Caro Presidente, hai rovinato tutto
Confermare la squadra non significa ripetersi, la moda estiva di fidarsi del presidente non ha portato buoni frutti.
Non è iniziata male la nuova stagione di Rudi Garcia sulla panchina del Napoli, ma malissimo. Sin dalla trasferta di Frosinone si intravedeva una scarsa organizzazione, ma con i tre punti in tasca c’è sempre poco da dire. Poi la vittoria nel tempio dei campioni d’Italia contro un Sassuolo, in preda al panico per la situazione Berardi, ha illuso. La sconfitta, sempre in casa, con la Lazio ha aperto gli occhi a tutti dal perbenismo dello scudetto vinto. Siamo passati da avere tutto a non avere niente, dal terzino a centrocampo, ai lanci della disperazione per almeno 70 minuti, per non parlare degli spazi immensi lasciati agli avversari che nella sfida contro Sarri hanno inciso sul risultato finale. A chi dare le colpe? Ah boh, di certo c’è da preoccuparsi. Le altre corrono e già alla quarta giornata c’è chi batte in un derby 5-1 la pretendente.
A Genova il disastro più totale. Per più di un tempo possesso palla sterile e ricerca dell’attaccante tipica delle squadre di Eccellenza, che fidatevi hanno un’organizzazione migliore. Un 2-0 pesante scolpisce nel cuore gli azzurri che provano a reagire con rabbia ed orgoglio e fortunatamente agguantano il pareggio con due gol inventati da Jack e Politano. Poi le dichiarazioni deplorevoli del mister che giustifica la prestazione dando colpa alla imminente Champions League… d’altronde dopo due esoneri consecutivi in Francia e la bocciatura araba non poteva fare altro. Confermare la squadra non significa ripetersi, la moda estiva di fidarsi del presidente, presuntuoso nel suo pescare sempre il “jolly”, non ha portato buoni frutti. A Napoli si dice “o sparagn nun è mai guadagn”, sostituire Kim con Natan è come preferire ad un film di Robert de Niro un cinepanettone, a noi molto familiare…