Scafatese, il progetto del club ai vertici dell’Eccellenza
Francesco Vitaglione, direttore sportivo della Scafatese, è intervenuto ai nostri microfoni per parlarci del progetto del club.
La nascita del calcio a Scafati risale al lontano 1922 – esattamente un secolo fa – quando venne creata l’Unione Sportiva Scafatese. Nel corso della sua storia, il club ha partecipato al campionato di Serie B nel corso di due stagioni, esattamente tra 1946 e 1948. Compiendo invece un salto temporale, gli anni ’60 hanno visto la squadra risiedere in pianta stabile in D, dove i gialloblù hanno giocato con continuità anche negli anni ’90 dopo molti anni tra Promozione e Prima Categoria. Nel ’97, il club viene retrocesso in Eccellenza (campionato nato nel ’91, ndr), dove passa alcune stagioni prima di giungere al periodo d’oro della sua storia recente. Dal 2004 al 2010, la Scafatese scende infatti in campo tra Serie D e Serie C2/Lega Pro seconda divisione, giocando nel professionismo tre stagioni prima del fallimento che l’ha vista ripartire dalla Terza Categoria.
Il progetto attuale della Scafatese
Per parlarci dell’attuale progetto della squadra, che milita in Eccellenza, è intervenuto ai nostri microfoni Francesco Vitaglione, direttore sportivo della società nonché ex calciatore gialloblù, avendo indossato la maglia del club per cinque anni dal ’91 al ’96.
“Abbiamo creato un buon gruppo di lavoro a livello societario, con persone che fanno calcio da parecchio, quindi è un’avventura entusiasmante“, afferma Vitaglione. “Stiamo gettando le basi per dare un futuro solido alla Scafatese e in questa prima fase del campionato stiamo mantenendo gli obiettivi che ci eravamo prefissati, ovvero di giocare un campionato di vertice, dove comunque abbiamo un girone in cui è presente la corazzata San Marzano. Però cercheremo di proseguire su questa strada fino al termine del campionato. Lavoriamo per essere pronti per il salto di categoria, se non sarà quest’anno sarà il prossimo ma sicuramente lavoriamo quotidianamente per una struttura solida che possa affrontare anche le categorie superiori. Vogliamo creare le basi soprattutto al di fuori del rettangolo verde dove stiamo cercando di mettere tutte le componenti insieme e spero riusciremo anche ad avere l’agibilità dello Stadio, che ci permetterà di guardare al futuro con più ottimismo”, prosegue.
La capienza dell’impianto è infatti attualmente limitata e la società è in attesa di poter sfruttare appieno la sua casa: “Con questa riduzione siamo limitati nell’organizzazione degli eventi, delle manifestazioni e nell’attirare gente allo stadio, nonostante i tifosi vengono comunque in massa. Perciò ripeto, speriamo di raggiungere questa agibilità e di poter avere quindi sempre più persone allo stadio, che è il cuore del calcio”, dichiara il direttore.
Ma come è composta la rosa della Scafatese? “Abbiamo un mix di esperti e giovani validi, è un campionato di vertice e siamo contenti di quello che fino ad oggi è stato fatto”, dichiara Vitaglione. “Stiamo rispettando in pieno i nostri programmi, i ragazzi si impegnano fino ad oltre il 90′. Siamo contenti del lavoro fatto fino ad oggi da mister Liquidato e da tutto lo staff tecnico dei calciatori. Essendo una società nuova abbiamo agito sul mercato, però sono comunque ragazzi di nostra proprietà sui quali bisogna sempre puntare vista la regola degli under. Abbiamo 7/8 ragazzi in rosa tutti validi quindi siamo contenti anche di loro che ogni giorno ci mostrano il loro valore. Settore giovanile? È presto, se riusciamo a risolvere la problematica dello stadio sicuramente il prossimo anno sarà approntato, perché comunque è linfa vitale per le società. Poiché quest’anno c’è stata questa problematica non abbiamo potuto proporlo, facciamo solo la Juniores, per il prossimo è in programma sicuramente di fare anche le altre categorie”, conclude.
In ultima istanza, il direttore ha parlato delle sue emozioni nel tornare a Scafati dopo l’esperienza da calciatore: “Io sono tornato a Scafati dopo 25 anni e ho ritrovato sempre un pubblico caldo, accogliente. Per me è stata una grande emozione ritornare, ritrovare gente che dopo tanti anni mi ha accolto come stanti anni fa. Quindi per me è sicuramente dare qualcosa in più perché comunque è come se fossi a casa mia. Raccontare un momento vissuto da calciatore? Ce ne sono tanti perché ho vissuto cinque anni qui, però ricordo c’era la partita con il Brindisi molto sentita e ci fu un goal al 90′ su punizione che scatenò un po’ l’apoteosi dei tifosi, e quello è un ricordo che porto sempre con me e non dimentico mai della mia permanenza a Scafati”.