Napoli-Udinese, le sponsorizzazioni, Pin, Catellani e l’unico gol di Speggiorin

Ci sono cose che nel calcio segnano un'epoca e a distanza di anni le ricordi ancora perchè sono state il "pre", i precursori, i predecessori di qualcosa che successivamente è poi scoppiato in modo inatteso. Dal primo sponsor all'unico gol di Speggiorin: Davide Morgera e il suo Napoli-Udinese.

Articolo di Davide Morgera18/03/2022

© “PIN E CATELLANI IN MAGLIA NAPOLI” – FOTO ARCHIVIO PERSONALE DI DAVIDE MORGERA

Ci sono cose che nel calcio segnano un’epoca e a distanza di anni le ricordi ancora perchè sono state il “pre”, i precursori, i predecessori di qualcosa che successivamente è poi scoppiato in modo inatteso. Senza più freni. Ho sempre legato il mio ricordo dell’Udinese a quanto accadde nell’estate del 1979, in un periodo in cui parlare di sponsor era quasi una bestemmia. Ebbene, riavvolgiamo il nastro e torniamo a quell’anno, a quando i tre e quattro sponsor che oggi albergano sulle maglie delle nostre squadre del cuore erano un semplice romanzo di fantascienza. Eppure lì, tra le montagne e le tranquille città del Friuli, nacque l’Idea.

L’Udinese mancava dalla serie A da 18 anni, dalla retrocessione del 1961-2, quando Teofilo Sanson prese in mano le redini della società e la riportò nell’elite del calcio italiano. Tutto iniziò con lui. Un personaggio d’altri tempi. Cavaliere del Lavoro, appassionato di ciclismo e di calcio, scopritore di Merckx, partì con un chiosco di gelati a Torino nel dopo guerra prima di costruirsi un piccolo impero. Nel 1978 si inventa la prima sponsorizzazione sulle maglie e pensa bene di iniziare in casa, da Udine, mettendo in bella evidenza il suo marchio di fabbrica. Gelati Sanson, chi li ricorda? Ovviamente la pubblicità sulle maglie dei calciatori era vietata dalla F.I.G.C. ed allora il “signor gelato” che fa? Aggira l’ostacolo e piazza il suo brand sui pantaloncini suscitando comunque polemiche e discussioni che oggi, a vedere le maglie con tre sponsor, sanno un pò di calcio antico. Lo stato del football non ci sta, multa la società ed ordina immediatamente la rimozione della scritta dai pantaloncini. Prima che tutto venga spazzato via, che si metta una pietra tombale sull’idea del Sanson, diventano immagini da “atterraggio lunare” quelle in cui si vedono i giocatori bianconeri schierati in campo al Friuli, tutti belli allineati, tutti in fila a mostrare la rivoluzionaria scritta sui mutandoni. Da allora in poi, infatti, all’Udinese sarà vietato scendere in campo con qualsiasi scritta pubblicitaria. I poveri giocatori l’avrebbero dovuta solo tatuarla sulla pelle, ahimè. Ma una lampadina si era accesa nella mente dei padroni del vapore, qualcosa iniziò a frullare in testa ai presidenti, ai manager e alle grandi industrie che erano dietro alle squadre del campionato di serie A. Lo sponsor sparì dalla mise dei giocatori ma in compenso, sotto la guida di Giacomini, l’Udinese conquistò la Serie A dopo 18 anni di assenza. 

Sanson, un uomo ed un imprenditore con una bella storia alle spalle, una gioventù trascorsa a vendere gelati dovunque. Con un chiosco, un carrettino, nei bar, sulle spiagge di Jesolo. Nell’estate del 1979 arrivò al calciomercato dell’Hilton con la fama dell’ innovatore, del presidente nouvelle vague, di colui che portava idee nuove nel mondo del calcio ed intuiva le potenzialità di soldi che arrivavano da aziende, soprattutto alimentari, per far rifiatare le anemiche casse delle società. Senza pay tv, con il calo degli abbonamenti e di presenze allo stadio (il 1980 fu l’anno del primo scandalo delle scommesse), da dove potevano arrivare i soldi per mantenere le società? Gli altri dirigenti erano fermi alle maglie storiche, rigorosamente senza scritte, mentre lui non ebbe paura di “sporcarle” con un marchio.

Sanson sponsor – archivio personale di Davide Morgera

Si mise un bel pensiero in testa, far rinverdire i fasti dell’Udinese di una volta, dare continuità ad un progetto e tenere la squadra per diversi anni consecutivi in sere A. Certo l’Udinese che dava spettacolo e che arrivò seconda dietro al Milan nel 1954-5 (la squadra fu poi retrocessa per illecito sportivo) era un lontano ricordo ma si poteva provare a fare calcio anche in provincia, lui ci credeva. Ed allora il “signor gelataio” intrecciò contatti un pò con tutti, voleva costruire una squadra che fosse un mix di esperienza e gioventù senza smantellare il telaio che li aveva portati in A. Prese Galli dal Vicenza in porta, Osti dall’Atalanta, un signor terzino, Arrigoni dal Cesena e fece doppietta col Napoli. Chiese, infatti, a Ferlaino sia Catellani che Pin, due giocatori che non avevano dato il contributo sperato agli azzurri, un difensore roccioso ma forse un pò lento che avrebbe dovuto sostituire Vavassori e un classico “10” che doveva far dimenticare Ciccio Esposito e crescere sotto la regia di Juliano. L’ingegnere non pretese contropartite tecniche, volle ed ottenne solo danaro che Sanson gli diede acquisendo i due giocatori del Napoli.

Il 11 novembre del 1979 l’Udinese delle belle speranze viene a Napoli, è la prima volta per molti di loro in uno stadio così grande. Gente chiamata Leonarduzzi, Fellet, Sgarbossa, Fanesi erano abituati ai campi della C e della B, a supportarli c’era solo l’esperienza di Del Neri in cabina di regia, di Catellani dietro, di Pin in mediana e di Galli in porta. Vriz e Vagheggi, le due punte, fecero il solletico a Ferrario e Vinazzani, schierato a terzino nell’occasione per l’assenza di Bruscolotti. Una pioggia violenta all’inizio della partita rese il San Paolo un acquitrino e solo nella ripresa qualche sprazzo di sole fece capolino su Fuorigrotta. Il botteghino disse “6 mila spettatori paganti più 39000 abbonati”. La gara subì la sua svolta col gol di Speggiorin, l’unico di tutto il campionato, 4 quelli del bomber Damiani, che sfuggì proprio a Sauro Catellani e beffò Galli appena entrato in area.

Speggiorin in azione – foto archivio personale di Davide Morgera

Una vittoria che sembrò allontanare la crisi di risultati e di gioco che la squadra stava attraversando, il prodotto di un continuo cambiamento di moduli che non portò da nessuna parte. Da ricordare anche un salvataggio miracoloso di Filippi sulla linea di porta che arpionò il pallone sfuggito dalle mani del “Giaguaro” Castellini, mettendo al sicuro i due punti. Un partitone lo fece Nino Musella, al suo esordio con la squadra della sua città, che replicò la ottima gara fatta in Coppa U.E.F.A. contro i belgi dello Standard Liegi.

Napoli-Udinese del 1979 – foto archivio personale di Davide Morgera

Oggi Catellani fa l’agente FIFA, dopo essere stato anche presidente del Varese prima del fallimento della società lombarda, gira i campi di Europa a scovare talenti, sopratutto nei paesi del Nord ed è stato il primo a segnalare alle squadre italiane un talento come Milinkovic-Savic. Non ha dimenticato le sue origini lombarde, continua a tifare per l’Inter, nel cui vivaio ha giocato prima di spiccare il volo in serie A, e come Pin, si avvia verso i 70 anni tondi. Col Napoli vinse la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976 e mise insieme 44 presenze complessive in tre anni di militanza. Di Livio Pin, scuola Juventus, di cui si ricordano le collanine ed i braccialetti anche in campo, il bel tiro da fuori area, il suo essere fuori dalle regole pur avendo un talento che sfruttò solo a sprazzi, non si hanno notizie recenti. Anarchico era ed anarchico è restato. Il suo palmares col Napoli, 45 presenze e 5 gol in due anni, è pressochè nullo ma vinse proprio con l’Udinese la Mitropa Cup nel 1979-80 senza, tuttavia, riuscire ad essere decisivo per evitare la retrocessione dei friulani in B. Fu il calcio scommesse, che retrocesse d’ufficio il Milan e la Lazio, che diede ai bianconeri di Sanson, che poi cedette la società a Mazza, l’opportunità di fare altri anni di A fino al 1986-7 prima di una mesta ricaduta tra i cadetti. Pin smise nel 1987 col Venezia e, come era prevedibile, uscì dal mondo dorato del calcio. Era troppo fuori dagli schemi per sottostare ai compromessi e di lui mi piacerebbe, un giorno, leggerne le memorie. Magari scritte di suo pugno.

Pin e Catellani in maglia Udinese – foto archivio personale di Davide Morgera