Vito Chimenti, l’anti-eroe del Sud
È scomparso all’età di 69 anni Vito Chimenti, bomber di provincia e simbolo della riscossa del Sud.
Se n’è andato all’improvviso. Senza far rumore. Un po’ come nella sua parabola calcistica: intensa, ma lontano dai riflettori. Un cuore che domenica ha fatto qualche capriola di troppo. Un cuore innamorato del calcio, che ha predicato e raccolto proseliti nel sud. Vito Chimenti non è mai stato il centravanti di Montalban, da rapire o da assassinare verso sera per fare uno sgarro al Barcellona. Avrebbe avuto le occasioni per sfilare su passerelle da grandi firme, ma ha preferito la provincia, da Catanzaro a Palermo, da Avellino a Taranto, da Salerno a Matera, in quel meridione, soprattutto negli Anni Settanta, affamato di riscossa e di visibilità. Assieme a Massimo Palanca, Chimenti ha vestito gli abiti del capo-popolo al servizio del gol, facendo tremare i polsi ai poteri forti del nord arroccati attorno alla Fiat.
Non si può non amare Chimenti, perché è il ragazzo come noi che ha saputo perpetrare la speranza laica del cuoio, la nostra religione da design. Vito siamo noi, oppure eravamo noi. Con qualche chilo in più, i capelli radi che scoprono un paesaggio lunare e quei baffi folti ma ribelli. Anni luce dai metrosexual alla Beckham o Cristiano Ronaldo, semmai con quella scia d’acqua velva mista a sudore. Le figurine Panini sono state impietose con Vito, e lui ha ricambiato tanto “astio modenese” non avendo compassione dei portieri avversari, trafitti in ogni modo, anche in rovesciata. Alla faccia delle tartarughe scolpite sul ventre.
In carriera ha vinto un solo titolo, in serie D col Matera. Ma ci ha lasciato in eredità quasi 150 gol tra i professionisti. In un’epoca di divismo, lui, l’anti-eroe, ci mancherà.