BoboTv, la nuova isola che non c’è
La BoboTv è un luogo magico, bambino: un'isola che non c'è in cui nessuno si nasconde dietro i cespugli della convenienza.
È un grande boccale di birra con gli amici durante il Proibizionismo negli Stati Uniti tra gli anni ’20 e i ’30, una piccola tana in cui divertirsi che può essere l’inferno come il paradiso. La BoboTv è un mondo magico, bambino: è una partita di calcio organizzata tra compagni di classe dopo aver marinato la scuola. Tutti coloro che hanno vissuto uno spogliatoio sono stati protagonisti di una BoboTv tra insulti, risate, aneddoti e matto divertimento, anche perché «nella vita bisogna divertirsi, non siamo mica crisantemi». Ognuno di noi, nel proprio piccolo, vive la sua BoboTv: quando si parla con il papà e racconta che se non fosse stato per quel ginocchio chissà dove sarebbe oggi, quando mandi a quel paese chi pensa che il tuo idolo sia inferiore a qualcuno, oppure quando intavoli un discorso nelle vacanze in Riviera Romagnola in piena notte con gente che non hai mai visto prima.
Lo show creato dai quattro amici ci riconcilia con il calcio, permettendo a tutti di (ri)vivere la sua essenza, per innamorarcene ancora. Chi, di sera, non vorrebbe essere lì con loro, a dire la propria sulle prossime partite di Champions League, raccontare quella storia che nessuno conosce meglio di te, anche farti prendere in giro perché magari non riuscivi a palleggiare neanche con le mani. Quanto darebbe ognuno di noi per passare una serata da Mimmo? Bere un bicchiere di Coca Zero gelata insieme a Lele mentre ci si passa un pallone ridendo e scherzando, perdendosi in grasse e grosse risate che sveglierebbero tutto il condominio.
È bella l’intimità, la chimica che c’è tra loro. Tutti maschi alfa che masticano calcio senza limiti, vincoli, figure esterne opprimenti o tempi televisivi. C’è tutta una musicalità particolare, quasi psichedelica, e non è il «PAM PAM» di Bobo alle sparate di Antonio. Saranno quei gesti ampi, quella sensazione primitiva, la maglia di Maradona che domina la stanza di Cassano, le «fiammate», l’eccentrico (quanto a tratti incomprensibile) accento barese di Ventola .
Sono dei cavalieri, dei bomber, degli amici che occupano alla perfezione lo schermo dei computer e i cuori degli appassionati di calcio, ma non soltanto: padel, tennis, NBA, se capita addirittura il football americano, territorio dell’eterno Tom Brady.
E poi, parliamoci chiaro: chi, oggi, può permettere ai tifosi di sentir parlare (senza filtri) Guardiola, Totti, Buffon, Mancini, Crespo, Ronaldo il Fenomeno, Nesta, De Zerbi, Zanetti, Materazzi, De Rossi, Fabio Cannavaro, Higuaín, El Principe Milito e Ciro Ferrara?
Tutti questi Campioni compongono la grande torta del calcio, e ne costituiscono una bella fetta grossa. Rispetto alle consuete interviste, però, possiamo conoscerli personalmente. Siamo, per qualche ora, con loro dentro lo spogliatoio. L’ultimo invitato è stato Gianluigi “Gigione” Buffon, in un episodio da godersi tutto d’un fiato. Juventus, Paris Saint Germain, Neymar, Verratti, Europei, Parma, si parla di tutto e va bene tutto. Grazie ai racconti della BoboTv i calciatori non sono più figurine, ma uomini. Grazie alla BoboTv sappiamo con chi vorremmo passare una serata pazza con fiumi di alcool, con chi architettare scherzi ad un compagno di stanza, o quale posto bisogna accaparrarsi a tavola per una cena in ritiro senza essere troppo seri.
Tralasciando gli insegnamenti tecnici o tattici, che possono piacere o meno, interessare o non interessare, senza la BoboTv non saremmo a conoscenza di tutte le Cassanate, non avremmo potuto amare ancora di più Antonio Cassano. Senza la BoboTv, staremmo ancora leggendo incolori articoli messi nero su bianco su Xavi e Iniesta, ed invece sono stati raccontati da Pep Guardiola. E pensare che tutto questo è iniziato con un messaggio…
Ascoltando gli eroi della Nazionale ti senti trasportato in ritiro. Con un pizzico di immaginazione ti ritrovi al fianco di Pirlo, vedi i coni degli allenamenti e Vieri che parla con il “Trap”: «Mister, ad Antonio mettilo con le riserve così si incazza». Con gli argentini scopri a fondo il vero significato del fútbol, e ascoltando le menti di Mancini e De Zerbi capisci che fare l’allenatore è davvero diventato difficile, come dice anche Gigione: «Per fare l’allenatore oggi devi avere la laurea, non come ai tempi nostri». E Ronaldo il Fenomeno? Quanto possono brillare gli occhi dinanzi a lui e i suoi racconti degli anni interisti insieme a Bobo e Nick.
Che calcio, e che differenze rispetto ad oggi. Nella BoboTv nessuno si nasconde dietro i cespugli della convenienza, perché ciò che conta è il calcio, e che questo sia accompagnato da una comunicazione alla sua altezza. È un piccolo rifugio di peccatori, nostalgici e romantici, innamorati e ossessionati, altrimenti non si potrebbe andare avanti ore e ore ogni settimana. Ritorni agli 883, alla PS2, a Pes 2006, ai jeans larghi e la vita spensierata.
Poi, pesante come una sequoia, arriva quel momento di silenzio, verso l’una di notte, in cui capisci che un’altra puntata sta giungendo ai titoli di coda. Bobo, con i piedi sulla scrivania la maggior parte delle volte, è pronto; Cassano lancia le ultime grida e aspetta Adani che, con l’ultimo filo di voce rimasto, acclama: «Antonio viva il Fútbol».
Nella risposta, immediata, tempestiva SIEMPRE non c’è solo Cassano, Lele o la BoboTv, ma un mondo di appassionati che, come tanti Peter Pan, hanno finalmente trovato la propria Isola che non C’è. Un luogo per restare per sempre bambini, felici, senza crescere mai.