Lacrime e rabbia
Clamorosa debacle del Napoli al Castellani di Empoli. Come direbbe Massimo Troisi: "non ci resta che piangere".

©️ “NAPOLI-SPALLETTI” – FOTO MOSCA
In questi frangenti si ha voglia di manifestare affettuosa vicinanza con il popolo dei napoletani che amano visceralmente la squadra vestita di azzurro (in questo campionato, per la verità con colori e immagini varie, per favorire le varianti firmate da Armani, a costi da vendita all’asta). A loro, detto con tutto il disagio di napoletano, veste a pennello la frase di Massimo Troisi di immediata efficacia: “non ci resta che piangere”.
Se dispiace registrare il doloroso effetto dell’umiliazione subita ad Empoli, è però legittima una breve, convinta riflessione sulla semi cecità del tifo da riferire ad eccesso di generosità dei follower seriali che a caldo, appena concluso il disastro del 2 a 3 subito da una squadra di evidente modestia, hanno sfogato il magone con la condanna senza attenuanti di allenatore e giocatori, ma senza dimenticare il rito di un surreale “forza Napoli sempre”, improprio nella circostanza. Eh no!
La doccia scozzese di questa cosa mortificante coda di campionato arriva con un significativo preavviso, da cui chi mastica calcio come i tifosi più informati avrebbe potuto e dovuto trarre indicazioni utili a valutare l’attendibilità dei pronostici densi di euforia esternati dalla società (cosa ovvia), dal tecnico (in sintonia altrettanto ovvia con la società) e dall’enfatico vocio dei media, indotti a condividere e “pompare” l’irragionevole ottimismo degli uni e degli altri e ora a invertire marcia bruscamente per asciugare le lacrime dei loro utenti. La batosta di Empoli rivela quanto un segmento della critica marginale ed emarginato, poco gradito, ha provato a opporre con il racconto di una squadra senz’anima, priva di personalità, favorita nella scalata alla classifica da exploit individuali (a corrente alterna) e dalla modestia globale della stagione 2021-2022 della Serie A.
La riflessione, certo sommaria, sulla debacle del Napoli, non è disgiunta dal sincero desiderio di essere smentita, presto per il bene della sconfinata passione dei tifosi napoletani, di una loro legittima richiesta di futuro privo di umiliazioni, come quella vissuta alle 17 di questa domenica di aprile.