“Chi è cchiù bello ‘e te se trucca”
È fondamentale monitorare l'equilibrio finanziario di una azienda-calcio in quanto il suo peggioramento può causare un dissesto aziendale.

© “JUVE-AGNELLI” – FOTO MOSCA
“Non c’è nessuno più bello di te, e se lo è, è perché si trucca.”
Proverbio partenopeo che mette in evidenza un uomo-donna che dice ad un amico-a che non può esistere una persona più bella di lui perché ove mai se ne trovasse una, significherebbe che si trucca o che imbroglia qualcosa.
È quanto potremmo dire alla SSC Napoli che, una delle poche aziende-calcio con un bilancio sano che non fa assolutamente ricorso a tecniche di camouflage contabile, si ritrova però a dover combattere con altre società che, sebbene nella assoluta legalità, fanno sovente ricorso a tecniche di make-up per apparire più belle (o meno brutte) di quelle che sono.
Dopo le plusvalenze, la rivalutazione dei marchi e dei diritti tv, argomenti già affrontati dai “presidenti per un giorno”, l’ultima tecnica di trucco professionale, che consente di nascondere difetti e limiti della gestione particolarmente evidenti, riguarda la cessione dei crediti derivanti dal calciomercato, cioè dei soldi che deve ancora incassare dalla cessione dei suoi (ex) calciatori e che gli accordi tra i contraenti prevedevano dilazionati nel tempo.
Secondo quanto riportato da IlFattoQuotidiano, “la Juventus si fa anticipare i ricavi per lucidare i conti”. Come? Con una operazione che, all’apparenza, non ha nulla di strano.
Ha venduto due anni fa (giugno 2020, occhio alle date!) Pianic [valore attuale di mercato (fonte transfermarkt): 15 mln di euro] e Pereira [valore attuale di mercato (fonte transfermarkt): 500 mila euro] al Barcellona e dovrebbe ancora incassare 55 milioni di euro (51,3 mln per il bosniaco e 3,8 mln per il brasiliano). Piuttosto che aspettare le scadenze previste dal contratto (luglio 2021, luglio 2022, luglio 2023), si è rivolta ad una banca e nel settembre 2020 (ben 18 e 30 mesi prima della scadenza del luglio 2022 e del luglio 2023) si è fatta anticipare, ovviamente pagando un interesse, i soldi che poi la banca stessa si farà dare dal Barcellona.
Premesso che entrambe le cessioni sono finite nel mirino della procura di Torino nell’inchiesta sulle plusvalenze, queste operazioni non fanno altro che far apparire l’indice di liquidità, uno degli indici presi in considerazione dalla FIGC per consentire alle società di operare sul mercato, migliore di quello reale.
Tale indice è dato dal rapporto tra attività disponibili (l’ammontare del denaro in cassa e in banca, dei valori di pronto realizzo e dei crediti a breve termine) e debiti a breve termine. Indica di per sé la capacità/incapacità dell’impresa di generare un livello di cassa in grado di coprire le esigenze di gestione.
Ma secondo i principi contabili internazionali un credito a breve è quello che scade entro l’esercizio successivo (12 mesi) mentre quelli a medio-lungo scadono oltre!
Pertanto la Juventus ha ceduto crediti ben oltre i 12 mesi (cosa del tutto lecita) per aumentare il numeratore e migliorare l’indicatore solo momentaneamente (per poter operare sul mercato). Ma gli incassi futuri, però, saranno inevitabilmente inferiori. E quindi punto e a capo!
Infatti al 30 giugno 2021 la Juventus aveva di nuovo uno sbilancio di 124 milioni tra debiti e crediti commerciali (verso altre società di calcio) che si aggiunge ai debiti finanziari. Ed immaginiamo che la stessa cosa avvenga con il bilancio 2022 e 2023.
L’equilibrio finanziario di una azienda-calcio è un elemento fondamentale da monitorare in quanto un suo significativo peggioramento costituisce la causa più diffusa di dissesto aziendale.
Come già indicato su queste colonne, la continuità aziendale non può reggersi nel medio-lungo periodo con i soli apporti di capitale di rischio (soldi degli azionisti) e di credito (debito con le banche) e con operazioni di disinvestimento (plusvalenze da vendita dei calciatori) che configurano, in determinate condizioni, un assetto liquidatorio della società e non quello di una organizzazione destinata a perdurare nel tempo.
Dove sono gli organi di controllo? Ma di questo ne abbiamo già parlato!