Dov’è chi dava del “bollito” ad Ancelotti?
Mi domando dove siano oggi i soloni del giornalismo, italico e non, che davano a Carlo Ancelotti del "bollito".
© “ANCELOTTI” – FOTO MOSCA
Mi domando dove siano oggi i soloni del giornalismo, italico e non, che davano a Carlo Ancelotti del “bollito”. Solo perché il suo Real aveva perso la leadership della Liga. Poi sul tabellone dell’Anfiel Road appare un 2 a 5 che lascia poco spazio a immaginazioni, e, soprattutto, a recriminazioni. Carletto ha schiantato la corazzata di Klopp, passeggiando nella terra dei Beatles proprio mentre parecchi detrattori scrivevano che Vinicius (doppietta) è un attaccabrighe, che Benzema (doppietta) è alla frutta, e che Camavinga non diventerà mai il nuovo Casemiro. I merengues sono in piedi, sono in forma, e per l’ennesima volta si propongono come i più accreditati alla vittoria finale di Champions.
Il “bollito”, nel frattempo, ha anche vinto un Mondiale per Club, e nella Liga non sembra poi così estromesso. Ancelotti smetterà di vincere solo quando deciderà di ritirarsi. Qualcuno si metta l’animo in pace.
Della gara di martedì vorrei spendere due parole su Nacho, l’uomo lontano dai riflettori. Dopo una manciata di minuti ha preso il posto di Alaba, neutralizzando Salah. Nacho, 15 anni di onorata carriera Real, è un ragazzo umile e pieno di giudizio. Ha il patentino di primo cambio della difesa e non si è mai lamentato. Anche perché altrove giocherebbe titolare. Nel Real mette le toppe quando mancano Alaba e Mendy a sinistra (lo faceva anche con Marcelo), ha sostituito con onore Sergio Ramos nel cuore del fortino, rimpiazza senza fiatare Rudiger o Carvajal. Ce ne fossero di giocatori come Nacho, che a 33 anni dice di avere ancora molto da imparare, ma che ha già aperto due scuole calcio a Madrid, dove i giovani, parole sue, “prima devono studiare e poi possono anche diventare calciatori”.