Il ritorno di Sabatini: è l’asso nella manica per salvare la Salernitana
Piuttosto che la panchina, e se a saltare fosse una poltrona? Richiamare Walter Sabatini potrebbe essere una saggia mossa per la Salernitana.
©️ “SABATINI” – FOTO MOSCA
La gara disputata a Empoli si è rivelata un duro colpo inferto al cuore degli appassionati tifosi della Salernitana, fiduciosi di assistere al successo dei granata contro l’ultima in classifica, ancora inchiodata a quota zero punti e incapace di segnare, fino a ieri. Eppure, sotto i loro occhi è avvenuta una incredibile trasformazione, la squadra di casa da derelitta cenerentola si è trasformata in uno squadrone, che ha scatenato attacchi corali contro una difesa granata, apparsa friabile come burro al sole. Il povero Ochoa si è trovato così sottoposto a un vero e proprio bombardamento, mentre i giocatori granata si aggiravano sul terreno di gioco del Castellani come anime in pena, completamente privi di idee.
Le ripartenze dell’Empoli hanno fatto sprofondare la Salernitana nella disperazione, creando un numero impressionante di occasioni da gol. Persino quei calciatori che lo scorso anno erano considerati i pilastri della squadra sembravano essere diventati degli improvvisati dilettanti, alla ricerca disperata di una scintilla, di una soluzione, di un colpo di fortuna. L’unico a salvarsi è stato Cabral, che ha dimostrato di essere il più pericoloso e, al tempo stesso, il più sfigato.
Dopo il fischio finale, i commenti post-partita si sono concentrati sulla scontata richiesta di licenziare Sousa, scaricandogli addosso l’intera responsabilità di questa dolorosa debacle. E la società sembra propensa ad assecondare questa richiesta, concedendo a Sousa una fiducia temporanea fino alla prossima sfida contro l’Inter, probabilmente per non bruciare subito il nuovo allenatore contro un avversario così temibile.
Era invece perfettamente prevedibile quello che sta accadendo, dopo una campagna acquisti sparagnina, inconcludente e confusionaria. Lo aveva anticipato candidamente Sousa: “Rispetto all’anno scorso siamo inferiori”. Perfino il più inesperto osservatore avrebbe compreso che la terza peggiore difesa dello scorso anno richiedeva un potenziamento. La necessità di un attaccante di peso al posto di Piatek e di un centrocampista di qualità al posto di Vilhena era altrettanto evidente. Tuttavia, si è preferito puntare su giovani promesse che rischiano ora di affondare nel marasma generale.
E adesso come può salvarsi la Salernitana dalla retrocessione?
Ecco un’analisi impietosa della situazione attuale:
- 5^ peggiore attacco con 4 reti realizzate insieme a GENOA, MONZA e VERONA;
- 3^ peggiore difesa con 12 reti subite insieme all’UDINESE;
- 3 punti conquistati in 6 partite giocate;
- 2 pareggi in CASA;
- 3 perse ed 1 pareggiata FUORI CASA;
- La finestra invernale di mercato è ancora lontana. Ma come ci si può attendere miracoli da chi ha impiegato oltre 40 giorni per fare il primo acquisto in estate, quando i costi da sostenere erano più favorevoli rispetto a quelli del mercato invernale? E la società manterrà ferma la decisione di stringere la cinghia e limitare le spese?
- Non ci sono in giro giocatori svincolati di valore, pronti per giocare e capaci di determinare da soli una svolta.
- I nomi degli allenatori contattati (Semplici, Iachini ) non sono per nulla superiori a Sousa.
Resta una sola via d’uscita, il vero asso nella manica che rimane da giocare: richiamare immediatamente Walter Sabatini.
È l’unico in grado di penetrare nel misterioso mondo degli spogliatoi e ricondurre sulla retta via quei giocatori smarriti, evitando loro l’irreparabile disfatta. Ricordiamo tutti il suo lavoro magistrale sulla mente di Bonazzoli e Verdi. Inoltre, avrebbe l’opportunità di individuare con precisione i ruoli che necessitano urgentemente di rinforzi. I suoi rapporti con gli agenti dei calciatori non sono conflittuali, a differenza di quelli che ci hanno costretto a puntare solo su giocatori stranieri.
So cosa state pensando: il presidente Iervolino potrebbe mai accettare una svolta del genere, che equivarrebbe a sconfessare le sue scelte passate?
Ma come diceva saggiamente James Russell Lowell, “solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. E noi, in tutta onestà, condividiamo appieno questo pensiero. Il presidente sa bene che i migliori manager non si circondano di ossequiosi “yesman”, ma preferiscono avere al loro fianco collaboratori e consiglieri coraggiosi, capaci di dissentire e proporre alternative. Walter Sabatini possiede tutte queste caratteristiche e Danilo Iervolino le ha già sperimentate.
Ora, spetta al presidente decidere se intende dare una scossa vigorosa a questa squadra, senza addossare tutte le colpe all’allenatore (che pure ha la sua quota di colpe per aver voluto insistere su calciatori improponibili come Botheim), oppure optare per il consueto cambio in panchina che rischia di essere, con questa squadra, un inutile brodino caldo.