Eppure ci avevano assicurato che il Palermo avrebbe annientato il Bari
Un buon Bari resiste in nove uomini ad uno scialbo Palermo: dov'è finito il plotone di contestatori che attendeva la disfatta?
© “BARI-MIGNANI” – FOTO MOSCA
Sono successe così tante cose in Bari-Palermo che è davvero difficile trovare il punto di partenza da cui riavvolgere il nastro che ha tenuto insieme i primi 113 minuti (sì, 113) della stagione di Serie B. Il campionato cadetto è ripartito dallo stesso teatro in cui aveva chiuso i battenti un paio di mesi fa. Il San Nicola però non è quello ruggente visto contro il Cagliari nello spareggio promozione; l’atmosfera questa volta è meno avvolgente e ben disvela la diffidenza che da settimane anima i tifosi biancorossi. Il motivo è un pot pourri dissapori che partono inevitabilmente dalla delusione del mancato accesso alla Serie A e si trascinano dietro vecchie e nuove ruggini.
Quello tra Bari e Palermo è stato un thriller dalle mille facce che ha accompagnato gli spettatori in un vortice di colpi di scena e… di revisioni al VAR. I primi 2 minuti di gioco avevano solamente fatto da trailer a quanto poi sarebbe successo in seguito. A pochi secondi dal calcio d’inizio, il Bari prima si illude con una spettacolare combinazione tutta di prima, a cui manca solamente la zampata finale di Nasti; poi, sul ribaltamento di fronte della stessa azione, è il goffo (molto goffo) intervento di Brenno sul tiro di Vasic a tenere il San Nicola con il fiato sospeso. Il rimbalzo sul palo è benevolo.
Da qui in poi, la gara è un saliscendi di emozioni ed episodi, seppur nel concreto manchino veri e propri sussulti in zona gol. Il primo tempo procede su buoni ritmi, anche se molto spezzettati per via di scontri di gioco e continui ingressi dello staff medico.
Il copione della prima frazione è forse sorprendente e non sarà affatto piaciuto all’arrembante plotone di detrattori estivi che erano solamente in attesa del primo passo falso del campionato. A fare la partita è il Bari – sì, quello che non ha fatto mercato, quello dalla formazione inadatta per la Serie B, quello che sarebbe stato annientato miseramente dalle dirette rivali, quello guidato dal presidente che pensa solo ai suoi interessi (e da una famiglia che pensa solo a quelli del Napoli). A subirla la partita è il Palermo – sì, lo squadrone che avrebbe dominato a mani basse il campionato, quello che ai primi di giugno aveva già fatto fior fiori di acquisti, quello guidato dai ricchi e potenti del City Group.
Il piano tattico dei biancorossi coglie di sorpresa i rosanero, che ci mettono più di un tempo per trovare le contromisure: tutt’altra roba rispetto a quanto visto appena una settimana fa contro il Parma. Il Bari gioca e prende iniziativa, anche e soprattutto grazie a due degli ultimi arrivati: Diaw e Sibilli. Ma un primo punto di svolta arriva già al quarto d’ora. Le trame dei padroni di casa si inaridiscono con l’ingresso in campo di Scheidler (al posto proprio di Diaw, infortunato), che non ha nelle corde le caratteristiche e i movimenti dell’ex attaccante del Monza.
È successo un po’ di tutto, dicevamo. Anche che all’arbitro Maresca si scolli completamente la suola della scarpetta e che non ne abbia una nuova a portata di mano. E allora come si risolve? Alla vecchia maniera e come nei tornei amatoriali di provincia: con lo scotch.
Nel secondo tempo, però, ecco che la partita cambia faccia. Passano appena cinque minuti di gioco e al 50′ arriva il rosso diretto per Maita, autore di un intervento criminale, seppur genuino, nel tentativo di non perdere il possesso di un pallone che avrebbe potuto serenamente gestire meglio. Eccola la chiave che inclina il piano e che mette il Palermo in discesa. Come se non bastasse, dopo 15 minuti il Bari resta addirittura in 9 uomini per l’espulsione, ingenua ma sacrosanta, del capitano Di Cesare, che prima si perde Brunori e poi prova a rimediare tenendolo per la maglia. Maresca rivede tutto al VAR (come per il rosso a Maita) ed assegna il rigore al Palermo. Segnarlo sarebbe stato così banale e fuori contesto, che Di Mariano resta fedele al folle piano gara e spedisce il pallone alle stelle. What else?
Mentre Maresca comincia a sventolare cartellini senza sosta (saranno 11 gli ammoniti alla fine del match), il Palermo prova l’assalto senza troppo criterio. Nonostante il vantaggio di due uomini, che poi diventano tre dopo il forfait di Menez, la squadra di Corini non trova nulla di meglio da fare che spedire palloni a casaccio verso l’area barese. Il Bari però resiste, Brenno alza il muro, e al resto ci pensa il VAR. Al minuto 100, Maresca ricorre per la terza volta alla tecnologia per annullare il gol di Brunori che aveva mandato in paradiso il Palermo. Ultimo jumpscare, prima dei titoli di coda.
Le indicazioni di Bari-Palermo
La prima partita dell’anno ha portato dunque tantissime indicazioni interessanti in un senso e nell’altro. Ha dimostrato innanzitutto come il livello del Bari non sia poi così tanto basso come le voci estive avevano fatto credere. I pochi acquisti, seppur tardivi, hanno avuto un impatto immediato e si sono ben inseriti in una formazione che in parte è già collaudata. Al cospetto di un Palermo dato per favorito alla vittoria del campionato, il Bari non è indietreggiato ed anzi si è imposto, fino a quando il confronto è divenuto impari. E poi ha retto eroicamente, mettendoci il cuore, anche se, bisogna dirlo, sono più i demeriti degli avversari che i meriti propri. È fuori discussione che il pareggio valga un punto per il Bari, ma due punti persi per i rosanero.
Dal Palermo ci si aspettava sicuramente di più, sia in undici contro undici che chiaramente nei quaranta minuti di gioco in doppia superiorità. Evidentemente la squadra di Corini, che tuttavia aveva ben figurato in Coppa Italia contro il Cagliari, ha bisogno ancora di un pò di rodaggio.
Tante note positive per il Bari, a partire dalla conferma di un Dorval in formissima per finire alle ottime prestazioni dei nuovi, Brenno e Sibilli. Tra i bocciati invece Maita e Di Cesare, in compagnia di Scheidler che si vede poco e male.
Il Bari c’è, ed intanto esce imbattuto da una sfida che era già di per sé complicata e che per come si era messa pareva quasi impossibile. Archivia la turbolenta estate con una prova convincente e pone buone speranze per la stagione. Certo, non basta un pareggio a metterla tra le concorrenti alla promozione, ma sicuramente la situazione non è parsa così drammatica come buona parte del tifo la aveva dipinta. Poi, saranno il tempo e il campo a fornire indicazioni più dettagliate.