Spalletti, Raspadori dove lo metti?
Giacomino è un nuovo calciatore del Napoli, ma resta un interrogativo che suona come una filastrocca e si bacia in rima prima di risolversi: Spalletti, Raspadori dove lo metti?
© “RASPADORI” – FOTO MOSCA
Boom, boom, boom. Il mercato del Napoli si è aperto all’improvviso come un uovo di Pasqua dal cui interno ti aspetti uno stupido ciondolo e, invece, ti regala un anello di diamanti.
Ma vuoi vedere che ADL abbia assecondato l’incitamento: Pappò cacc’ e’ sord’?
Aveva la pulce nell’orecchio, e ha fatto una campagna acquisti più che da sceicco, da Draghi. Crescita e occhio al bilancio, rafforzamento e repulisti.
Rafforzamento, e gli ultimi due nomi che rispondono a questo intento sono quelli di Ndombele e Raspadori. Il primo già fatto e il secondo in dirittura d’arrivo. Dell’ex Lione abbiamo già detto, osannandolo come un acquisto di livello europeo e tessera finale di un centrocampo da red carpet.
Si è parlato molto anche del secondo, per lo più benedicendo il suo approdo. Effettivamente se prelevi dal Sassuolo uno dei migliori prospetti italiani, giovane, con grandi potenzialità, duttile, già nel giro della Nazionale e inseguito da quasi tutte le big del Belpaese, non puoi fare altro che saltare di gioia. Eppure il dubbio che qualche salto nel letto, nelle lunghe notti che precederanno i match del Napoli, lo farà anche Spalletti nasce.
Benvenuta insonnia. Dicono che i problemi di abbondanza problemi non sono, perché è sempre meglio avere che non avere. Ma quando hai troppo devi scegliere, e una scelta significa sempre l’abbandono della sua esatta contrario, con tanto di conseguenze di sorta.
Raspadori è meglio giochi in azzurro che altrove. Raspadori è meglio che giochi, perché non si sborsano tanti soldi per un accessorio che non indosserai. Raspadori è meglio che giochi, ma è meglio che giochi dove, o “meglio” al posto di chi?
Nella sua giovane carriera Giacomino ha rivestito tanti ruoli sul fronte offensivo. Parliamo di un giocatore dinamico, dal baricentro basso, dal buon senso della posizione, e dotato di fiuto del gol, capace di partire da lontano, dall’esterno e, anche, all’occorrenza di ricoprire una pozione centrale, che sia quella di falso nueve o sottopunta. Nasce esterno sinistro, seconda punta. Ha fatto il 10 e il centravanti d’appoggio, poco l’ala destra.
La domanda sorge spontanea: Spalletti, Raspadori dove lo metti?
L’undici titolare attuale del Napoli, sul quale si è arrivati dopo un grosso lavoro tattico e tecnico nei due ritiri, si articola su un 4-3-3 che prevede cardini carismatici e qualitativi.
La fascia sinistra è chiusa a doppia mandata dal giovane Kvara, che si è già preso quello che era di Insigne e molto di più. La maglia di punta è cucita sulle spalle di Osimhem, già poco intenzionato a lasciarla in comodato d’uso al nuovo arrivato: Simeone, che avrà comunque bisogno di spazio. A destra Lozano sembra promettere i fasti del primo anno con Gattuso e Politano manifesta quella serenità tecnica da classica riconciliazione. Un trequartista non è nei piani, a meno che non si tiri fuori Zielinski dal mezzo per giocare con soli due mediani e lasciare appunto il polacco e uno tra Anguissa, Ndombele e Lobotka in panchina, rischiando di minare quell’equilibrio fondamentale, di cui ha bisogno una squadra d’attacco, apportato dal migliore reparto dell’organico.
Si potrà parlare certo di rotazioni, turn over, tante partite da giocare e spazio per tutti. Ma è davvero così? È mai così sul serio? O tanti anni di calcio ci hanno insegnato che in fin dei conti si gioca sempre in 11+2, massimo 3?
Tra questi potrebbe esserci Raspadori, ma tra questi forse nemmeno ce n’era bisogno.
Solo il tempo ci dirà il peso che avrà questo acquisto sulla stagione del Napoli. Per il momento resta un interrogativo che suona come una filastrocca e si bacia in rima prima di risolversi: Spalletti, Raspadori dove lo metti?