Verrà il fuorigoco e avrà i tuoi occhi (tuoi di chi?)

Le differenti interpretazioni sulle situazioni di fuorigioco, come nel caso della rete annullata a Kessié in Milan-Napoli.

Zielinski
Articolo di Roberto Beccantini20/12/2021

© “MASSA-ZIELINSKI” – FOTO MOSCA

Ai giovani che si affacciano al giornalismo dedico questo piccolo apologo. Si riferisce ad Atalanta-Roma 1-4 di sabato 18 dicembre e a Milan-Napoli 0-1 di domenica 19 dicembre. Nel dettaglio, all’autogol di Bryan Cristante non convalidato per fuorigioco di José Luis Palomino; e alla rete di Franck Kessié azzerata dal fuorigioco di Olivier Giroud.


Riporto, su entrambi i casi, le moviole della «Gazzetta dello Sport» e del «Corriere dello Sport-Stadio». E cioè: Milano e Roma, il capitale e la capitale. Precedenza a Bergamo, linea a Marco Guidi della rosea: «Il vero pasticcio (ammesso più tardi anche dai vertici arbitrali) arriva però al 68’, quando Cristante devia nella propria porta il 2-2 dopo la sponda di Zapata (spalla, più di braccio). Nasca dal Var informa Irrati dell’offside di Palomino, dietro al romanista. L’argentino, però, non tocca la palla. Il fuorigioco, dunque, può essere attivo (Palomino disturba Cristante) o passivo (il gol sarebbe buono), ma il compito di decidere non spetta al Var, quanto all’arbitro dopo aver rivisto l’episodio al monitor. Nasca, invece, fa annullare direttamente la rete. Errore procedurale, mentre è molto soggettiva l’interpretazione sulla punibilità o meno dell’offside.

Ci sono elementi sia per dire sì (braccio di Palomino in appoggio) che no». Voto a Massimiliano Irrati: 5.
Passiamo, adesso, al «Corsport». E alla sua moviola, non firmata: «Attorno all’episodio del gol annullato all’Atalanta ruota tutta la partita: cancellato, giustamente, il pari a metà secondo tempo, con un paio di minuti per il silent-check con Nasca che è al Var. L’azione rivista, sul calcio d’angolo che manda alla deviazione Zapata dopo un contatto ai limiti del consentito con Vina, pizzica una posizione irregolare di Palomino. Fuorigioco, come mostra ad ampi cenni Irrati». Il cui voto è: 6,5.


Eccoci al Meazza. Matteo Dalla Vite, sulla «Gazzetta», scrive: al minuto 44’11″ del secondo tempo, «cross da sinistra di Ballo Touré, pallone in piena area e toccata di testa da Giroud, la palla torna a terra e un contrasto Lobotka-Kalulu la devia verso Castillejo che riceve la scivolata di Ghoulam con conseguente spostamento della palla stessa al centro dell’area dove c’è Kessie. Massa concede il gol ma Di Paolo (Var) lo richiama all’”Ofr” [acronimo di on field review]: evidente il fuorigioco di Giroud, ma il campo dell’interpretazione porterà alla discussione infinita. Massa guarda e cambia idea, quando invece la decisione iniziale era la più corretta. L’attaccante francese è insomma sì in fuorigioco ma “sdraiato” e in una situazione consequenziale a un duello aereo e quindi non cercata né creata». Voto a Davide Massa: 4,5. E titolone della prima: «Così non Var».


Qui Milano, a voi Roma. Edmondo Pinna sul «Corriere dello Sport-Stadio». Pane al pane: «L’annullamento del gol di Kessie per fuorigioco precedente di Giroud (e vi spiegheremo perché lo è) è una finezza, complimenti». Un po’ di sana suspense, e lo spiega. Sul serio: «Al momento del tocco in avanti di Kalulu, Giroud è a terra e davanti a lui, sdraiato come lui, c’è Juan Jesus: il contatto fra i due è evidente, forse non voluto, ma Giroud muove anche le gambe quando il pallone passa da quelle parti. Bravo Di Paolo a chiamare l’OFR, fa bene l’arbitro a giudicarlo interferente». Voto a Massa: 6.


Premesso che, come celiava Vittorio Zucconi, «le opinioni sono come il sedere. Tutti ne abbiamo uno, ma non è detto che interessi agli altri», qui dobbiamo farci forza e fingere che abbiano un peso. Immagino lo sguardo curioso e perplesso del giovane aspirante. E allora? E allora, di fronte a una materia liquida, liquide non possono che essere le reazioni. L’edicola incombe sempre, come no, ma assicuro che il fuorigioco è argomento che divide anche e soprattutto perché, negli anni, la Fifa ne ha sadicamente violentato lo spirito.


Tornando ai fatti: per la Roma di Roma e Napoli, tutto perfetto; per la Milano di Atalanta e Milan, in compenso, tutto o quasi imperfetto. Nel mio piccolo, avrei considerata «attiva» la posizione di Palomino e, dunque, rimosso il due pari: al netto dell’iter, errato. Viceversa, trovo discutibile, molto discutibile, al di là della procedura «legale», la retro-marcia su Kessié.
Attenzione, però. Provate a mettervi nei panni di Gian Piero Gasperini e Stefano Pioli ai quali, magari, solerti addetti stampa hanno consegnato il fascicolo di Lazio-Roma 3-0 del 15 gennaio 2021, con – in bella evidenza – la geografia e la dinamica del raddoppio di Luis Alberto. Sul tiro del quale, al di là di un braccino antecedente e vagante di Manuel Lazzari, spicca il bivacco di Felipe Caicedo nei pressi di Pau Lopez. Il portiere. Dirigeva Daniele Orsato, che i varisti ignorarono. Strano.


Morale della favola (e dell’apologo): se non si considerò «attivo» Caicedo – come ammiccò, sghignazzando, il designatore dell’epoca, Nicola Rizzoli – le «passività» di Palomino e Giroud, ai tempi di Gianluca Rocchi, sarebbero tutt’altro che scandalose.
Sullo sfondo, si agita quel pugno di campanili che non abbiamo mai smesso di essere. E la famigerata regola del fuorigioco che, nel dubbio, da scapestrati nipoti dei padri fondatori continuiamo a interpretare come più ci garba. Tanto, se una riga ci dà torto, ce ne sarà sempre un’altra a farci coraggio.

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