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Nun sunt digni

Nun sunt digni

©️ “ZIELINSKI” – FOTO MOSCA

Spalletti aveva detto che ieri sera con i suoi uomini si sarebbe giocato “l’immortalità”. Gli rispondo con affetto e stima: domine, non sunt digni. E neppure tu.

Questa risposta non è ispirata da sentimenti di tradimento o di delusione. È solo una conferma che squadra e tecnico non sono strutturalmente all’altezza dell’obiettivo massimo, sicuramente non sono stati all’altezza del Milan. Sconfitta più che meritata.

Ciò che francamente ci “perprime” di più è continuare a leggere di un presunto, elevato tasso tecnico di questa rosa: mi sembra invece evidente la bassa qualità dei piedi azzurri. Sono mesi che sottolineiamo la miriade di errori in appoggi anche semplici, l’incapacità di tenere palloni sotto pressione, la qualità mediocre dei terzini di fascia, la vis pugnandi di sacerdotesse vergini in attacco e non solo.

Quando abbiamo giocato contro squadre che hanno mostrato un tasso tecnico accettabile o semplicemente disciplina, garra e fisicità, abbiamo sofferto maledettamente. E non è certo un caso lo score casalingo.

Contro il Milan, nei primi 10 minuti ci sono state tre, quattro azioni promettenti: rovinate con cross da Lega Pro di Di Lorenzo e Koulibaly e un tiro parrocchiale di Politano.

Poi una quantità industriale di errori. Solo per parlare di una colonna: Koulibaly non ha azzeccato un passaggio, corto o lungo che fosse e ha la piena responsabilità del gol di Giroud perché sul tiro di Calabria lo ha rimesso in gioco con uno scellerato movimento all’indietro che non ha neppure coperto il francese. Partita orrenda di KK.

Ma molti altri avrebbero meritato schiaffoni a mano aperta. Si sono salvati solo Ospina, ancora una volta il migliore per distacco, e Di Lorenzo nonostante i suoi ferri da stiro.

Fin qui la squadra: altro non c’è da dire. Prestazione pessima.

Veniamo al tecnico. Dopo la Lazio aveva avuto buon gioco nel rispondere piccato e sarcastico a chi rilevava una mancanza di carattere dei giocatori oltre che la sua acclarata riluttanza a cambiarne alcuni:  da primo in classifica e dopo una vittoria come quella di domenica, avevamo detto che la ragione era sua per principio.

Però, caro Spalletti, non sempre si vincono partite con due “cagliose” irripetibili di cui la seconda al 94’ tirata dal peggiore in campo. Il culo può aiutare ma la ciorta è neutra alla resa dei conti.

A Roma la partita era girata dopo la sostituzione tempestiva di Zielinski. Ieri questo giocatore è stato tenuto in campo 81 minuti: un’enormità, una colpa immensa di chi avrebbe dovuto toglierlo dal campo dopo il primo tempo, ammesso che fosse il caso di farlo giocare. Il Napoli del modulo a 2 è stato dominato, in costante e scontatissima inferiorità numerica nel mezzo del campo. Bennacer, Kessie, Tonali, giocatori tosti, veloci e tecnici hanno dominato Lobotka, non al meglio, e il tenerissimo Ruiz che ha giocato la stessa partita di Roma senza la “cagliosa” finale.

Davanti a loro Osimhen ci ha provato con qualche corsa solitaria contro due centrali molto veloci e fisici che poco gli hanno concesso: Insigne e Politano hanno meritato un voto dallo zero in giù come Zielinski.

Caro Spalletti, si può (forse) capire la sua predilezione per un modulo e per certi interpreti. Ma non la perseveranza nell’errore, che diventa sì diabolica.

Alla fine dei conti, lei ha contribuito in modo importante a produrre una partita senza idee, lenti come panda dormienti con lo sguardo rivolto all’indietro, neanche avessimo in panchina il peggior Gattuso.

Da un suo estimatore, abbia pazienza: elogi meritati ma anche critiche cazzute dopo siffatte prestazioni.

Ora serriamo i ranghi: meno dichiarazioni roboanti, apocalittiche, che non servono a tirar fuori attributi a chi ne è storicamente carente, e più sano pragmatismo. Spalletti nelle prossime giornate si gioca la credibilità che si è guadagnata in questi mesi. Lo abbiamo paragonato all’ufficiale in prima linea che rischia in tutte le battaglie senza avere nelle sue mani le principali leve per affrontarle: la rosa “chest’è”.

Però, Luciano, l’alzo del tiro dell’artiglieria lo decidono le tue competenze e quelle dei tuoi uomini.

FORZA NAPOLI SEMPRE

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