Insigne, più applausi che fischi, in tutti i sensi

Lorenzo Insigne ed i presunti fischi di ieri sera. Attenzione al lavaggio del cervello ed alla disinformazione. A qualcuno, questo, conviene.

Articolo di Lorenzo Maria Napolitano25/02/2022

© “INSIGNE” – FOTO MOSCA

Mattina, apro il mio solito quotidiano e leggo: “Insigne esce tra i fischi“. Certo, non c’è stata una grande ovazione, ma “esce tra i fischi” fa storcere il naso a chi allo stadio era presente ieri sera, e lo era ovviamente anche nel momento del cambio. I media, sciacalli come al solito, spesso sembrano volti a voler distruggere un calciatore, un uomo. Perchè? Vogliono ottenere consensi. In una città in cui la maggior parte dei tifosi s’è legata al dito il trasferimento in Canada, condendo le critiche con le continue segnalazioni in merito al suo modo di giocare, ai pochi gol realizzati questa stagione, i tifosi non aspettano altro che leggere queste cose. Magari commentando a petto in fuori: “Ben ti sta“.

Ed invece, parola di chi allo stadio era presente, nel momento del cambio, vero, ci sono stati dei fischi, ma questi sono stati subito coperti da applausi. Risultato? Per i media Insigne è uscito tra i fischi. “Pochi hanno fischiato la sua uscita oggi”, dice Luciano Spalletti. Non è buonismo, non è difesa, è verità. Poi, che a molti piaccia avvalorare la figura di un Insigne traditore, non amato, non riconosciuto dal suo popolo, è ordinaria amministrazione. Ciò che ne esce fuori, però, è triste disinformazione. La più grande malattia per un lettore. Perchè Insigne, fischiato da un ristretto numero di soggetti, è uscito (se proprio vogliamo abbassarci anche noi a certi livelli, dando disinformazione) tra gli applausi.

Oltre questa parentesi, prima declinazione del titolo, c’è un altro motivo per cui “Insigne, più applausi che fischi”. Il capitano, per l’ennesima volta, dimostra di avere i famosi attributi, cosa che, ovviamente, in pochi riconoscono. Un rigore sbagliato pesa tanto, guai se lo avesse sbagliato, ed invece… il rigore è stato realizzato. Con questa segnatura, Insigne è l’unico giocatore del Napoli ad aver segnato a tutti i maggiori club europei: Barcellona, Real Madrid, Manchester City, Liverpool, Paris Saint German, Borussia Dortmund. Però, ancora, cosa conviene dire per disonorare la figura di Lorenzo? Poco decisivo.

Che sia chiaro, questi non sono motivi per il quale andava praticamente “applaudito” a fine partita, decliniamo “applaudito” con un’accezione di “avere riconoscenza di un qualcosa, di un gesto, di una serie di gesti“. Chi avrà giocato a calcio, o comunque chi ha una mente più lucida e ferma, riconoscerà che in una partita come quella disputata ieri dal Napoli, non esiste “ha giocato bene” o “ha giocato male”. È stata una brutta partita da parte di tutti, a partire dall’allenatore, tralasciando l’immenso divario tecnico tra le due squadre.

Per categorizzare la partita di ogni calciatore basterebbe tornare indietro a quando andavamo a scuola, con “assente” o “presente“. Tra i primi, senza dubbio possiamo metterci Diego Demme. Lorenzo Insigne, insieme ad altri, fa sicuramente parte dei secondi. Oltre il gol, unica luce in una partita sempre più buia da parte del Napoli, Insigne si è reso protagonista di vari recuperi nella propria metà campo, ha dato il suo contribuito ad uscire bene palla al piede in quelle poche ed isolate occasioni, ed è stato, appunto, “presente”. Certo, da un giocatore d’alta tecnica come lui ci aspetta sempre qualcosa in più, ma neanche il miglior Lorenzo Insigne (o la forma migliore di un qualsiasi calciatore del Napoli) avrebbe potuto fare qualcosa di diverso ieri.

Non solo perchè c’era il Barcellona difronte, ma perchè giocare da solo è impossibile. Se la squadra rende, giocare bene è ovviamente più semplice; ma in una squadra totalmente in balia dell’avversario è impensabile l’idea di un giocatore che si sia contraddistinto positivamente.

Leggendo le pagelle, tra quotidiani e social, ho notato che sono state spese buone parole nei confronti di Osimhen. Impegno, corsa, voglia. Tutto questo, personalmente, l’ho trovato ancora di più in Lorenzo Insigne. Ma, tornando alla denuncia sopracitata, oggi conviene parlare bene di Osimhen, non di Insigne. L’anno scorso, conveniva l’esatto contrario. Perchè le pagelle, le analisi, i commenti, non sono altro che lo specchio di quello che la gente vuole sentire. Ed allora, per voi, viva la disinformazione e la superficialità. Io, invece, mi stringo a tutto ciò di bello e di vero che c’è in questo meraviglioso sport, e tra questi, ci metto anche Lorenzo Insigne.