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Iervolino: “Voglio un cambiamento nel calcio italiano”

Iervolino: “Voglio un cambiamento nel calcio italiano”

©️ “IERVOLINO” – FOTO MOSCA

Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, ha parlato nel corso di una lezione alla Luiss della sua idea di sviluppo per il calcio italiano. Di seguito, le sue parole:

“Nel settore del calcio sono tante le cose che non vanno. I conti disastrosi delle squadre, oltre tre miliardi di indebitamenti in tutto il calcio, l’audience è stabile e non cresce. Abbiamo difficoltà organizzative per il salary cap e i rapporti con agenti. Abbiamo una carenza infrastrutturale. Al momento nella Lega non c’è armonia e coesione per trovare linea condivisa, ci sono squadre che ritengono di voler continuare così sperando il meglio e chi vuole cambiare come il sottoscritto.

Ho avuto tante soddisfazioni, anche se la gestione di una squadra di calcio è così semplice, ma anche seria. Le cose vanno gestite con una chiara e limpida strategia di comunicazione e con grande serietà, perché soprattutto per i tifosi c’è il cuore, il voler amare all’infinito la squadra e questo carica di grande responsabilità.

Sposo l’idea di far diventare il calcio una market company e supporto l’ingresso dei fondi di investimento. La loro capacità manageriale e di network può portare tanto in termine di ordine e di vendita di revenues fuori dall’Italia. Ci vuole sensibilità, creare un ambiente sano, fare spogliatoio, creare condizioni ottimali dal punto di vista professionale e qualità della vita, fare il meglio per la squadra, come pensare a un progetto di medio-lungo periodo, eliminare gli alibi. Il tifoso vuole tutto e subito ma in una squadra ci vuole serenità per portare avanti un progetto sostenibile, da essere replicato senza alti e bassi che portano a disillusioni che poi scortano sulla città e sui tifosi.

Noi siamo dei fortunati. Poche società che iniziano un percorso ad inizio anno sanno quanto andranno ad incassare. Sappiamo con una veridicità al 90%, attraverso i forecasts, di quanto incasseremo. Incredibile che noi spendiamo comunque molto di più di quello che incassiamo. Il calcio si può fare a costi più bassi, il problema si crea quando i tifosi vogliono vincere con squadra con nomi altisonanti.

L‘intelligenza artificiale è un macro-settore, un’elaborazione formidabile di dati che vengono analizzati e poi proiettati. Questo serve per prendere decisioni migliori possibili con gestione del rischio già programmata. Già molte squadre lo fanno. Lo vedete da quello che sta accadendo con ChatGPT, una macchina che ci suggerisce ciò che dobbiamo fare, ci analizza, studia e limita le scelte. Qui si apre problema enorme di bioetica. La macchina impara da te, ti proietta e suggerisce delle cose, spiega e non elabora solo il dato, come accadeva magari in passato. Il calcio ha bisogno di metriche. Sicuramente ne vedremo delle belle.

Settore giovanile? Invece di dare incentivi per chi investe sul settore giovanile, settore di ricerca e sviluppo, in Italia c’è una norma che disincentiva ciò. Mi auguro che il ministro Abodi possa invertire la rotta. Non si investe nel settore giovanile perché non conviene. Per la legge di stabilità abbiamo giovamento quando paghiamo tanto giocatori che vengono dall’estero. Paghiamo i contributi con una detrazione pari al 50% su per giù.

Caso plusvalenze? Nessun presidente deve pensare a una moralizzazione delle squadre avversarie, il calcio italiano non sta vivendo un buon periodo. Bisogna avere fiducia nella giustizia sportiva e noi dobbiamo accettare le scelte. La promessa da farsi è che se gli errori sono stati fatti, questi non si debbano più ripetere perché altrimenti sarebbe più grave dell’errore stesso”.

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