©️ “SQUADRA NAPOLI” – FOTO MOSCA
L’istantanea della partita è Luciano Spalletti che dopo il gol di Koulibaly si agita a dare indicazioni per i minuti finali diversi metri all’interno del campo. Un gesto fuori dal comune, in una gara che non è mai come le altre. Un atto eclatante, quasi “arrapante” per usare un’espressione del tecnico toscano. I napoletani, caricati con le insegne del conflitto storico e sociale e del senso di appartenenza, esplodono quando si concretizza la rimonta. Il difensore aveva segnato a Torino, regalando l’illusione dello scudetto per un po’; aveva smontato un clamoroso recupero dal 3-0 al 3-3 con un goffo autogol; per poi mettere la firma sul nuovo corso di Spalletti. Un’opera in tre atti, con il Napoli che dopo altrettante giornate guarda quasi tutti dall’alto verso il basso.
Impossibile, comunque, ridurre questi novanta minuti soltanto ai tratti tipici del romanzo di formazione, come successo nelle prime due uscite dove il successo era pretendibile. Il Napoli che affronta la Juventus effettivamente sbaglia, si smarrisce un po’, poi però non si fa ingarbugliare dall’atteggiamento attendista dell’avversario. I bianconeri, con tutte le attenuanti del caso, alla fine non hanno retto. Gli errori individuali hanno reso giustizia ad una sfida in cui, senza i tre punti a favore degli azzurri, si sarebbe parlato di occasione mancata con giusto motivo.
Spalletti scommette sul palleggio dei suoi contro l’aggressività della Juve, che si vede solo fino al gol di Morata. Il Napoli accusa il colpo, ci mette tempo a raccogliere le idee e l’intervallo sembra arrivare proprio al momento giusto. L’allenatore lancia un messaggio chiaro, togliendo Elmas e inserendo Ounas: 4-2-3-1 puro con quattro giocatori offensivi. Gli azzurri ricominciano a produrre gioco con efficacia, la rete di Politano è soltanto la logica conseguenza.
Allegri casca nel solito errore, opta per un atteggiamento conservativo per non spalancare le porte alla crisi, ma nonostante la qualità dei difensori la scelta non paga. Koulibaly chiude un cerchio personale, apre una voragine alla Continassa e nel frattempo lancia il Napoli, che può soffermarsi sugli aspetti positivi. Anguissa su tutti, che nel giro di pochi giorni ha già mostrato di avere le potenzialità per prendere in mano il centrocampo del Napoli. I titoli di coda scorrono sulle note di ‘O surdato ‘nnamurato, cantato dalla curva: quale miglior epilogo, dopotutto, per una serata così.
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