fbpx

Napoli, rivoluzione in vista ma niente panico

Napoli, rivoluzione in vista ma niente panico

© “UDINESE-NAPOLI” – FOTO MOSCA

Il terzo scudetto del Napoli è sembrato fin da subito segnato dal soprannaturale o per meglio dire che fosse opera della volontà di un D10S: Diego Armando Maradona. Abbiamo cercato la corrispondenza tra le vittorie dei suoi scudetti col Napoli e poi del suo Mondiale vinto con l’Argentina. Le stagioni 86/87 e 89/90 vanno a sovrapporsi con l’attuale, a cominciare dalla partita dopo la sosta natalizia: perse da i due Napoli del Pibe e da quello attuale.

Ma dare tutti i meriti al destino non sarebbe giusto soprattutto quando puoi vantarti di un allenatore come Luciano Spalletti, un attaccante come Victor Osimhen e infine di un ministro della difesa come Kim Min-jae.

Minando questi tre punti del Napoli se ne possono minare le certezze, e creare quel clima di panico che non si addice per niente alla festa alla quale abbiamo assistito. Una gioia che vuole essere frenata da titoli e notizie tipiche dei mesi estivi in cui è il mercato a fare l’umore.

Ciò rende il tutto surreale, ci troviamo ancora a maggio, un mese che vede il Napoli fresco vincitore di un campionato ancora in corso d’opera, con due partite da giocare per decretare la parola “fine”. Le copertine trionfali sono già ammainate.

Ora si parla di rivoluzione. Ma forse non sanno che il panico non è tipico di una piazza come Napoli che ha visto da anni allenatori nuovi sostituirsi ai vecchi. Campioni che vanno, altri arrivano in sordina e poi si prendono la scena.

La città e la squadra accolgono da sempre il nuovo e così sarà sempre, ma soprattutto ringraziano chi decide di dedicare anima e corpo alla maglia azzurra. A prescindere da tutto va detto “grazie“, a chi resta e a chi se ne va.

Leave a Reply

Your email address will not be published.