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Perché il Napoli ha perso contro la Lazio

Perché il Napoli ha perso contro la Lazio

Lo scorso anno Napoli-Lazio la vinse Sarri imbrigliando Lobotka in mediana. Oggi invece è Garcia a regalare la vittoria ai biancocelesti. Difesa alta e lenta, lanci lunghi e zero palleggio, quindi niente gestione della palla. Risultato? Ciò che già sapevamo: squadra poco lucida perché sempre di corsa, reparti troppo distanti, con Lobotka costretto ad affondare perché non più perno di centrocampo. Meglio cambiare subito, perché così proprio non va.

Le lacune difensive, evidenti già contro Frosinone e Sassuolo, sono emerse alla grande contro il primo avversario di livello, quindi veloce e tecnico. Non ci si poteva aspettare di meglio con un duo formato da Juan Jesus e Rrahmani, che certamente non brillano di rapidità ed agilità.

Paradossalmente, i due funzionano bene quando la partita è “difficile”, quando è l’avversario a schiacciarti in difesa, e non quando è il Napoli ad aggredire, costretto quindi ad essere alto.

Il problema difensivo, continuando, è emerso in tre gare su tre anche sull’out di sinistra, con Olivera in affanno. Il terzino ha un fisico importante, di quelli battaglieri, che regge bene l’impegno quando bisogna fare a sportellate con l’avversario. L’uruguaiano non deve però mai inseguire, o perde di lucidità. Nelle partite offensive, invece, il più indicato è Mario Rui. Maggiore tecnica e più sovrapposizioni. Rui e Kvara s’intendono alla grande, e la scorsa stagione ne è la prova.

Lobotka sembra un pesce for d’acqua. Ieri è arrivato in zona conclusione come non mai, siccome il suo ruolo da metronomo è stato magicamente cancellato dall’allenatore. Lanci lunghi che partivano dalle sue spalle (13 di Rrahmani, 6 di Juan Jesus e solo 3 di Lobotka), ma nulla di concreto, almeno nel secondo tempo, quando gli azzurri sembravano i protagonisti di una partita di ping pong.

Ultima nota sulla fase offensiva. Se l’alternativa a Kvara è Raspadori sulla fascia, allora è meglio vedere il georgiano in campo sempre, anche al 50%. L’ex Sassuolo o gioca all’interno dell’area di rigore oppure è inutile defilarlo ed abbandonarlo in carreggiata, lontano dalla porta avversaria. La più grande abilità di Raspadori è quella di muoversi palla a piede in un fazzoletto, per poi tirare forte e preciso, che sia di destro o di sinistro.

Non era meglio Elmas, a questo punto? Ma soprattutto, che fine ha fatto? Dov’è Elmas? Perché gettare nella mischia Lindstrom, alla sua prima apparizione, e non dare fiducia al macedone, uno dei migliori contro le difese chiuse?

Insomma, che Garcia impari da questi errori. Che quest’amara sconfitta possa solo giovare al nuovo Napoli. Il cammino è lungo, e noi abbiamo l’onere di difendere il tricolore.

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