Il tackle nel deserto: il Camerun di Eto’o ha ruggito davvero poco
Oggi un Camerun volenteroso è andato a sbattere la testa contro una Svizzera non fenomenale, ma più concreta.
© “ANGUISSA” – FOTO MOSCA
Il Camerun ha un allenatore da regolamento, Rigobert Song (una toccata e fuga a Salerno da calciatore), e un altro che prende tutte le decisioni: Samuel Eto’o, presidente della federcalcio di Yaoundé, ma di fatto l’uomo forte su tutti i fronti. Per spezzare lo strapotere di Jorge Mendes, Eto’o decise di liquidare il ct portoghese Toni Conceição e affidare i Leoni Indomabili a Song. In realtà Song conta poco o nulla nelle decisioni, che arrivano sempre dall’alto. Lo si era capito molto bene quando venne diramata la lista dei 26 per i mondiali in Qatar. Song iniziò a snocciolare i nomi dei suoi atleti, ma al momento di annunciare il centrocampista Jerome Ngom Mbekeli e l’attaccante Souaibou Marou iniziò a controllare i fogli che aveva di fronte, sbagliando la pronuncia del primo e dimenticando il nome del secondo, tra l’imbarazzo dei cronisti presenti.
Dubbi non ce ne sono proprio: la lista per la spedizione in Qatar non l’ha compilata lui. Per Song è una sorta di karma, perché ai mondiali Usa del 94 il suo nome fu inserito tra i convocati per ordini superiori e non per scelta dell’allora ct Henry Michel. Francamente c’è poco da scandalizzarsi. Alcuni anni fa ho avuto la fortuna di intervistare il tecnico kazako Valery Nepomnyashchy, l’uomo che condusse il Camerun fino ai quarti di finale dei mondiali di Italia 90. Senza troppi preamboli riporto quanto mi raccontò:
“Due mesi prima della partenza per l’Italia il ministro dello Sport mi consegnò una lista con 30 giocatori. Io avrei dovuto sceglierne 22. Non c’era Roger Milla, che all’epoca stava svernando alle Isole Reunion. Accettai le direttive che arrivavano da Yaoundé, ma a patto di poter chiamare Milla”. Che al mondiale fu un’autentica e per certi versi inaspettata rivelazione.
Oggi un Camerun volenteroso è andato a sbattere la testa contro una Svizzera non fenomenale, ma più concreta. I Leoni Indomabili hanno ruggito davvero poco. Gli elementi per ipotizzare un passaggio del turno (Brasile e Serbia non faranno sconti) sono davvero molto scarsi.