Un futuro a carte scoperte
Dopo il trionfo della prima pellicola, il Napoli si appresta ora a produrre il sequel: l'auspicio è che sia un nuovo grande successo.

©️ “DE LAURENTIIS – RUDI GARCIA” – FOTO MOSCA
Abbiamo imparato a non subire l’equilibrismo imposto dal “presidente”, dai ciac, dai “si gira”, dalla sceneggiatura del suo ultimo “cinepanettone” calcistico.
La location: i luoghi della Napoli ancora in tripudiante festa da scudetto. Personaggi e interpreti: appunto il Presidente, con figli, consorte e amici di lunga data, il Rudi Garcia, il pupillo Kvaratskhelia, giovanotto compiaciuto della visibilità acquisita, il “traditore” Giuntoli. Sceneggiatura e regia meritano la firma di Paolo Sorrentino, il colossal “Napoli, Napoli, Napoli” impegna l’immensa, festaiola folla di tifosi-comparse. La location è il “vicolo Maradona” e in alternativa la ribalta dei palchi nelle piazze dove è festa scudetto permanente.
Va in scena l’atto unico “Distrazione di massa”, frutto della collaudata macchina teatrale ispirata dal mito di Mario Merola re della sceneggiata. Tutto a fin di bene, certo, studiato in ogni dettaglio per tenere i tifosi spettatori e i recensori in snervante attesa per le esternazioni ufficiali su chi arriva e chi parte. Ma prima dell’ufficialità su partenze e arrivi ci sono i selfie auto elogiativi sul passato prossimo, sulla laurea virtuale ricevuta per meriti manageriali, il lancio promozionale di Garcia, invitato a manifestare amore a prima vista per Napoli e i napoletani.
Un ruolo secondario, per ovvie motivazioni, c’è anche per il fu allenatore Spalletti, che si aggira nella città meditando sulla separazione non consensuale dal Napoli calcio ed è consapevole di non poter trovare mai più tanto calore di tifoserie locali. Attor giovane, co-protagonista, è il georgiano, orgoglio del suo Paese e “fidanzato platonicamente” con gli ultrà partenopei. Il “cattivo”? Mister Giuntoli, scippato al Napoli dall’odiata Juve. È uscito di scena, prima ancora del debutto cinematografico, il “Kim-Kim-Kim”, furbo gigante coreano che ha ripetuto di amare Napoli, mentre quasi certamente era in trattativa per emigrare nella Premier League. Nel cast, per il momento iniziale del “si gira, azione!” c’è anche il Victor nigerian Osimhen, innamorato della sirena Partenope.
De Laurentiis, per non inimicarsi la platea dice “non si tocca”, proprio mentre confida che il nulla osta sarebbe possibile in cambio di 180 milioni. La coda di feste e festini sovrasta con allegria scoppiettante i rumor spiattellati a ripetizione su questo o quel giocatore osservato speciale, su presunti interessamenti o addirittura trattative intavolate con i “proprietari” di calciatori di alto profilo. Non è un pour parler l’ingaggio di Garcia, che pur di tornare nel club dei coach accetta il compenso di tre milioni all’anno, il più economico in circolazione. Chissà se è consapevole di accettare l’invadente leadership del “presidente”, che dice e non dice, fa e disfa, compra e vende, litiga con i tifosi e fa pace, impone i cambi in corso d’opera per mettere in evidenze tutto l’organico e rendere stabile la quotazione di mercato dei 22 azzurri. Che, comunque, ha dalla sua il successo e una gestione sana del club.
Garcia raccomanda di partire con umiltà. Voci dietro le quinte ipotizzano per il suo Napoli un inedito 4-2-3-1, ma che senso ha fantasticare di moduli prima ancora di sapere chi parte e chi arriva?
Che dire, la vita è tutta un quiz, in questo caso alla napoletana. L’auspicio è che il sogno di uno scudetto bis si illumini presto di concretezza.