Che quel violino diventi uno Stradivari

Rudi Garcia avrà l’arduo compito di trasformare l’armonia di un piccolo violino in un grandissimo concerto da Stradivari.

Articolo di Federico Grassi23/06/2023

©️ “GARCIA” – FOTO MOSCA

Dalle prime parole dell’ex tecnico della Roma, traspare convinzione e fiducia, tant’è che sembra quasi di avere a che fare con uno Spalletti francese. Eleganza, serietà e professionalità, caratteristiche che contraddistinguono una persona che nel suo animo in Italia ha più di qualcosa da vendicare. Quel 5 ottobre 2014, quel Roma-Juve che assegnò lo scudetto ai bianconeri entrò nella storia, grazie soprattutto al gesto iconico del violino, come a rappresentare una disgrazia appena subita.

Lo scudetto sfumato, ormai 9 anni fa, sarà di certo un motivo in più per ripetersi. “Che quel violino diventi uno Stradivari”, la frase con cui il patron azzurro ha presentato il nuovo tecnico; un augurio che certo accomuna tutto il popolo napoletano non sazio della stagione appena terminata. Forse l’allenatore meno atteso, nella folta lista mandata in pasto ai giornalisti dal presidente, per distogliere quello che era veramente il suo principale obiettivo, ma forse il profilo più all’altezza di questa nuova sfida. In questi anni in Italia e non, Garcia ha espresso un calcio molto simile a quello delle due stagioni di Spalletti, propositivo, umile e intelligente.

Il 4-3-3 molto probabilmente sarà lo schema tattico che verrà applicato ad una squadra già abituata a questi meccanismi; pressing alto, verticalizzazione e molta fiducia sugli esterni. Sì, perché oltre al centrocampo tuttofare, nelle squadre di Rudi, gli esterni diventano il fulcro centrale del tridente offensivo, autori di assist e almeno di 9 gol a stagione, statistiche alla mano. Nella presentazione di Garcia si è evinto uno spirito molto convincente e fiducioso anche in ambito europeo. Il rammarico, arrivato con l’eliminazione dalla Champions contro il Milan, però ha dimostrato come il club azzurro sia cresciuto anche nel palcoscenico internazionale.

Grazie al presidente, che racimolò quel Napoli dagli inferi, abbiamo potuto assistere ad una continuità di risultati positivi in Europa, con qualificazioni e grandi notti, che ad oggi ci permettono di credere nell’impossibile. Nella stagione ormai finita, tra stanchezza e sfortuna, è sfumato il sogno Istanbul, che però con delle accoppiate fortunose e con un Napoli convincente si può di certo ripresentare.

Rudi Garcia avrà l’arduo compito di continuare un cammino intrapreso trasformando l’armonia di un piccolo violino in un grandissimo concerto da Stradivari.