ESCLUSIVA – Ischia, Lubrano: “Lavorare per essere protagonisti anche in Serie D”

Mario Lubrano, ds dell'Ischia, ha rilasciato un'intervista a Sport del Sud in vista della prossima stagione della squadra in Serie D.

Articolo di Ruben Zaccaria30/04/2023

©️ “ISCHIA CALCIO” – FOTO ALESSANDRO ASCIONE

Dopo il rischio di restare senza squadra nell’anno del centenario, l’Ischia ha terminato al primo posto il campionato di Eccellenza, festeggiando la promozione in Serie D dove tornerà a giocare per la prima volta dopo il fallimento del 2016. Ai nostri microfoni, ha rilasciato un’intervista Mario Lubrano, direttore sportivo del club, parlando della stagione conclusa e del futuro:

“Se mi aspettavo una stagione così o è andata oltre le aspettative? Un po’ entrambe le cose. Perché diciamo che se andiamo indietro di un anno, di questi tempi Ischia giocava i playoff in Eccellenza, il primo maggio, e li perse contro il San Marzano. Poi ci furono una serie di eventi, come le dimissioni di Pino Taglialatela dal ruolo di direttore generale e successivamente quelle del presidente Emanuele D’Abundo che decise di non proseguire il suo progetto che era nato quattro anni prima.

Quindi praticamente la squadra era rimasta senza proprietario alla vigilia della stagione del centenario. Di conseguenza, ci fu molta paura di una mancata iscrizione, scongiurata poi proprio dall’intervento di Pino Taglialatela, che da presidente salvò la squadra iscrivendola al campionato. Però in quel momento non c’erano certezze sul futuro della squadra. A inizio luglio l’Ischia aveva solo il presidente, un direttore sportivo che ero io, un allenatore che era Enrico Buonocore e un dirigente tuttofare, Franco Tutino.

Eravamo in quattro senza niente, poi il mese di luglio fu caldissimo. Pino scendeva tutti i giorni a Napoli a cercare risorse per fare questo campionato, io ed Enrico ragionavamo sulla squadra da costruire e andavo a Napoli a parlare con i giocatori, senza però avere in quel momento risorse per bloccarli. Però nonostante le difficoltà io avevo buone sensazioni. Dal primo giorno abbiamo operato non per fare un campionato dignitoso ma per fare un campionato che rimanesse nella storia in occasione del centenario.

Alla fine poi questo sogno si è realizzato ed è comunque merito di Pino che nonostante il ritardo è riuscito piano piano a costruire una società forte. E penso merito anche nostro che da responsabili della parte tecnica abbiamo fatto le scelte giuste e di Enrico che è stato bravo sul campo a rendere merito a queste. E poi ad un gruppo di ragazzi che è stato straordinario tutta la stagione.

Qualche momento in particolare riguardante la promozione? Ce ne sono due essenzialmente: io non sono ischitano quindi ho vissuto con curiosità tante situazioni e da inizio anno mi chiedevo come sarebbe stato vincere un campionato in trasferta con l’emozione poi di entrare col traghetto nel porto e vedere i tifosi aspettare la squadra lì. Questa cosa è avvenuta perché abbiamo vinto il campionato in casa della Maddalonese in una partita dove tra l’altro c’era il divieto per il settore ospiti. Quindi l’abbiamo vinto da soli in maniera quasi inaspettata perché ci fu la sconfitta del Casoria con il Savoia.

Quando siamo arrivati sull’isola effettivamente c’erano tanti tifosi ad attendere la squadra e fu bellissimo perché fu una festa spontanea che fece molto emozionare tutti noi. Poi il secondo, che porterò per sempre con me, è la scenografia che c’è stata all’ingresso in campo l’ultima giornata di campionato col Sant’Antonio Abate, dove c’era praticamente raffigurato il Monte Epomeo, il porto di Casamicciola e le dodici vittime della frana che c’è stata il 26 novembre. Fu un’immagine veramente toccante e rende merito ai tifosi dell’Ischia che sono da questo punto di vista sempre stati molto sensibili e giustamente nel giorno di festa hanno voluto ricordare questa tragedia che l’isola ha vissuto in questa stagione, che ci ha dato molta forza e anche senso di responsabilità nel cercare di dare una gioia all’isola”.

Le parole in vista della stagione dell’Ischia in Serie D

“Essendoci quattro under previsti dalla normativa, quasi il 50% della rosa dovrà essere costituita da under. Diciamo che però noi partiamo da una buona base, perché secondo me i ragazzi che hanno affrontato l’Eccellenza si sono rivelati all’altezza e lo sono anche per la Serie D tranquillamente. Poi è chiaro che il roster di under va rinforzato e quella sarà la prima cosa da fare sicuramente. Ora è una fase ancora di transizione, quindi adesso mi sto dedicando a vedere tante partite e giocatori in attesa di ricevere dalla società il via libera per procedere all’organizzazione della prossima stagione.

Io come idea ho quella di non rivoluzionare la squadra anche per quanto riguarda gli over. Secondo me abbiamo dei giocatori che sono di alto livello anche per la D, però c’è ancora del tempo prima di affrontare ufficialmente queste decisioni. Si potrà rispondere dopo che la proprietà darà un programma più preciso.

Però io parto dal presupposto che Ischia anche in Serie D non è una piazza qualunque. In Eccellenza credo sia chiaro fosse la più importante, forse al pari del Savoia che però ha vissuto una stagione difficile, senza neanche avere un proprio stadio. Però dal punto di vista del blasone, della storia, Ischia non aveva rivali. E anche in D credo sia una delle piazze più importanti, soprattutto in Campania.

E quindi già in partenza si deve lavorare per essere protagonisti anche in questa categoria, poi è chiaro che tanto dipende da quelle che sono le condizioni che vengono messe in campo dalla proprietà. Però io penso che chi è a capo dell’Ischia, ovvero Pino, sia un uomo di calcio vincente e ambizioso. L’ha dimostrato quest’anno dove dal nulla ha posto le condizione affinché l’Ischia potesse tornare nel calcio nazionale e sicuramente si adopererà per mettere le basi per far sì che possa un giorno, perché no, riabbracciare il calcio professionistico”.