Ischia Calcio: centenario di storia e passione

Un secolo fa nasceva la storia calcistica dell'isola di Ischia. In occasione del centenario, il racconto del passato e del presente isolano.

Articolo di Ruben Zaccaria19/09/2022

Esattamente 100 anni fa prendeva origine la storia dell’Ischia Calcio, che emetteva i suoi primi vagiti con la fondazione della Robur da parte di Biagio Buonocore nel lontano 1922. A distanza di un secolo, per raccontarci la vita del club in occasione dei festeggiamenti del centenario, ai nostri microfoni è intervenuto Ciro Curci, capo ultrà degli isolani:

“Avevo 10 anni, la mia passione è nata già da quando ero bambino, quando al vecchio Rispoli andavo a vedere la partita sempre dove c’era la curva e da lì mi sono proprio appassionato a questa squadra e a questi colori. Oggi di anni ne ho 46 e la passione non è mai scemata, anzi, il contrario. Perché poi al di là dell’aspetto calcistico io sono proprio legato al territorio, all’isola, all’essere ischitano. Quindi mi rispecchio poi nell’essere tifoso della mia squadra.

Noi come ischitani siamo orgogliosi perché siamo l’unica isola al di là della Sardegna e della Sicilia ad aver partecipato a 20 campionati professionistici tra Lega Pro, Serie C1 e C2. Oggi cade il centenario quindi è una lunghissima storia, che come tutte è fatta di alti e bassi. L’Ischia ha vissuto tanti momenti alti anche negli anni ’60 e ’70 dove raggiunse la Serie D, che all’epoca era equivalente ad una Serie C. Gli anni migliori sono però quelli dagli inizi degli anni ’80 fino alla fine dei ’90, nel corso dei quali abbiamo vinto il campionato interregionale, nel 1982, fino ad arrivare in C1 nel 1986/87, dove siamo rimati fino al ’98. Quello purtroppo fu l’anno che ci vide dichiarare fallimento per le note situazioni economiche che avvengono anche oggi in tante altre società.

Fu la fine degli anni d’oro. Da allora anche la gente, la piazza, è rimasta traumatizzata; riprendersi è stata dura, siamo ripartiti dall’Eccellenza, dove abbiamo militato per 8 stagioni, e poi siamo tornati in Serie D grazie al presidente Basentini, che riuscì a mettere su una squadra straordinaria. Su tutti, l’attuale allenatore Enrico Buonocore, capitano e numero 10 di quella formazione. Rimanemmo in D per alcuni anni che furono di transizione, prima di risalire di categoria nuovamente con Carlino. Purtroppo ancora una volta problemi economici ci portarono a dover addirittura ripartire da zero. Ischia era rimasta senza calcio per un anno. Si provò a creare una nuova squadra ma non tirava, fino all’anno successivo quando noi tifosi decidemmo di scendere in campo e di ricominciare anche a costo di farlo dalla Terza Categoria.

Cercammo di acquisire un titolo e ci iscrivemmo al campionato di Prima Categoria. La speranza era quella di trovare un presidente, un imprenditore, che potesse risollevare un po’ le sorti dei nostri colori e trovammo D’Abundo, proprietario della Medmar, che con entusiasmo accettò la situazione. In due/tre anni siamo tornati in Eccellenza, trovandoci ad un passo dal tornare in Serie D al termine della scorsa stagione; quella è stata un’altra batosta, perché abbiamo perso la finale contro la Mariglianese in casa. Come dicevo però prima gli alti e bassi ci sono nel calcio come nella vita. In tutti questi anni abbiamo vissuto tanti momenti di gioia. Da isola piccola abbiamo vinto diversi campionati, siamo stati Campioni di Italia della Serie D, abbiamo vinto la Coppa Italia Regionale; le belle soddisfazioni in questi cento anni ci sono state.

Di momenti emozionanti ce ne sono tanti, tutti chiaramente correlati alle vittorie. La prima vittoria che ho vissuto quando avevo 10 anni durante il Campionato ’86/’87 la ricordo ancora come se fosse ieri. Lo stesso dicasi di quando abbiamo vinto di nuovo il campionato qui al Mazzella nel ’90/’91. Non ultimo il Campionato vinto nel 2014. Le emozioni più belle sono correlate alle vittorie del Campionato. Ti lasciano quel segno indelebile che mai si potrà cancellare. Purtroppo anche in negativo, con le sconfitte, si vanno a riaffacciare i ricordi brutti, però ripeto, nel calcio, nella vita, ci sta. Tutto è così.

Il nuovo progetto? Il lavoro che sta facendo Taglialatela è un bel lavoro perché ha portato nello staff tecnico e vicino ad esso persone che sono state parte della storia dell’Ischia e sono ischitani doc. Per citarne qualcuno, lo stesso Impagliazzo che è stato la bandiera dell’Ischia Calcio, divenendo il giocatore con maggiori presenze della storia del club, è diventato direttore tecnico; non da meno lo stesso mister che ha vissuto una carriera in giro per l’Italia ma è sempre stato un grande tifoso dell’Ischia. Il fratello Massimo idem, ha giocato nell’Ischia e prima di essere giocatore è sempre stato un tifoso; lo stesso Luigi Mennella, allenatore dei portieri, ha fatto la storia. È nato calcisticamente a Ischia, ha girovagato tra i campi di serie C e D per poi ritornare a Ischia e vincere il campionato di Serie D e C2. Per tutto questo va dato merito a Taglialatela che sta cercando di creare qualcosa di bello e ne siamo contenti. Poi si sa, il tifoso vuole sempre vincere o quantomeno sperare di lottare per vincere; noi siamo fiduciosi che questa squadra possa lottare e fare qualcosa di buono, poi logicamente è sempre il campo il giudice che decide e dice tutto”.