Che fine hanno fatto? I giocatori del Napoli scomparsi dai radar
Sono tantissimi i giocatori passati dalle parti di Napoli e di cui si sono perse le tracce. Ci siamo chiesti: ma che fine hanno fatto?
©️ “FEDERICO FERNANDEZ” – FOTO MOSCA
La storia del calcio è zeppa di giocatori di cui, agli annali o alla memoria di appassionati e tifosi, effettivamente rimane poco o nulla. In pochi riescono a ritagliarsi uno spazio sul palcoscenico; ancor meno hanno talento e fortune tali da poter scrivere pagine di storia sportiva. Essere ricordati, in un mondo che viaggia a passo così svelto, non è certo impresa semplice. Molti calciatori appaiono e ricompaiono periodicamente. Ritornano in auge per un nuovo trasferimento, per qualche giocata degna dei fasti di un tempo o, più fatalmente, con un annuncio di addio al football. In tanti, invece, finiscono per scomparire definitivamente dai radar dello sguardo calcistico.
Finire nel dimenticatoio non è neanche così complicato. Piuttosto, è un percorso molto spedito se ci si avvia alle battute finali della propria carriera o se si finisce a giocare in squadre estranee al calcio che conta. Oppure, semplicemente, capita perché nella propria esperienza non è stato fatto nulla che valga la pena di ricordare e che giustifichi, insomma, la fatica di andare ad aggiornarsi sui curriculum di questi stessi.
A Napoli, negli ultimi anni, sono passati tanti giocatori di cui si son perse le tracce. Molti hanno già dismesso gli scarpini per questioni anagrafiche; altri, invece, calcano ancora i campi di calcio. Il campionario è potenzialmente infinito tra riserve, meteore, promesse non mantenute e bidoni clamorosi. Nomi e volti che magari ricordi solamente perché ne bramavi la figurina per completare l’album dei calciatori. Così ci siamo chiesti: ma che fine hanno fatto?
Ci affidiamo allora ad un flusso di coscienza. Ci lasciamo trasportare dai dubbi. Proviamo a ridare un’identità ai desaparecidos che negli ultimi anni hanno indossato la maglia del Napoli e che sono ancora in attività.
Edu Vargas
Eduardo Vargas è senza ombra di dubbio una delle più grandi delusioni del mercato del Napoli di De Laurentiis. Per farla breve: innanzitutto, per il pacchetto di potenziale e capacità tecniche di cui aveva fatto sfoggio con La U de Chile; in secondo luogo, per l’etichetta di secondo miglior giocatore sudamericano alle spalle del solo Neymar; infine, per l’investimento da 13,5 milioni di euro (un salasso non indifferente considerando i tempi) andato in fumo. Bottino da tre gol in ventotto spezzoni di gara, tutti in un’unica notte contro il malcapitato AIK Stoccolma. Cilecca. Il Napoli lo smercia al Gremio, al Valencia, al QPR e poi all’Hoffenheim, che a sua volta lo gira ai messicani del Tigres. Oggi, a 32 anni, veste abbastanza anonimamente la maglia dell’Atletico Mineiro, con cui si è laureato campione del Brasile pochi mesi fa.
Vinicius Morais
Carlos Vinicius Morais a Napoli è stato un fantasma. De Laurentiis lo annunciò come un “bomber internazionale da 20 gol”, e Vinicius, effettivamente, 20 gol in campionato li aveva segnati; sì, ma con la maglia del Real Sport Clube nella Serie B portoghese. Il brasiliano arriva in azzurro nel 2018, ma, nelle idee di Ancelotti, per lui non c’è spazio. Così viene mandato subito in prestito: prima al Rio Ave, con cui segna 14 gol in 20 partite tra campionato e coppa, e sei mesi dopo al Monaco, dove l’avventura gli frutta appena 2 gol in 16 partite. Dopo un solo anno azzurro (si fa per dire), Vinicius si trasferisce senza un apparente motivo al Benfica per 17 milioni di euro. Ed è lì che i napoletani si accorgono di lui: 24 gol e 12 assist in 50 partite e la chiamata di Mourinho al Tottenham. Nonostante ottime prestazioni, i 45 milioni di riscatto vengono ritenuti eccessivi dagli Spurs, che lo lasciano così andare al PSV. Oggi Vinicius è tornato in Premier con la maglia del Fulham.
Gennaro Tutino
Gennaro Tutino sembrava essere uno dei ragazzi più talentuosi mai prodotti dal vivaio azzurro. Sentendo i pareri di chi lo viveva quotidianamente, avrebbe avuto tutto il potenziale per raggiungere la prima squadra nel giro di pochi anni e prendersi una maglia da titolare. Ed infatti, il suo percorso nelle giovanili parlava chiaro: un piccoletto di 16 anni che faceva la differenza tra ragazzi di tre e quattro anni più grandi. Eppure, basta dare uno sguardo al suo curriculum per accorgersi che le cose non sono andate proprio come si credeva. La sua carriera è un turbinio di prestiti tra Serie C e Serie B. Il picco più alto rappresentato dalle comparse in A con il Verona ed i 13 gol che hanno regalato la storica promozione alla Salernitana nel 2021. Oggi lotta per un’altra promozione: quella che riporterebbe per la prima volta il Parma in Serie A dopo il fallimento.
Josè Ernesto Sosa
El Principito Josè Ernesto Sosa arriva a Napoli nell’agosto 2010 con le premesse del grande affare di mercato. La squadra di Mazzarri era ancora lontana dalla dimensione europea, per cui vestire d’azzurro un calciatore del Bayern Monaco non poteva essere accolto differentemente. La realtà, però, ha restituito risultati ben lontani da quelli immaginati. Il pubblico non ci mise molto a perdere fiducia in lui e, in poche settimane, El Principito si trasformò in El Uallarito. Dopo un solo anno, Sosa passa agli ucraini del Metalist, prima tappa di un tour che lo porta a vestire le maglie di Atletico Madrid, Besiktas, Milan, Trabzonspor e Fenerbahce. A 37 anni suonati, l’argentino ha fatto ritorno all’Estudiantes, laddove tutto è cominciato.
Amin Younes
Amin Younes è uno dei pochi colpi a costo zero finalizzati dal Napoli in questi anni. Il trascorso all’Ajax valeva da garanzia sulla buona qualità del prodotto. Brevilineo, sgusciante, dal piede educato, avrebbe rappresentato una buona alternativa a Lorenzo Insigne. Invece, di lui, nelle memorie dei tifosi azzurri non resta granché. Dopo un paio di anni discontinui vola in prestito all’Eintracht Francoforte, dove diventa inaspettatamente protagonista: tanto da riconquistare anche la maglia della nazionale tedesca. Lo stato di grazia però dura appena qualche mese. Younes si scontra duramente con la società su questioni economiche e contrattuali e litiga con chiunque ci sia di attaccabile. Risultato: a gennaio 2022 l’Eintracht lo rispedisce al Napoli, che immediatamente lo dirotta agli arabi dell’Ettifaq a titolo gratuito. Oggi è tornato a giocare in Eredivisie, sponda Utrecht.
Victor Ruiz
Victor Ruiz era arrivato al Napoli nel gennaio 2011 con la nomea del futuro difensore centrale della nazionale spagnola. Solido, attento in marcatura e abile nell’impostazione, fu inserito nel 2010 da “Don Balon” nella lista dei migliori giovani nati dopo il 1989. Di fatto, però, fu solo di passaggio all’ombra del Vesuvio: un po’ perché, a 20 anni, probabilmente non era ancora abbastanza maturo per il campionato italiano; un po’ perché non riuscì mai ad integrarsi nella difesa a tre mazzarriana. Dopo soli 6 mesi tornò in Spagna, al Valencia, dove la sua carriera ha preso il volo. Dopo aver vestito anche le maglie di Villareal e Besiktas, dimostrandosi un giocatore affidabile, dal 2021 è in forza al Betis.
Leandrinho
Leandro Henrique do Nascimiento viene acquistato dal Napoli nel gennaio 2017 con le promesse del potenziale craque del calcio brasiliano. A soli 17 anni aveva già esordito in prima squadra con il Ponte Preta, nel campionato Brasileirao, e aveva già messo a segno il suo primo gol nella Copa Sudamericana. A convincere l’area scouting partenopea, però, erano state principalmente le prestazioni scintillanti con la maglia del Brasile Under17 (11 gol in 16 presenze). Il Napoli lo aggrega subito alla formazione Primavera, dove parte fortissimo con 6 reti nelle prime 9 apparizioni. Da lì in poi, però, sarà una continua parabola discendente. Nella stagione successiva non riesce a replicare quanto mostrato nelle precedenti e viene rispedito in patria, prima all’Atletico Mineiro e poi al Bragantino, che lo acquista a titolo definitivo nel 2020. Oggi è in prestito al Londrina, nella Serie B brasiliana. Promesse disattese.
Blerim Dzemaili
Blerim Dzemaili è stato uno dei punti fermi del Napoli tra il 2011 ed il 2014. Già conoscenza della Serie A con le maglie di Torino e Parma, il centrocampista andò a formare un reparto tutto elvetico insieme a Inler e Behrami. Proprio in azzurro, Dzemaili ha vissuto alcune delle sue stagioni più prolifiche in carriera, mettendo a referto un totale di 18 reti in 106 partite. Dopo aver girovagato negli ultimi anni tra Galatasaray, Genoa, Bologna e Montreal, Blerim ha fatto ritorno allo Zurigo nel 2020, continuando a fare ottime cose nonostante l’età che avanza.
Jonathan De Guzman
Jonathan De Guzman rappresentava un profilo molto interessante nel panorama calcistico di un decennio fa. Centrocampista duttile, tecnico, con buone doti d’inserimento, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Feyenoord prima di divenire un punto fermo della prima squadra ad appena 18 anni. Dopo le esperienze al Maiorca, al Villareal e allo Swansea dei miracoli, viene portato al Napoli da Rafa Benitez nel 2014. L’olandese si dimostrò duttile e funzionale, spesso anche decisivo con gol e assist, come quello che imbeccò Higuain nella Supercoppa di Doha del 2014. Maurizio Sarri però non fu dello stesso avviso. De Guzman fu prima escluso dalle liste per la stagione 2015/16 e poi girato al Carpi e al Chievo nelle stagioni successive, dove la sua presenza non passò inosservata per l’inedita scelta della maglia numero 1. Dopo qualche esperienza in giro per l’Europa, il centrocampista è ora allo Sparta Rotterdam.
Federico Fernandez
Federico Fernandez fu autore di una clamorosa doppietta all’esordio in Champions League che rischiò di regalare al Napoli l’impresa in casa del Bayern Monaco. Arrivato in azzurro nel 2011 per 3 milioni di euro, il difensore argentino dovette affrontare le canoniche difficoltà di adattamento al calcio italiano. Dopo un anno e mezzo fu scartato da Mazzarri e mandato in prestito al Getafe; mentre la stagione seguente fu messo al centro della difesa partenopea da Rafa Benitez. Dopodiché, per El Flaco si sono aperte le porte per una lunga militanza in Inghilterra, che tra Swansea e Newcastle lo ha portato a 199 presenze in Premier League. Oggi 33enne, Fede Fernandez si è trasferito agli spagnoli dell’Eibar.
Amadou Diawara
Amadou Diawara è stata un’altra delusione del recente calciomercato azzurro. Dopo aver impressionato tutti con la maglia del Bologna, sembrava poter essere il mediano cucito apposta per il gioco di Sarri. Con l’esplosione di Jorginho, però, trovare spazio divenne un’impresa. Nelle occasioni concesse alternò pessime e ottime prestazioni, come quella al Bernabeu contro il Real. La mancanza di continuità, probabilmente, non gli ha mai consentito di fare il salto di qualità auspicato. Un lampo, quello che riaccese i sogni scudetto del Napoli, e poco altro. La storia si ripete alla Roma, complici questa volta anche gli infortuni. Quest’estate si è trasferito all’Anderlecht, provando a ripartire dal Belgio per dare una svolta alla sua carriera.
German Denis
German Gustavo Denis non ha la minima intenzione di appendere gli scarpini al chiodo. El Tanque è stato grande protagonista degli anni di assestamento del Napoli nella realtà della Serie A grazie alle sue 15 marcature, spesso decisive. Impossibile dimenticare, ad esempio, l’incornata a tempo scaduto che valse un miracoloso pareggio in rimonta contro il Milan nel 2009. Dopo essersi affermato in Italia con le maglie di Udinese e, soprattutto, Atalanta, l’attaccante argentino ha fatto ritorno in patria, prima all’Independiente e poi al Lanus. Dopo una parentesi con l’Universitario de Deportes in Perù, El Tanque ha accettato l’offerta della Reggina nel 2019, riportata dalla C alla B a suon di gol in appena una stagione. A 41 anni, Denis ha deciso di mettersi in gioco in Serie D con il Real Calepina, squadra della provincia bergamasca.