolas è stato in campo rispetto a quando il greco non è stato impiegato. Anche utilizzando un calcolo stagionale piuttosto che aggregato, per ogni annata i risultati con il calciatore in campo sono sempre superiori a quelle con il calciatore assente. E addirittura la coppia con Koulibaly non è stata neanche così lontana dalle statistiche prodotte dal senegalese con Albiol, anzi.
Probabilmente, le aspettative riposte nel suo arrivo erano così alte da non essere ripagate da risultati comunque buoni. E soprattutto, le prestazioni troppo altalenanti non hanno mai consentito al pubblico di provare una piena fiducia in lui. Una scintilla tra lui e la tifoseria non è mai scoccata. O almeno non è mai stata abbastanza forte da dar vita ad una fiamma permanente.
Il modo in cui tutto si è concluso, con una fuga furtiva in Grecia già annunciata dall’estate, certamente non agevolerà i bei ricordi.