Vuoi vedere che il problema è Osi e non Garcia?
Il Napoli ritrova la vittoria, superando per 1-3 l'Hellas Verona, e se il problema fosse Osimhen e non Garcia?
©️ “OSIMHEN” – FOTO MOSCA
Ci risiamo, parliamo sempre troppo presto. A noi tifosi e giornalisti napoletani piace parlare e analizzare senza avere ne’ abbastanza materiale ne’ tempo. Eppure eccoci qui per l’ennesima volta ad essere trasportati da emozioni scaturite dall’ultimo episodio senza mai andare a fondo.
A Verona, la formazione azzurra, ha imbastito un ottimo calcio, giocando molto compatto e spesso sfruttando le ripartenze. Quella tipologia di gioco che noi amiamo dai tempi di Mazzarri: il Contropiede. Gli scaligeri rei di aver dato spazio e Kvarasterza, eh si proprio così, non puoi permetterti il lusso di far portare palla a Politano che lancia in campo aperto Kvicha che può sterzare e imbucare la palla come gli pare, hanno così permesso ai napoletani di gioire per gioco e risultato.
Nel nono turno della Serie A, si è quindi visto quello schema visto e rivisto ai tempi di Roma ma soprattutto i goal sono la fotocopia di quelli fatti alla Juve quando il tecnico di Nemours allenava il Marsiglia.
Adesso ci piace pensare che Garcia abbia trovato la quadra, neutralizzando e sconfiggendo la formazione di Baroni che fin ora ha ben figurato nella massima serie italiana. Una trasferta difficile per chiunque e storicamente anche per il Napoli. Insomma tre punti che non devono essere assolutamente sottovalutati.
La fiducia ora è alta, ma quanto effettivamente sia consono parlare e analizzare questo risultato? Le competizioni quest’anno sono partite il 19 agosto, sono passati quindi 2 mesi dall’inizio della stagione e il tecnico francese è già stato idolatrato e messo sulla graticola svariate volte. Ma aspettare e dare tempo ad un allenatore che ha raccolto un’eredità pesantissima no?! Siamo passati dai complimenti per la sconfitta contro il Real alla volontà di lapidarlo dopo la sconfitta contro la Fiorentina. Probabilmente se Antonio Conte avesse aperto alla candidatura adesso ci sarebbe stato un cambio sulla panchina.
Noi non impariamo mai, già parliamo di Napoli guarito, quando alla prossima sconfitta ripartirà l’hashtag: #Garciaout. Eppure dovremmo aver fatto esperienza.
18 mesi fa gli azzurri precipitavano sotto i colpi di Pinamonti in una sconfitta clamorosa contro l’Empoli e impazzava sul web la volontà di voler esonerare Spalletti. “È Juventino, se ne deve andare”; “Ti ridiamo la Panda basta che te ne vai”; questi sono solo due dei tanti estratti di un periodo in cui il tecnico toscano fu messo alla gogna per aver perso il treno scudetto dell’anno 2022.
11 mesi dopo sappiamo cosa è successo: scudetto, amore e tatuaggio.
Ma la storia non ci insegna, il tempo non lo diamo ed è già il momento di fare analisi e puntare il dito.
Se l’eroe della serata del 21/10 è Garcia, con tutte le scommesse vinte: da Natan a Mario Rui passando per Cajuste a Raspadori, allora la colpa delle precedenti sconfitte chi è stato?!
Se un tecnico in 13 giorni lontano dal campionato dimostra di poter reggere una sfida così importante, con i giocatori intervistati che dichiarano il proprio amore, allora chi è causa del problema?
È presto per dirlo dovremmo aspettare ancora tanto, ma se si vuole fare un’analisi siamo alla decima giornata e potremmo paragonare l’avvio di stagione di alcuni elementi che hanno trascinato alla vittoria dello scorso campionato e analizzare il rendimento di questo.
Uno a caso Victor Osimhen! Nella passata stagione autore di 26 goal e 4 assist, 104 tiri di cui 55 in porta nelle 32 partite disputate con il Napoli.
Ad oggi ha fatto 5 goal su 7 partite, tirando 46 volte e centrando lo specchio 29. Una media già più alta rispetto allo scorso campionato, manca un pizzico di fortuna e forse un po’ più di angolazione. Ma il giocatore c’è e si vede anche dalla sua determinazione.
Ma la qualità del gioco passa anche attraverso la serenità del giocatore e quindi dalla concentrazione. Essere esuberante e straripante può aiutare a spaccare la partita ma allo stesso tempo può indurre nervosismo e poca partecipazione di squadra.
Sono settimane che la tensione si taglia con un filo, le reazioni ai cambi sono una mancanza di rispetto che portano la deresponsabilizzazione del tecnico che troverà difficoltà nell’inculcare fiducia all’attaccante e senza questa è difficile fare goal, anche a porta spalancata o su calcio di rigore.
Le prime donne fanno più danni delle mele marce negli spogliatoi. Non è un caso che Raspadori, amato e sempre impiegato, ieri abbia fatto una grande prestazione e ci ha provato anche su calcio piazzato.
Dare la colpa è un parolone ed è sempre sbagliato, ma in questo momento bisogna dare fiducia e tempo a chi lo merita.
Abbassare la testa e pedalare, anche perché altre soluzioni non ce ne sono.