Milano, eccoci, arriviamo
Inter-Napoli dirà se i risultati delle amichevoli degli azzurri sono dovuti alle stanchezze post ritiro, oppure, se sono un campanello d'allarme.

©️ “INTER-NAPOLI” – FOTO MOSCA
Tra una settimana lo stadio Meazza dirà se l’inaspettata mediocrità delle amichevoli infra Qatar del Napoli, sono l’esito dello scontato rilassamento muscolo-mentale di Osimhen e compagnia bella o uno squillo di campanello d’allarme. Il test sarà parzialmente attendibile.
A Milano Spalletti si gioverà dell’organico al completo dei reduci dal Mondiale e del ritrovato Rrahmani, ma comunque il confronto con una delle big della Seria A si propone con l’interessante alternativa Napoli irresistibile o candidata paritaria allo scudetto con l’élite del calcio italiano.
Non mancano le incognite: Kvaratskhelia, poco più che maggiorenne, dunque in età da trasgressioni festaiole e ludiche, in tanti giorni di vacanza a causa della lunga pausa del Qatar potrebbe aver ottimizzato lo stop per qualche trasgressione alla forma fisica, essenziale per il suo dribling ubriacante, in velocità, ma è solo un’illazione che gli azzurri faranno di tutto per smentire e prolungare la striscia da record di risultati con il segno più.
Sorprende l’attivismo sull’asse De Laurentiis-Giuntoli, che profitta della sosta per rendere sontuoso il potenziale complessivo degli azzurri, già da club eccelso della Premier League e dichiara blindata la permanenza napoletana di Osimhen, oggetto del desiderio dei grandi club europei. Lui punta al ritmo frenetico delle incursioni in campo e a cucire sulla maglietta lo scudetto tricolore.
Raspadori: la fertile terra vesuviana sembra far bene alla sua salute di prolifico rifinitore e uomo-gol.
Il ‘Polifemo’ Kim, per fortuna ne ha due di occhi, che lo rendono invulnerabile, ha cancellato gli empiti di nostalgia dei napoletani orfani di Koulibaly.
Intense ed esperte occhiate di Giuntoli a quanto offre il panorama calcistico internazionale si sono soffermate sulle qualità indiscusse dell’atalantino Koopmeiners.
È napoletano l’esperto terzino della Samp Bereszynski (accidenti che difficoltà a pronunciare questi cognomi slavi) candidato a sollevare Di Lorenzo dall’onerosa insostituibilità, dopo l’esodo di Zanoli, giovanissimo a caccia di riconoscimenti sul campo.
La probabile partenza di Demme, chiuso dalla titolarità di Lobotka, regista alla Verratti, osservato speciale di grandi club, dal trio Anguissa, Zielinski, Ndombele, fa innestare a Giuntoli la marcia di osservatore. Il suo sguardo competente si ferma sul fenomeno Ounahi, consacrato in Qatar, con la maglia del sorprendente Marocco.
Occhi puntati su Samrdzic, giovane virgulto valorizzato dalla lungimirante Udinese (possibile successore di Zielinski, tra non molto in scadenza di contratto) e sul funambolico goleador brasiliano Luiz Henrique, sul difensore Djalò (Lillle) sul marocchino Cheddira in forza al Bari, consorella del Napoli.
Per tutti, o quasi, il filo conduttore dell’attenzione di Giuntoli è la giovane età, nella scia degli acquisti di Raspadori (in evidente crescita) e Kvaratskhelia: son scelte proiettate al futuro, al via di un ciclo, che presupponendo cetrato l’obiettivo centrato dello scudetto 2022-2023, punterebbe a emulare i fasti di Juventus, Milan, Inter.