Cari tifosi del Bari, pensate davvero che De Laurentiis vi ascolti?
Ripercorrete la storia di Aurelio De Laurentiis a Napoli e sovrapponetela alla gestione di Luigi De Laurentiis a Bari: striscioni, contestazioni e proteste non porteranno a nulla.
© “LUIGI DE LAURENTIIS – BARI” – FOTO MOSCA
Ma cosa pensate di risolvere contestando la proprietà o disertando lo stadio? Pensate davvero che a Luigi De Laurentiis importi qualcosa? O che un ambiente avverso possa in una qualche misura influenzare le sue scelte?
Facciamo qualche passo indietro. È oggettivamente difficile azzerare la passata stagione e ancor di più superare la cocente delusione per aver visto sfumare il ritorno in Serie A per una questione di una manciata di secondi. È stato uno snodo che ha inasprito ancor di più le tensioni che da tempi non sospetti aleggiano su Bari e sulla società. Tutta colpa della dannata multiproprietà e di quel dualismo scomodo con il Napoli.
Neanche gli ottimi risultati sportivi maturati nel corso di questo quinquennio sono stati in grado di alleviare in qualche misura le ferite di un rapporto compromesso dal principio. Tant’è che, sul finire di giugno, il mercato non era neppur ancora cominciato che già si respirava aria di delusione preventiva per una squadra che non sarebbe stata all’altezza della Serie B. O meglio, della promozione in Serie A, che è ciò che Bari giustamente chiede e meriterebbe. Noi stessi, in un articolo datato 1 luglio (leggi qui), avevamo provato proprio a stemperare queste ansie considerando il lungo periodo di trattative alle porte. Con buona pace di una fetta di tifosi più comprensivi e fiduciosi, a poco è servito. Oramai la girandola della contestazione era già partita.
E a cosa ha portato? Vi sembra che la proprietà abbia forse cambiato i propri piani? Manco per scherzo. Più la piazza si infervorava e chiedeva risposte, e più la società scompariva nel nulla, si trincerava nel silenzio, e vi lasciava bollire nel vostro stesso brodo.
E così è proseguito il mese di luglio, e pure quello di agosto, dove a dir il vero non è arrivato nessun acquisto in grado di tenere a bada i tifosi. Anzi, oggi che la squadra è grosso modo assemblata si può dire che effettivamente qualche tassello manca, ed anche una parte dei fiduciosi ha cominciato a diventare scettica. Come avrete potuto notare, neanche le problematiche evidenziate dal campo hanno indotto la società ad un passo indietro. E le conseguenti proteste? Ma figuratevi, ancor meno!
Tutto ciò per dire che il sentimento popolare conta fino ad un certo punto. Non pensate che a De Laurentiis faccia piacere avere la piazza in subbuglio o sentirsi dire che addirittura voglia il fallimento del Bari. Leggendo qualche commento sui social, pare che sia quasi in atto un tentativo di autosabotaggio. Ma il primo a rimetterci sarebbe proprio lui!
De Laurentiis prosegue senza indugio per la propria strada, arroccato nelle proprie idee e convinzioni. E se pensate che possa cambiare rotta perché le sue scelte non vanno a genio ai tifosi, state solamente sprecando tempo e fiato. Credete che piazzando in Curva uno striscione con cui si chiedono acquisti a titolo definitivo la società possa rivedere le sue strategie di mercato, ad un giorno dalla fine? E tra l’altro, se si acquista in prestito un motivo dovrà pur esserci. D’altronde, di questi tempi, quante società di basso rango possono permettersi un certo numero di operazioni onerose? Date uno sguardo alle altre di Serie B, o anche alle “piccole” di Serie A. Rinsavirete.
Eppure le linee guida dovreste averle. Guardate il padre. Per anni ed anni, quasi venti ormai, a Napoli è stato tempestato di critiche e contestazioni di ogni genere. I tifosi hanno lasciato spesso e volentieri il San Paolo mezzo vuoto, anche con la squadra a giocarsi lo scudetto. E cosa è cambiato nel suo modo di essere, nel suo modo di agire e nel suo modo ragionare? Vi risulta che ci abbia dato ascolto, anche solo una volta? Macché! Aurelio è un carrarmato che avvia il motore e fila dritto, distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, è indifferente a tutto ciò che gli capita attorno. Nulla lo scalfisce.
E con un esempio del genere, è impossibile aspettarsi che Luigi faccia diversamente. Altrimenti, se è vero che Bari è solo una “palestra”, come potrebbe dimostrare di essere all’altezza di succedere al trono del Napoli?
La delusione è comprensibile e condivisibile, ma non c’è altro da fare che mettersi l’anima in pace. È un film già visto: ci sono già passati a Napoli e la storia sembra ripetersi proprio qui a Bari. Alle porte c’è una stagione di sofferenza, le prime tre giornate hanno dimostrato. Non è la prima e non sarà neppure l’ultima. Non resta altro che tifare Bari.