Napoli e Milan sognano con i giovani, Juve e Inter invecchiano lentamente

L’attenzione verso i giovani in Italia è ancora molto scarsa, soprattutto tra le big. Eppure, se qualcosa inizia a smuoversi, il merito va dato a Napoli e Milan, le quali, negli ultimi anni, hanno mostrato che vincere ringiovanendo è possibile.

de laurentiisNAPOLI, BENEVENTO AMICHEVOLE PRECAMPIONATO NELLA FOTO: AURELIO DE LAURENTIIS FOTO MOSCA
Articolo di Luca Paesano21/10/2022

© “DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA

Secondo i dati elaborati dall’ultimo rapporto mensile del CIES sulle abitudini d’acquisto delle squadre dei Top 5 campionati europei, la Serie A è la lega che conta il minor numero di tesserati prodotti dai rispettivi settori giovanili. Dei 556 calciatori attualmente presenti nel campionato italiano, ben 500 (89,9%) risultano acquistati da altre società. Staccata di una sessantina di calciatori la Premier League (86,5%) e la Ligue 1 (86,0%). Danno il buon esempio Germania e Spagna, che sono i Paesi in cui si crede maggiormente nei propri talenti: in entrambi i campionati, la percentuale di calciatori prodotti in casa si attesta intorno al 17% (quasi il doppio di quanti ce ne siano in Italia).

Le politiche di mercato in Serie A

Il campionato italiano prova a sopperire alla scarsa autoproduzione di talenti attraverso il mercato. Nell’attuale Serie A, il 16,6% dei calciatori (solo la Bundesliga ha un dato più alto) aveva 21 anni o meno nel momento del suo acquisto. La fascia d’età maggiormente ricercata è quella che va dai 22 ai 25 anni. La tendenza, dunque, suggerisce una predilezione per giocatori relativamente giovani, ma con un proprio bagaglio di esperienze pregresse. In quanto a over 30, la Serie A si colloca esattamente nel mezzo con l’11,8%. Non è un dato malvagio, ma si potrebbe sicuramente fare meglio.

Le statistiche del CIES riferite all’ultimo decennio ci dicono che l’Udinese è la società italiana ad aver investito maggiormente sui giovanissimi. Con il 22,4% dei tesseramenti, i bianconeri precedono il Sassuolo (16,7%) e la Sampdoria (16,5%). C’è da appuntare, tuttavia, che la media dei friulani beneficia dei dati risalenti alla precedente linea societaria. Con il ritorno di Pierpaolo Marino, infatti, l’età media degli acquisti è salita dai 23 anni del 2018 ai 26 anni del 2021, mostrando una flessione solamente nell’ultima sessione di calciomercato. Il club neroverde, invece, ha sempre mostrato una politica d’acquisto coerente e definita, oscillando entro margini che variano dai 23 ai 24 anni in media.

Menzione necessaria va fatta per il caso dell’Atalanta. Da quando i bergamaschi hanno deciso di spingersi oltre la dimensione di squadra da metà classifica, l’età media degli ingaggi è calata vertiginosamente dai 26,7 anni del 2014/15 ai 23,6 del 2018/19, salvo poi stabilizzarsi intorno ai 24 anni. È innegabile che attualmente, in Italia, rappresenti uno dei modelli più floridi e virtuosi.

Le politiche di mercato delle big italiane

In questo mare magnum di strategie d’acquisto, come si muovono le grandi squadre del campionato?

Napoli

Il Napoli è il club italiano che ha investito meno nei calciatori con un’età inferiore ai 21 anni: solamente 6 su 68 acquisti totali ed una percentuale che non va oltre l’8,8%. E non solo: gli azzurri sono anche al sestultimo posto tra le squadre dei Top 5 campionati prese in analisi. A ben vedere, però, quella del Napoli rappresenta una politica societaria chiara e oculata.

Il grafico del CIES (Figura 6) ci mostra come, dopo un abbassamento iniziale dell’età media d’acquisto dal 2014 al 2015, il mercato del Napoli si sia mantenuto costantemente attorno ad una media di 24,5 anni. Ed infatti, il target principale del mercato partenopeo è quello compreso dai 22 ai 25 anni, che fa registrare una percentuale del 50% sul totale dei tesseramenti. Inoltre, gli azzurri sono la squadra che ha ingaggiato meno over 30 (10) nell’ultimo decennio di Serie A. E per completezza: sei di questi erano portieri e gli unici di movimento (Juan Jesus, Llorente, Giaccherini, Reveillere) non erano certamente prime scelte.

Ed è proprio nell’ultima sessione di mercato che De Laurentiis ha deciso di attuare un ringiovanimento radicale, salutando la vecchia guardia e introducendo il futuro. Via gli over 30 Koulibaly, Insigne, Mertens, Ospina, Ghoulam e Malcuit. Benvenuti agli under 25 Kim, Olivera, Raspadori, Ostigard e all’under 21 Kvaratskhelia. Nel giro di un paio di mesi, il Napoli ha abbassato la propria età media di ben due anni.

Milan

L’ultimo decennio del calciomercato del Milan è invece il riflesso delle burrasche e degli avvicendamenti che hanno interessato dirigenza e società. L’anno zero coincide con l’arrivo di Paolo Maldini nel ruolo di direttore tecnico. L’ex bandiera rossonera riparte dai giovani e tra il 2019 ed il 2020 pone le basi per il Milan dello scudetto. Nel giro di poche finestre di mercato arrivano Theo Hernandez, Leao, Tonali, Bennacer, Hauge, Andre Silva e Diogo Dalot, poi Tomori e Kalulu. La squadra però è incompleta e le casse del club sono vacanti. Da qui deriva la scelta – inevitabile – di affidarsi all’esperienza di Kjaer, Musacchio, Biglia, Mandzukic e Ibrahimovic. I rossoneri, infatti, sono al primo posto in Serie A per acquisti over 30 (23,4%) e al quarto posto per acquisti under 21 (14,9%). Un cocktail che, a conti fatti, è risultato vincente.

Juventus

La Juventus mostra dei parametri di mercato molto simili a quelli del Napoli, con la differenza che gli azzurri sono primi in classifica con un bilancio immacolato e i bianconeri sono in perdita di circa 254 milioni e nel pieno di un harakiri sportivo. La Vecchia Signora si è cappottata di fronte all’incapacità di riaprire un nuovo ciclo, cominciando a sperperare denaro in cerca di soluzioni. Ha provato a ripartire dai giovani, ma, al contrario del Milan, ha preteso tutto e subito e non ha avuto la pazienza di aspettarli. La Juve è la Juve, non può perdere altro tempo e non può permettersi altri affari a vuoto. E allora: al diavolo i giovani! Se si escludono Rovella e Cambiaso che sono stati girati in prestito, infatti, l’età media dell’ultimo mercato bianconero dice 28 anni. Volendo anche solamente accennare ad una politica d’acquisto, ci si addentrerebbe in un discorso alquanto approssimativo. La Juventus degli ultimi anni sembra navigare a vista e senza una concreta progettualità.

Inter

L’Inter è la squadra che ha ingaggiato calciatori con l’età media più alta nell’ultimo decennio di Serie A ed è la seconda tra i Top 5 campionati europei, alle spalle del solo Chelsea. I nerazzurri sono anche tra le società ad aver acquistato più over 30 (23,0%): solamente Milan e Manchester United hanno fatto peggio in Europa. Una politica, dunque, tutt’altro che volta ai giovani e alla loro valorizzazione. I problemi economici, passati e attuali, certamente influiscono. Il bilancio in rosso di Zhang, così come quello del club di Agnelli, taglia fuori la società dalla corsa ai talenti più promettenti. E così, per sistemarsi, Marotta è andato a prendere prima Dzeko, poi Caicedo, poi Mkhitaryan e Acerbi… altro che giovanotti! Eppure, Giuntoli ci ha dimostrato che con le giuste competenze è possibile fare un gran mercato anche a cifre contenute.

Napoli e Milan modelli innovativi

In conclusione, possiamo dire che l’attenzione verso i giovani in Italia è ancora molto scarsa. Sono soprattutto le big, laddove le responsabilità e la posta in palio sono maggiori, a mostrarsi più reticenti. Eppure, se qualcosa inizia a smuoversi, il merito va dato a Napoli e Milan, che negli ultimi anni hanno mostrato e stanno mostrando che vincere ringiovanendo è possibile.

Un Diavolo svecchiato ha riportato lo scudetto alla sponda rossonera di Milano, sbattendolo in faccia al cugino nerazzurro che intanto inizia ad accusare gli acciacchi del tempo. E più al Sud c’è un ciuccio, ritornato puledro, che sogna di diventare un cavallo di razza. Per ora corre. Corre in campionato e corre in Europa. Corre verso un sogno che perdura da oltre trent’anni e che oggi, grazie ad una ritrovata giovinezza, pare più vivo che mai. Prendano nota Inter e Juventus.