© “CAGLIARI” – FOTO MOSCA
Napoli deludente, deludente oltre il nostro stesso callo e disincanto.
Eravamo tra i pochi che giovedì, risultato a parte, che avevano visto il bicchiere interamente vuoto, neppure mezzo vuoto. Infatti solo l’incredibile serata storta di Torres, non per niente uscito piangente dal campo, ci aveva permesso di chiudere quella partita in pari e non sotto di almeno tre gol. Al cospetto di un’avversaria mediamente forte ma non certo impossibile avevamo mostrato i soliti limiti tecnici, un’inesistente vena offensiva, una guida tecnica spenta.
Con gli occhi impregnati dalle molte oscenità di quella serata, temevamo dunque la partita di Cagliari. I sardi stanno risalendo la china, sono forti fisicamente, giocano in uno stadio bollente: squadre molto più cazzute delle nostre sacerdotesse vergini avrebbero sofferto.
Però, in fondo in fondo, pensavamo pure che, dopo i risultati delle avversarie, un’occasione così ghiotta sarebbe stato delittuoso non coglierla. E puntualmente “delitto” è stato.
Quali le radici di questo pareggio/sconfitta? Spalletti ha incredibilmente giocato con 5 difensori di ruolo dal tasso tecnico modesto, KK compreso. Più Demme… Alcuni commentatori si sono sbizzarriti con varie interpretazioni del modulo: 3-4-3, 3-4-2-1. Io ho visto in un intero primo tempo 5 difensori bloccati e al solito stolidamente imprecisi, con Demme aggiunto a fronteggiare un Cagliari cazzuto e arrembante. Davanti a questi 6 il nulla galattico, non una novità.
Che furbacchioni: abbiamo giocato a specchio contro il Cagliari di Mazzarri, maestro della difesa a tre e dell’aggressività a tutto campo. E puntualmente, con le nostre ballerine, abbiamo finito col perdere tutti i duelli fisici senza prevalere in quelli tecnici. Anzi.
Forse il “talento” del Napoli non permetteva altro ieri sera, come ci è parso di intuire dalle poco chiare dichiarazioni del tecnico? Se così fosse le aspettative sullo scudetto sarebbero una volta di più campate in aria. In una partita decisiva, che non ci poteva certo cogliere di sorpresa, siamo stati soverchiati da una squadra di bassa classifica, molto più di quanto non sia capitato a Milan, Inter e Juventus nel fine settimana. O forse Spalletti ha incredibilmente toppato la preparazione alla partita e la formazione, sottovalutando l’impegno di ieri in vista del ritorno con il Barcellona?
Noi pensiamo da sempre che la rosa sia ampiamente sopravvalutata, sul piano tecnico, fisico e caratteriale, e che la vera impresa sarà arrivare tra le prime quattro, non certo vincere uno scudetto che solo il suicidio dell’Inter potrebbe rimettere davvero in discussione. I sogni lasciamoli ai tifosi bambini, quelli a secondo di come va esultanti o strepitanti, ed evitiamo di sovraccaricare di responsabilità anime pie del tutto inadatte a sorreggerne il peso.
Questo vale anche per Spalletti le cui dichiarazioni “sfrocoleano” ipocritamente la piazza e tornano indietro come boomerang dopo certe prestazioni. Un sano realismo non sarebbe mai troppo apprezzato.
Anche perché se è senz’altro vero che a oggi Spalletti stia facendo un buon lavoro, sembra pure che un po’ troppo spesso si lasci tentare da soluzioni “narcisistiche”, “self-centering”. E pesano sul groppone le troppe querelles contrattuali con giocatori importanti, distratti oltre che carenti di attributi. Gravissima colpa del Presidente e dei dirigenti.
A proposito di giocatori, preferiamo non commentare la prestazione di alcuni strombazzati protagonisti, per i quali fior di club esteri sarebbero disposti a fare follie (…), tutti cuore e appartenenza a parole, che quando chiamati in causa ai primi calcetti scompaiono puntualmente dalla scena. La voglia feroce di Osimhen è davvero merce rara in questa squadra.
Giovedì e domenica vedremo se tutti sapranno reagire. Di jolly non ce ne sono più, per nessuno.
Forza Napoli Sempre
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