Napoli-Udinese: occhio ai bollenti spiriti e… ai primi quindici minuti

A Napoli arriva il passato di Spalletti: occhio all'allenatore, un leone in panchina. Così come i suoi giocatori. Attenzione, inoltre, ai quindici minuti iniziali.

CioffiFoto Mosca
Articolo di Lorenzo Maria Napolitano19/03/2022

© “CIOFFI – UDINESE” – FOTO MOSCA

L’orario non sarà dei migliori. Non è la romantica partita di domenica alle tre, ma il match andrà in scena di sabato. Davanti alla televisione, o allo stadio, quando sentiremo il cognome dell’allenatore dei friulani, probabilmente a molti verrà in mente: “Ma chi è?“.

“Ho voglia di iniziare e di portare entusiasmo, voglio trasmettere chi sono io ai ragazzi. Il mio carattere è grintoso, non sono esibizionista ma vivo con il sangue tutto, sono dentro alla battaglia. L’obiettivo è di trasmettere fame e rabbia sana ai ragazzi. Poi arrivano il calcio, la tattica e la tecnica. Questa è la vera scintilla che voglio portare”.

Ecco l’identità dell’allenatore dell’Udinese. Gabriele Cioffi. Un giramondo con le idee chiare. Ciò che si desume anche facilmente da queste dichiarazioni. In questo frammento di una prima intervista, si può così riassumere il suo dogma: agonismo. Lo stesso che è sempre riuscito a trasmettere alle proprie squadre, dall’Italia all’Inghilterra, passando per gli Emirati Arabi. L’inizio della carriera in panchina è in terra nostrana. La vocazione del viaggio, però, è forte. L’Al Jazira allenato da vice e poi il lavoro al fianco di Zola in Inghilterra lo plasmano. La sfida da “primo allenatore” l’affronta con il Crawley Town, club inglese di quarta serie, che è riuscito comunque a condurre fino al quarto turno della Carabao Cup. Norwich e Stoke City sono tra le squadre d’élite che è riuscito a battere con il Crawley. Non sono le uniche soddisfazioni della sua carriera: dopo l’esonero di Tudor, scala le gerarchie, e riesce ad acciuffare un pareggio contro il Milan, mentre albergava al primo posto in classifica.

Un bagaglio tecnico e culturale ampio, condito con una forte personalità, fanno di Cioffi un allenatore da non sottovalutare, tantomeno le sue squadre. Queste giocano con il coltello tra i denti e il fuoco negli occhi. Potremmo definirlo una sorta di Antonio Conte sotto questo punto di vista, ma non solo. Come l’ex tecnico di Juve e Inter, Cioffi ha nel DNA un inderogabile 3-5-2. Sotto questo punto di vista, per l’Udinese, rispetto a quanto accadeva con Gotti, è un ritorno al passato. La storia dei friulani è legata a questo schema di gioco: tre difensori, due esterni, tre centrocampisti e due punte. Ante Cioffi, l’Udinese peccava molto in fase difensiva, e la mancata solidità ha fruttato, inevitabilmente, pochi punti. Con lui al comando s’è ritrovato un equilibrio che sembrava perduto.

Classifica dei più sanzionati: che abisso tra Napoli e Udinese

Il carattere e l’agonismo dell’allenatore viene recepito perfettamente dai calciatori, anzi, forse un pò troppo. Con 71 cartellini, l’Udinese è una delle squadre più sanzionate della Serie A. 66 ammonizioni e 5 rossi per i bianconeri. Stando soltanto ai secondi, questi fanno della squadra di Cioffi la seconda squadra con più espulsioni. Alle spalle, solo Venezia e Roma. L’esatto contrario del Napoli che, con 49 cartellini ricevuti, è la squadra meno sanzionata del campionato. Per la squadra di Spalletti sono 47 i gialli e solo 2 le espulsioni. Occhio, quindi, anche a Victor Osimhem, che più di una volta si è esibito in teatrali proteste e scontri con gli avversari.

Cosa dimostrano questi dati? Oltre il puro agonismo, se tocchi spesso il pallone, non hai bisogno di toccare le gambe. Il Napoli, infatti, è la prima squadra in Serie A per possesso palla. L’Udinese, penultima, davanti solo alla Salernitana.

Come arriva alla sfide la squadra di Cioffi

Riuscita a togliersi qualche soddisfazione nelle ultime precedenti giornate, la squadra vorrà continuare su questa riga. Dal 20 febbraio la banda Cioffi è riuscita a neutralizzare la Lazio (1-1) il Milan (1-1) e la Roma (1-1) e tra la seconda e la terza sfida si colloca anche la vittoria contro la Sampdoria. Sette punti in quattro partite, considerando anche la qualità degli avversari, fa sicuramente dell’Udinese una squadra in forma, carica e pronta ad affrontare i grandi match.

La chiave del match

Un catenaccio che però permette spesso di arrivare alla porta. Potremmo così sintetizzare la squadra friulana. Era da molto tempo che il Napoli non affrontava un avversario così contenitivo. Se nelle recenti analisi avevamo parlato di “saper subire la partita”, sta volta è l’esatto contrario. Contro l’Udinese il pallino del gioco è sempre tuo. Guai a sbagliare troppo, però: la squadra di Cioffi vanta dei contropiedisti che sanno come pungere in ripartenza. Su tutti, Gerard Deulofeu e Beto. Coppia che in quel di Udine sta dimostrando di aver ben legato. Veloci, rapidi, e freddi sotto porta. Il Napoli dovrà prestare particolare attenzione alle ripartenza dei bianconeri, andati sempre a segno nelle ultime quattro partite. Sanno come pungere le grandi squadre: attaccano sempre nei primi minuti. Considerando sempre le ultime quattro, ben 5 gol su quattro sono arrivati nei primi 15 minuti. Come se la “zona Cesarini” per loro si materializzasse non gli ultimi minuti, ma nei primi quindici dal fischio d’inizio. Una zona inversa.

Pericolosi anche con tiri dalla distanza, l’Udinese non disdegna soluzioni di potenza. Infatti, nonostante siano una squadra “contenitiva”, riescono spesso ad arrivare alla conclusione da lontano. Oltre le due punte, anche Molina e Pereyra sono dotati di grande qualità di tiro. Non poche telefonate arriveranno all’estremo difensore azzurro, che sarà chiamato a rispondere presente più di una volta.

Un sonoro 4-0 all’andata, con Gotti in panchina, ma adesso la navicella ha invertito la rotta e appare molto più propensa a sorprendere in grandi partite. Le ultime, ne sono un esempio. Per quanto pericolosi, una squadra che mira allo scudetto non può lasciarsi intimorire da un avversario di media classifica. La partita non sarà semplice. Spalletti vorrà portare a casa il match contro il suo passato, ma è necessario tenere la giusta concentrazione fino alla fine. Ed, ovviamente, un occhio agli altri campi non fa mai male.