Zanoli è pronto per il Napoli?
Dopo una mezza stagione da titolare e buone prestazioni con la maglia della Sampdoria, Alessandro Zanoli farà ritorno a Napoli. Merita la conferma in azzurro?
©️ “ZANOLI” – FOTO MOSCA
Se c’è qualcuno che si è salvato nella mediocrità generale della Sampdoria di quest’anno, quello è sicuramente Alessandro Zanoli. Arrivato in blucerchiato a gennaio, con una situazione di classifica già alquanto compromessa, il laterale di proprietà del Napoli ha scalato gradualmente le gerarchie nell’undici di Dejan Stankovic, e alla fine ha fatto ciò che tutti si auspicavano facesse: ha giocato.
Al di là del suo talento, più o meno riconoscibile e più o meno apprezzabile – de gustibus -, farlo a Napoli sarebbe stato ancora una volta complicato. Neanche tanto per le sue abilità, ma perché davanti si è trovato un insostituibile Giovanni Di Lorenzo. E insostituibile lo è stato per diverse ragioni. In primo luogo, perché da quest’anno è investito anche della fascia da capitano, e già questo basterebbe a dare motivazioni sufficienti. In secondo luogo, perché l’ex Empoli ha dato garanzie impressionanti dal punto di vista atletico, scendendo in campo da titolare in 45 gare su 46. E poi, perché l’originale interpretazione del suo ruolo è stata una delle chiavi tattiche dello sviluppo calcistico di Spalletti, che lo ha reso per larghi tratti indispensabile. Di Lorenzo è stato solamente sulla carta il terzino destro del Napoli del terzo scudetto. È stato il regista decentrato, il supporto all’esterno, la mezz’ala, l’incursore, e spesso anche il rifinitore. Non è casuale che nel quarto di finale di Champions League contro il Milan, ad esempio, sia stato il calciatore ad aver tirato più volte verso la porta, con 5 conclusioni effettuate.
La svolta
Con questi presupposti, per chiunque sarebbe stato difficile trovare spazio. E allora, l’operazione Zanoli-Bereszynski ha soddisfatto tutti. Il Napoli, che si è assicurato un terzino d’esperienza pronto all’uso in caso di emergenza; la Sampdoria, che ha trovato in Zanoli un punto di riferimento per la seconda metà di stagione; i due calciatori, che hanno in diversa misura raggiunto i propri obiettivi. Con il campionato che volge alle battute conclusive, entrambi stanno per fare ritorno alla rispettiva base. E la domanda, adesso, può sorgere spontanea: Zanoli è pronto per vestire la maglia del Napoli?
Da Carpi a Legnago
Facciamo un passo indietro. Alessandro Zanoli viene prelevato dal Carpi nel gennaio 2018 su intuizione del direttore sportivo Giuntoli, che aveva avuto modo di studiarlo da vicino prima di trasferirsi al Napoli. L’investimento è relativamente importante, perché pagare 1,5 milioni per un diciottenne che fino a quel momento aveva giocato al massimo in Primavera 2 non è certo un affare usuale. Ciò che stupisce di lui è la prestanza fisica: alto quasi 1,90 m, statuario, veloce, dirompente quando parte in accelerazione. Dopo due campionati e mezzo con la maglia della Primavera, arriva la prima esperienza tra i professionisti. Al Legnago, in Serie C, fa il titolare per tutta la stagione: gioca 37 partite in totale, segna un gol e mette a referto 3 assist. Ma al contrario di quanto accade solitamente con i prodotti del vivaio partenopeo, quella in Veneto non è la prima tappa di un lungo e interminabile valzer di prestiti. Infatti, nella stagione successiva Spalletti lo trattiene in prima squadra, come alternativa a Di Lorenzo e Malcuit sulla corsia destra. Ed eventualmente anche a sinistra, dove tuttavia egli stesso ha rivelato in un’intervista di non trovarsi proprio a suo agio.
L’esordio in Serie A
Nonostante la grande stima, il minutaggio di Zanoli con il Napoli non decolla. In 18 mesi in azzurro racimola appena qualche apparizione nei minuti finali e parte titolare solamente in assenza di Di Lorenzo, nelle battute conclusive dello scorso campionato. Il suo esordio da titolare in Serie A, il 3 aprile, a Bergamo contro l’Atalanta, aveva decisamente lasciato il segno. Nel match del Gewiss Stadium, Zanoli si impone per personalità, solidità e presenza in entrambe le fasi di gioco, pur mostrandosi comunque più propenso alle avanzate offensive che al ripiegamento. È suo il lampo che squarcia l’equilibrio e che porta al rigore, guadagnato da Mertens e realizzato da Insigne.
La sua prima volta sembra tutto fuorché una prima volta, e la sua prestazione sale agli onori della cronaca con annessi interrogativi sulla gestione dei giovani italiani. Tuttavia, le successive prove opache contro Fiorentina, Roma ed Empoli – il trittico in cui il Napoli ha pregiudicato le possibilità di scudetto -, hanno necessariamente indotto a rivedere i giudizi al ribasso, portando in consegna una considerazione che il calcio di oggi sembra non ammettere: ai giovani serve tempo, fiducia e continuità per poter essere valutati. Tutti elementi che per forza di cose a Napoli sono venuti meno, e che ha dovuto saggiamente andare a riscoprire altrove, a costo di rinunciare alla gioia di esser formalmente Campione d’Italia.
La Sampdoria
A Genova Zanoli ha avuto l’opportunità di giocare con regolarità, di mettersi alla prova e, soprattutto, di sbagliare e di migliorare. I feedback che ritornano dalla sua esperienza alla Sampdoria sono positivi ed estremamente rincuoranti, tanto che secondo molti pareri è stato una delle migliori rivelazioni di questa seconda parte di stagione. Secondo Transfermarkt, il suo valore di mercato è passato da 4 a 5 milioni di euro, ed è destinato a crescere ancora dopo le prestazioni degli ultimi mesi.
In blucerchiato, Zanoli è riuscito ritagliarsi uno spazio tutto proprio in Serie A, definendosi, affermandosi, e togliendosi di dosso quel mantello di incertezza che accompagna tutte le promesse. Il suo campionato è andato in crescendo, stonando con i risultati e con le prestazioni che hanno spedito la squadra in Serie B. I doriani se ne sono letteralmente innamorati e sui social chiedono disperatamente la riconferma. A Genova è stato valorizzato da un gioco più congeniale, che lo ha sollevato dagli oneri difensivi per dare sfogo alla sua abbondanza atletica. Stankovic lo ha impiegato sia come esterno a tutta fascia che come terzino, e addirittura, in alcune circostanze, anche come terzo di difesa.
Il semestre di Zanoli
Zanoli ha confermato di essere un po’ di quello visto contro l’Atalanta, ed un po’ di quello visto contro Roma e Fiorentina. Quando allunga il passo sprigiona una quantità di energia difficile da contenere. Tanta, da renderlo il secondo giocatore più veloce del campionato con il picco da 36,24 km/h toccato contro la Lazio. Sa dare ampiezza e profondità, cavalcare la linea laterale fino a che si interseca con quella del fondo campo, ma anche tagliare centralmente, incunearsi nei varchi, riempire gli spazi, proprio come in quell’esordio a Bergamo. Non ha paura di osare, anche se forse deve ancora imparare a non abusare. Ha dimostrato di essere un’arma importante per quanto concerne la fase offensiva – già lo si sapeva -, ed anche realizzativa: con 2 gol e 2 assist, infatti, è entrato in 4 delle 16 reti realizzate dalla Sampdoria da gennaio ad oggi. Meglio di lui, solamente Manolo Gabbiadini.
A far da contraltare ci sono alcune evidenti criticità palesate quando si trova a dover difendere. Zanoli fa parte di una vasta categoria di terzini contemporanei che interpretano il ruolo in maniera spregiudicata, che hanno nell’attacco il proprio punto di forza e che si affidano alla loro superiorità fisica per la fase difensiva. Se è vero che ha contribuito attivamente a segnare gol, c’è da ammettere che alcuni di quelli subiti se li porta sulla coscienza. Anche ieri sera, ad esempio: nell’1 vs 1 con Ceide, è decisamente troppo distante e superficiale, marca a vista, e concede all’esterno del Sassuolo tempo e spazio per preparare l’assist che porta all’1-1. Si è confermato ancora una volta indisciplinato e approssimativo dal punto di vista delle marcature, del posizionamento e dei movimenti con il resto della linea difensiva. E diciamo anche che, se di mestiere dovresti fare il difensore, non sono particolari trascurabili.
Zanoli è pronto per il Napoli?
Tornando alla domanda di partenza, non sta certamente a noi stabilire se Zanoli sia o non sia pronto per dire la sua anche a Napoli. Queste sono valutazioni che indubbiamente spettano alla società e, soprattutto, al nuovo allenatore, alle sue necessità tattiche e alle sue idee di gioco. Al Napoli ritorna sicuramente un giocatore più maturo e consapevole, dei propri mezzi e probabilmente anche delle proprie debolezze.
Probabilmente le sue caratteristiche non si sposano del tutto con il ruolo che dovrebbe avere nel modulo azzurro. Più che terzino vero e proprio, è sicuramente più libero di esprimersi giocando come esterno di centrocampo in un 3-5-2. Alla Sampdoria ha dimostrato di sapersi destreggiare in un palcoscenico come quello della Serie A e che, oramai, gli andrebbe scucita l’etichetta del giovane promettente. Zanoli è un classe 2000 e ad ottobre compirà 23 anni. È un calciatore a tutti gli effetti, nel pieno della maturazione, in rampa di lancio, che passo dopo passo sta costruendo la sua carriera.
Tuttavia, se vuole alzare l’asticella, deve necessariamente crescere nella cura dei dettagli e nell’attenzione difensiva. Se la classifica della Sampdoria permette di sorvolare sui difetti e di soffermarsi esclusivamente sulle belle giocate, non si può dire lo stesso parlando del Napoli e di Napoli. Le aspettative, le pressioni e la posta in palio sono ben maggiori, ed un errore a Marassi non vale un errore al Maradona. Può sicuramente dire la sua e magari rivelarsi una risorsa, ma è evidente che ci sia ancora da lavorare.