Il tackle nel deserto: i 60 allenatori dell’Arabia Saudita
Senza fenomeni, ma con un vantaggio non trascurabile: l'Arabia Saudita dell'highlander Hervé Renard si presenta così al Mondiale.
Ci sveglieremo con Argentina-Arabia Saudita, la prima di una lunga serie di partite all’alba italica. Della squadra che fu di Re Diego si conosce tutto, un po’ meno degli arabi, anche se dal 1994 hanno cominciato in maniera più o meno estemporanea ad affacciarsi dalla finestra con vista Coppa del Mondo.
La Federcalcio saudita ha un brutto vizio: cannibalizza gli allenatori. Hervé Renard, l’attuale condottiero, è il 60esimo ct da quando nel 1956 è nata la federazione. Il 24esimo negli ultimi 23 anni. Numeri che fanno impallidire, ma a quelle latitudini funziona così: l’esonero è l’accessorio più gettonato nella stanza dei bottoni. A Riyadh non guardano in faccia a nessuno, anche se ti chiami Rijkaard, Beenhakker o Solari. Il tuo curriculum diventa carta straccia al primo risultato negativo, ma a volte basta un pareggio di troppo a far partire la lettera di licenziamento. Ne sa qualcosa il brasiliano José Candinho, esonerato nel lontano 1993 tra il primo e il secondo tempo di una partita. Così come Carlos Alberto Parreira, silurato a Mondiale in corso (unico caso nella storia del torneo iridato) nel 1998 dopo il ko di Parigi contro la Francia.
Il francese Renard, l’uomo con l’immancabile camicia slim fit bianca, resiste da 3 anni, e dopo aver fatto bene con Zambia e Marocco, sta lasciando un’impronta interessante nel calcio saudita. Non ci sono fenomeni, ma l’Arabia parte con un vantaggio tutt’altro che trascurabile: l’intera rosa è composta da calciatori che giocano nel campionato locale. Renard ha avuto la possibilità di provarli e sperimentarli non soltanto nelle gare amichevoli programmate dalla Fifa, ma in una lunga serie di raduni collegiali.
Qualche individualità? I tempi dell’eterno portiere Mohamed Al-Deayea, del feroce centrale Abdullah Zubromawi e della scheggia impazzita Sami Al-Jaber sono lontanissimi. Oggi a fare la differenza potrebbero essere Nasser Al-Dawsari, un centrocampista di fascia sinistra dai piedi educati, e l’atletico attaccante Saleh Al-Shehri.