Un calcio alle palle – CannAvaro di risultati, uno scherzo Italiano a Firenze

Tenendo presente fragilità e rispetto, non risparmieremo sarcasmo, ironia e sfottò a sportivi che si sono resi protagonisti nel weekend, nel bene o nel male.

cannavaro
Articolo di Francesco Gorlero18/10/2022

© “CANNAVARO” – FOTO MOSCA

CannaAvaro di risultati

Fabio è tornato a casa per essere protagonista ancora, ma non così. Diamine, nello sport si viene ricordati per le vittorie, non per tutto ciò che sta dietro (ciò che conta davvero). Mi sembra di essere un Targaryen a pronunciare certe parole. D’altronde, più è pesante l’eredità lasciata a un popolo, maggiori sono le aspettative. Fabio Cannavaro è l’ultimo capitano della Nazionale campione del mondo, l’ultimo grande baluardo di un ricordo lontano di sedici anni fa. La gavetta fatta in Cina come secondo di Lippi prima, da capo allenatore poi, fino a guidare la rappresentativa cinese da commissario tecnico ad interim, pensava potesse bastare per ripresentarsi, maturo, in Europa.

Da guerriero, quale è sempre stato, Fabio Cannavaro ha scelto la via più difficile: prendere le redini di un Benevento in balia degli eventi. Pochi chilometri da dove è nato, là, dove è amato sempre e a prescindere. Simbolo della Campania vincente, di una Napoli che si riscatta nel proprio orgoglio. Adesso, il compito di affermarsi e far risorgere le streghe. La partenza, tuttavia, è senza magia. Anzi, sembra che la scopa della fattucchiera sia rotta: 3 partite, 2 punti. Cannavaro soffia sul fuoco del calderone, aggiunge elementi, e anche quando sembra che la formula sia finalmente completa, scoppia tutto e si riparte da capo. Lo scorso weekend non è bastato un doppio vantaggio al termine dei 45’ contro la Ternana. Il sortilegio si è compiuto al Vigorito in poco più di 20 minuti. Apre Sørensen, prosegue Pettinari, ribalta Di Tacchio.

Prima degli umbri, due pareggi con Ascoli e Südtirol. Benevento inchiodato in 15esima posizione in classifica, con 9 punti in 9 partite e l’ultima vittoria in campionato risalente al 3 settembre. Mica male come scenario da dover gestire Fabio! L’ex Pallone d’oro 2006 ha coraggio e personalità da vendere, però, deve ricordare, non esiste un credito infinito. Amore, stima e riconoscenza non si estingueranno mai. La pazienza, quella, invece, ha limite. Urge uno shock, per il Benevento, in primis, e per la carriera di Cannavaro allenatore, poi.

Amici miei, ma è tutto uno scherzo Italiano?

“Ecco, questo è essere zingari. Questa è la zingarata: una partenza senza meta e senza scopi, un’evasione senza programmi che può durare un giorno, due o una settimana. Una volta, mi ricordo, durò venti giorni, salvo complicazioni”. Citazione tratta dal capolavoro di Mario Monicelli, “Amici miei”. Non vi sembra di rivedere qualcosa di simile con la Fiorentina in campionato? Tolto il 2-0 rifilato al Verona il 18 settembre, la Viola ha vinto solamente all’esordio con la Cremonese il 14 agosto. È pur vero che in 10 partite ha affrontato 3 big, Napoli, Juventus e Atalanta, perdendo solamente con i bergamaschi. L’idea di gioco c’è, l’esecuzione in campo, a volte. Italiano si sgola ad ogni gara, ma i ragazzi sembra che stiano davvero nel bel mezzo di una zingarata, appunto. Una volta si va dritti, una volta si gira. Quando poi chiedono: “Perché hai girato? Che c’è di là?”, lo zingaro risponde: “So ‘na sega. Lo zingaro, quando gli gira, gira”.

Solo così, credo, si possono spiegare questi numeri in campionato: 2 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte. Se non è aver perso la bussola. È bellissimo gironzolare per gironzolare, così come giocare per giocare, ma non è questa la via. Non è mai troppo tardi per tornare sul sentiero, e, chissà, magari confermarsi nuovamente in Europa. Un campionato con tempistiche tanto strane, un mondiale in mezzo e la ripresa a gennaio, potrebbe riservare sorprese più in là. Questa non è la solita maratona di Serie A, questo è un triathlon. Italiano deve prendere in mano il volante, sterzare, e recuperare terreno il prima possibile. Firenze chiede conto a Commisso, il quale, a sua volta, chiede conto a Barone, questi a Italiano e così via. Ma a chi recapitare la somma? Al Conte Mascetti? Serve genio: “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. Ecco, serve questo.