Il calvario della Salernitana: errori, eccessi e un futuro Incerto

L'ombra della retrocessione incombe sulla Salernitana, ma i tifosi granata non vogliono rassegnarsi al peggio.

salernitana, tifosiFoto Mosca
Articolo di Giovanni Santaniello21/01/2024

Salerno oggi si trova a fronteggiare una crisi che scuote profondamente il cuore sportivo della comunità: la disastrosa stagione della Salernitana che si dibatte in uno scenario che sa di amarezza e di occasioni mancate.

Il cuore del problema risiede in una serie di decisioni discutibili che hanno portato la squadra a vivere uno dei momenti più bui della sua storia sportiva. L’ombra della retrocessione incombe, oscurando il futuro della squadra e preoccupando i tifosi, fedeli custodi della passione calcistica di Salerno.

La madre di tutti gli errori: La Direzione Sportiva

La mossa che ha dato inizio e ha determinato questa spirale negativa sembra essere stata l’infelice scelta di Morgan De Sanctis come Direttore Sportivo. Con un investimento di svariate decine di milioni di euro sperperato nel mercato, si è assistito all’acquisto di giocatori del tutto inadeguati per competere nel campionato di Serie A. Un grave errore di valutazione, dunque, che ha gettato le basi per la crisi attuale.

L’estate scorsa ha poi visto il “colpo di grazia” con la partenza di calciatori come Piatek, Nicolussi Caviglia, Bonazzoli (quest’ultimo che ancora grava sul bilancio del club), Vilhena e Troost-Ekong, senza che si provvedesse ad un’adeguata sostituzione. La difesa, già traballante, è stata lasciata in balia di sé stessa, esponendo la squadra a una fragilità che si è concretizzata in una serie di prestazioni inguardabili. Calciatori del calibro di Soulè, proposto dalla Vecchia Signora, sono stati declinati con un noncurante gesto di disapprovazione, sigillando così il destino della squadra con il sigillo dell’incompetenza nel riconoscere e valorizzare il vero talento.

L’appello disatteso di Sousa e il ritorno di Sabatini

La società e il DS hanno poi colpevolmente ignorato i ripetuti appelli di Paulo Sousa, che con lucidità aveva sottolineato, in tempo utile e a mercato ancora aperto, la debolezza della squadra e le carenze di organico rispetto alla stagione precedente. Eppure, anche di fronte a tali avvisi, non si è voluto invertire la rotta.

La società, dopo le recenti proteste dei tifosi, in una mossa che sa di disperazione, ha richiamato Walter Sabatini, chiedendogli di compiere un vero e proprio miracolo: rafforzare la squadra e, allo stesso tempo, rimpinguare il deficitario bilancio societario. Un compito che a definirlo arduo è un eufemismo, e infatti oggi si conferma una missione quasi impossibile.

Pippo Inzaghi sembra avere un abbonamento all’ottimismo, anche mentre la sua squadra fa slalom tra le sconfitte. Ma nel calcio, come sappiamo, non è la speranza a segnare i gol. Sarà interessante vedere se questo eterno ottimismo si trasformerà in punti, o se sarà solo una facciata per un “addio” con stile. Nel frattempo aumentano i nostalgici di Sousa.

Un futuro incerto

Ora, la Salernitana si trova davanti a questa sfida: come liberarsi di quei giocatori che, con contratti particolarmente generosi e di lunga durata, a fronte di prestazioni assai deludenti, rappresentano un pesante fardello economico e sportivo e non lasciano posti liberi in lista per i nuovi arrivi? E quali saranno le ricadute economiche di una eventuale retrocessione, considerato che molti di essi risulterebbero inadeguati anche nella serie cadetta? Retrocedere con sulle spalle fardelli economici così gravosi si rivelerebbe un autentico bagno di sangue finanziario, che nessun paracadute potrebbe lenire.

I tifosi granata però non vogliono rassegnarsi al peggio. La speranza è che la Salernitana, con la sua storia e il suo spirito, possa ritrovare la forza per risollevarsi e compiere l’ennesimo miracolo, rinnovando il legame indissolubile che la unisce alla sua città e ai suoi tifosi.

Come diceva Nelson Mandela, “Io non perdo mai. O vinco o imparo”. Che questa possa essere l’occasione per la Salernitana di imparare e tornare più forte, per onorare la passione dei suoi sostenitori e la storia sportiva di Salerno.

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