“La calunnia è un venticello…” ma Rossini non c’entra
Tra dubbi e incertezze sulla rosa, il Napoli non va oltre un pareggio contro un poco temibile Adana.

© “DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA
Koulibaly, un mercenario che ha rifiutato i ponti d’oro generosamente offerti dal Napoli (perché da libero professionista del calcio avrebbe dovuto rifiutare l’ingaggio di dieci milioni offerto da Chelsea e accontentarsi dei sei milioni che Giuntoli ha detto di avergli proposto?): parla così l’azienda calcistica del cinematografaro De Laurentiis, Ospina? A sua volta ingolosito da un contratto allettante, mai napoletanizzato. Insigne? Ha scelto i dollari canadesi, non è stato profeta in patria, Napoli bye, bye. E ‘Ciro’ Mertens? Così lo ingiuria il presidente: “Ha fatto un ‘discorso’ (discorso? semmai una scelta) di vil denaro”. Ecco il grazie al giocatore recordman di gol in maglia azzurra che ha regalato a Napoli spettacolo, classe e amore per la città. Osimhen? “Nessuno è insostituibile e in presenza di un’offerta pari al suo valore…si vedrà”. Questo Napoli? Prima ancora di capire se e quanto è distante dal top level da scudetto, De Laurentiis spara uno degli abituali ‘ballon d’essai: “È vivo e vegeto, è fortissimo”. Sì…come dimostra l’incolore amichevole con i turchi per nulla irresistibili dell’Adana Demispor, allenati dal napoletanissimo Montella, conclusa con uno stentato 2 a 2.
Segna Lozano, con due rigori va in vantaggio l’Adana, pareggio degli azzurri grazie a un’autorete di tale Cokcalis su azione di Lozano. La cronaca dice un gran bene, e non è una sorpresa, dell’impronunciabile Kvaratskhelia, ma anche di prove ‘so, so’ di Ostigard e Olivera, di una Napoli molto simile alla precedente, ma privo di stelle come Koulibaly, Insigne, Mertenz, Opsina e del solito ticchettio senza personalità denunciato nella trascorsa stagione per limiti creativi di Spalletti. Per capire che aria tira nel reparto amministrativo della società ecco il costo della modesta amichevole di Castel di Sangro: curve e distinti 30 euro, tribuna 40. Sullo sfondo l’incertezza sull’addio di Zielinski, la certezza che Mario Rui è tra i migliori e ha rischiato a suo tempo di emigrare, i dubbi sulla verità dei contatti, uno al giorno, con calciatori accreditati di talento e classe, da smentire subito dopo e per tornare a porsi interrogativi su questo Napoli in corso di restauro.