La rinascita di Lobotka
Il Napoli si coccola il suo regista, Lobotka: centrocampista che fino all'anno scorsa era considerato l'ennesimo flop.
© “LOBOTKA” – FOTO MOSCA
Il bacio è da sempre il sigillo d’amore, d’affetto, tra due persone che si stimano e si rispettano. È avvenuto a Dimaro, quest’estate tra Mr Spalletti e Lobotka, un attestato di fiducia, un raggio di sole, poco visibile, poco compreso, in un turbinio di emozioni nefaste e di lutti, ma carico di speranze ed aspettative.
Ex Betis, cercato dal MR ai tempi dell’Inter, oggi è il perno principale di tutto il gioco Partenopeo. Arrivato a Napoli nel 2020, nell’indifferenza totale, pagato 20 mln, trova poco spazio nel gioco di Gattuso, mai all’altezza e con un rendimento altalenante tra infortuni, ambientamento e qualche chilo di troppo. Scivolato ai margini, senza un’identità precisa in campo, si appresta ad essere l’ennesimo flop, di un acquisto mal programmato e mal gestito.
Nell’estate del 2021, inizia la rinascita nel ritiro a Dimaro dove ritrova la forma fisica, oltre che la convinzione delle sue giocate. Spalletti, lo istruisce, lo colloca e lo consacra a regista basso di centrocampo, dove pian piano sgomita la concorrenza di Fabián Ruiz ed Anguissa. Oggi ci scherza su a quei chili di troppo, facendosi fotografare con una maglia XL: “Nessuno più dirà che sono grasso”. La consapevolezza di ciò che era, lo rende un giocatore sereno e pronto per questo Napoli che non può far a meno di lui.
La costruzione del gioco dal basso passa tra i suoi piedi ed infatti le uniche due partite dove è mancato, il Napoli ha avuto un enorme difficoltà. Uomo intelligente capace di essere un ottimo interprete delle due fasi. Testa alta, passaggi puliti, legge le azioni, andando in pressione in avanti e anticipando l’avversario. Le conseguenze sono molteplici: il baricentro della squadra è più alto, quindi una maggiore proiezione offensiva oltre che un ritmo e una pressione, per mettere in difficoltà gli avversari. Tra i primi in Europa per passaggi completati, primo in Italia per contrasti vinti dinanzi alla difesa, un giocatore di qualità e quantità fatta di una guida silenziosa, senza mai mettersi in mostra, ma fondamentale per le spaziature e le sovrapposizione degli esterni.
Se lo scheletro di questa squadra è nei centimetri e nei chili di Kim – Anguissa – Oshimen, il cervello che manovra il Corpo di questa macchina è in quei 160cm d’uomo che osserva e scruta i suoi compagni e li serve al meglio per aprire il campo e far correre i propri compagni. Ormai sono alle spalle gli anni bui, oggi il Napoli si coccola il suo regista, pochi in Europa come lui, con un contratto in scadenza al 2025 e pronto a rinnovarlo per blindarlo definitivamente.