Il “cortomuso” è finito

Massimiliano Allegri e il "cortomuso". Un'idea di calcio superata che sta portando al pettine i nodi dei problemi della Juventus.

Allegri
Articolo di Lorenzo Maria Napolitano28/10/2021

IL PARADOSSO

Arriva nel 2014 accompagnato dalle proteste dei drughi, i quali incitavano a gran voce il nome di Antonio Conte. Come allora, Massimiliano Allegri, si trova nel momento più difficile della sua carriera.

Alle critiche, rispose con i risultati, spiegando in conferenza stampa che i tifosi si conquistavano solo ed esclusivamente con le vittorie. Queste sono arrivate, sfiorando la più grande solo perché davanti vi era la squadra più forte del mondo, Il Barcellona della MSN.

Paradossalmente, quest’anno, arriva acclamato a gran voce, ma i risultati non arrivano. Almeno per il momento, o quantomeno altalenante. Si passa dalla vittoria contro i campioni d’Europa in carica, al peggior inizio stagionale in Serie A nell’era dei tre punti.

Contro il Sassuolo è arrivata la terza sconfitta stagionale, ed il distacco dalla prima posizione aumenta ancora di più. Ben 13 punti. Dal 1994, è il peggior risultato della squadra bianconera.

VINCERE O DIVERTIRE? IL BINOMIO È UN TABOO

La prima Juventus “Allegriana” è riuscita a portare a casa il campionato per cinque anni di fila. La solida organizzazione difensiva mixata all’estro ed alla classe dei singoli, ha portato la squadra a raggiungere risultati storici. Ma, tranne la caduta a Berlino, la storia vera è propria è stata scritta solo in Italia, e con la collaborazione di Antonio Conte. L’operato dei due allenatori ha portato consecutivamente il tricolore a Torino per nove volte.

Le vittorie, il modo con cui queste arrivavano, hanno condannato l’entusiasmo della serie A al baratro. La richiesta di un calcio dinamico, coinvolgente e brillante arriva direttamente in casa Juventus, portando la dirigenza a trovare ad esonerare, con uno scudetto in tasca, Massimiliano Allegri.

La voglia è quella di giocare un calcio spumeggiante, di divertirsi e divertire, far tornare ai tifosi l’entusiasmo che, nonostante i titoli, negli anni, s’è affievolito.

Chi meglio poteva riuscire nell’impresa se non uno che in Serie A ha portato il gioco più bello degli ultimi vent’anni? Arriva, non proprio in sordina, Maurizio Sarri.

La sua mano, però, non si vedrà mai. All’ex Napoli viene dato un solo anno, con il quale, però, anch’egli, porta alla vittoria del titolo.

La stessa sorte, più o meno, toccherà ad Andrea Pirlo. La scelta di puntare sullo storico numero 21, che doveva essere portatore di una rivoluzione all’interno della società, porta più problemi che altro.

Si (ri)torna indietro di 2 anni, richiamando Allegri dopo due anni di pausa. Sembra destino, la Juventus o vince giocando con lo “stile Juve”, o non vince.

Il tanto decantato dalla stampa “cortomuso”, oggi, fa acqua da tutte le parti.

DATI ALLA MANO

AL momento, la Juventus, soggiorna al settimo posto, contando una differenza reti di appena +1. 14 gol fatti a fronte dei 13 subiti: l’ultima volta era successo nella stagione 1988/89. Recentemente un punto così basso non si toccava dal 2010/11 (Delneri in panchina, 11 gol subiti).

La muraglia della Juventus, quest’anno, sembra più il muro di Berlino nel novembre del 91. Un punto di forza che, quasi, diventa il punto debole.

I MOTIVI

Allegri è tornato in Serie A convinto della sua idea di calcio; da lui sempre definito semplice.

Il suo calcio appare ormai retrogrado, obsoleto, non al passo con quello che stiamo vivendo. La figura dell’allenatore gestore, è ormai superata da tempo.

Le sue pecche sotto il punto di vista tattico sono evidenti, ma anche sotto il profilo della rosa, la Juventus non pare adeguata.

La Juve di Allegri ha vinto tanto, arrivando addirittura in finale di Champions League, con un centrocampo quasi utopico, che vedeva addirittura Claudio Marchisio in panchina. Pogba, Vidal e Pirlo, con tutto il rispetto, sono tutt’altro tipo di calciatori rispetto agli attuali Bentancur, Ramsey, Arthur e Rabiot. Inoltre, sul campo vi è solo il fantasma di Paulo Dybala.

L’intera Juventus, appare solo un lontano ricordo di quella che ha dettato legge sul campionato per quasi un decennio.