Il sogno di una notte di mezza primavera
Ieri nel “bosco” del Maradona è andata in scena una superba riedizione del capolavoro di Shakespeare.

© “INSIGNE” – FOTO MOSCA
Ieri nel “bosco” del Maradona è andata in scena una superba riedizione del capolavoro di Shakespeare: i nostri eroi al centro di intrecci e casini come mai sarebbero potuti venire in mente alla mente più fervida e brillante della storia del teatro. Cambi a capocchia, gente che vagava sul campo senza logica come sulla nave di Franceschiello, stremati anche quelli entrati da pochi minuti: tutti dietro ad attendere la inevitabile e catartica punizione, sperando che un drammaturgo dall’alto rimettesse magicamente il copione a posto. Più che un sogno, un incubo.
Ieri sera il Napoli è partito con la formazione giusta, il modulo corretto e la determinazione necessaria. Ha fatto un buon primo tempo: come sempre in calando e stitico. In 48’ ha prodotto “cacchine di piccione”. Nel secondo tempo, già prima che Lobotka uscisse, ha smarrito definitivamente la bussola. Spalletti ha sbagliato tutto quello che personalmente poteva sbagliare, confermando fragilità di visione nei momenti topici. E’ andata allora in onda la Commedia.
Avevamo anticipato prima del doppio impegno casalingo che, quando ci fossimo risvegliati al posto che realmente ci compete, avremmo assistito al tiro al piccione su Spalletti: sta puntualmente avvenendo con la virulenza di risultati da zona retrocessione, non da terzo posto.
Che Spalletti abbia dei limiti l’abbiamo sempre sottolineato. Altrimenti allenerebbe una vera grande, in Italia o all’estero. Ma prima di lui erano arrivate a Napoli nel recente passato due grandissime firme, Benitez e Ancelotti: ebbene Benitez ha vinto qualche coppetta, dopo la più importante campagna acquisti della storia recente, Ancelotti niente. Aveva fatto di gran lunga meglio di entrambi Mazzarri, considerato il capitale umano a disposizione e la concorrenza. Da noi non si vince certo solo con il nome.
Proviamo a riavvolgere il nastro: il Napoli in questo campionato è partito nei pronostici di tutti -e nelle attese dei tifosi “chiagnenti e fottenti”- forse ultimo tra le sette sorelle.
L’allenatore si è ritrovato una rosa più che mediocre per diverse ragioni: quando non tecniche, certamente fisiche e caratteriali. Un ambiente annichilito dalla disfatta contro il Verona e reduce da due anni di veleni e lotte interne.
Giocatori “influenti” in scadenza di contratto a cui era stato già dato il benservito. Altri senza voglia di proseguire a Napoli. Altri ancora acquistati a caro prezzo e finiti ai margini, bollati come brocchi come migliore valutazione. Due soli acquisti: Anguissa, sconosciuta riserva di una mediocre squadra inglese, e Juan Jesus, scarto tra gli scarti della nostra serie A. A gennaio poi è arrivato Tuanzebe, chi l’ha visto?
Nelle scorse settimane qualche commentatore accreditato e le solite banderuole incompetenti, hanno avuto il coraggio di preferire questa rosa a quelle di Milan e Inter. Scambiando onesti travet per ottimi giocatori, se non “fuoriclasse”: Zielinski, Ruiz, Elmas, Insigne, Politano, Rrahmani, lo stesso Anguissa, Meret quando gioca, Lozano, Mertens “ei fu”, Petagna, Ounas… Una rosa ad avviso di chi scrive da Conference League, al più Europa League.
Con questa armata Brancaleone il Napoli vince di slancio un filotto di partite, contro squadre di seconda fascia e una buona dose di culo, e la zucca si trasforma improvvisamente nella Carrozza di Cenerentola.
Nel frattempo per infortuni, Covid, Coppe varie, arriva mezzanotte: perdiamo scarpine di vetro a destra e a manca, lo stellone dei primi mesi ci volta le spalle, crisi ricorrenti. Ma ogni volta che ci affacciamo sul ciglio del baratro restiamo in equilibrio, senza cadere. Non affondiamo.
Bisogna riconoscere che questo si deve soprattutto a Spalletti, che pur tra mille errori ha sempre tenuto la barra dritta e lo spogliatoio compatto: valorizzando i Lobotka, JJ, Rrahmani e dando spazio e coraggio a seconde e terze linee vituperate dagli stessi tifosi.
Oggi noi diamo per scontato l’obiettivo della CL: sfido qualsiasi persona in buona fede a negare che a settembre avrebbe firmato per questo risultato, ad occhi chiusi. Incredulo di tanto ottimismo.
CL che dobbiamo proteggere e accudire come un neonato in queste cinque ultime giornate: piedi a terra, via da Shake…, pardon Morfeo.
In attesa di ricostruire dalle fondamenta una squadra marcia.
FORZA NAPOLI SEMPRE