© FOTO CONCESSA A SPORTDELSUD DA MARTÍN MUJICA
Quando è “rinato” Sportdelsud è nata una voce. Lo è stato semplicemente per condizione d’esistenza del giornalismo, per i doveri che assegna.
Lo è stato, però, soprattutto per una missione – un impegno – dare voce a chi legge, ama, vive di sport. Accendere l’audio dei tifosi, dare inchiostro alle loro penne, e silenziare il suono del “potere”, di una visione esclusiva dello sport. Nordcentrica amiamo dire.
Sportdelsud – La voce dei tifosi è nato per annullare le distanze, e cambiare il flusso nel quale lo sport del sud nuota. Il sud che non è solo d’Italia, ma può esserlo di Francia, d’Europa, d’America, del mondo. De Crescenzo diceva che si è sempre meridionali di qualcuno, e chissà perché questa particolare condizione da sempre agli altri – quelli di sopra – l’idea di essere “superiori” non solo geograficamente.
Per affrontare questi temi, per dare voce a tutto il sud che resta, Sportdelsud, allora, decide di andare in giro per il mondo per scovare tifosi che aspettano di essere ascoltati. Il primo è Martín Mujica, un ragazzo ventottenne rosarino, che vive a Tarbes dove svolge un dottorato di ricerca.
Ciao Martín e grazie di essere qui con noi. Sportdelsud è un giornale che nasce dalla necessità di dare voce ai tifosi del Sud, e precisamente allo sport del Sud in un contesto in cui è dominato da una visione Nord-centrica. Ti chiedo, in Argentina vi sentite un’appendice del calcio occidentale?
Si, è un po’ particolare perchè in America del Sud il calcio argentino è tra i più importanti ed è dimostrato tra le varie squadre che partecipano alle coppe continentali (come la Libertadores), però stando in Europa ti rendi conto che la gente segue poco il calcio argentino. Lo stesso vale per la Libertadores. Forse la differenza oraria non aiuta, però è un peccato perché nella copa Libertadores ci sono state grandi squadre e bellissime partite nel corso degli anni.
E che dire di Rosario. Tu sei del Central, una delle squadre più vincenti fuori da Buenos Aires. La stampa nazionale sembra però dominata dal Boca e dal River…
Non c’è dubbio, credo che le persone che tifano Central, o qualsiasi altra squadra che non sia della capitale è d’accordo sul fatto che la stampa è molto centrata sulle squadre di Buenos Aires. In pratica tutte le notizie e informazioni sono vincolate a Boca e River. A volte capita che un’altra squadra è prima nella Liga, ma nei telegiornali sportivi parlano dei problemi nello spogliatoio del Boca durante tutto il programma.
Come si vive invece la rivalità col Newell’s?
La rivalità con Newells è qualcosa di particolare, bisogna vivere a Rosario per capirla perchè è diversa dalle altre. Tutte le persone di Rosario o tifano Central o Newells, sono pochi quelli che tifano le squadre di Buenos Aires. Questo, insieme al fatto che le squadre sono dello stesso livello e che le due tifoserie sono ben divise all’interno della popolazione, fa si che la rivalità si viva con molta intensità, a volte anche troppa (ride). Pero, in Argentina si parla di folklore da futbol per fare riferimento a quelli che vivono e seguono il calcio, e sopratutto i derby. In questo senso, quello di Rosario è bello, e i giorni prima e dopo il derby sono molto interessanti. In particolare perchè ultimamente il Central viene da un filotto di vittorie nel derby e quindi da un lato è più divertente che dall’altro.
Napoletani, argentini, un comune denominatore: Maradona. Che rappresenta per te e per la tua Nazione?
Diego è qualcosa di così incredibile che a volte è difficile da spiegare a parole. Diciamo spesso che Diego è molto più di un giocatore, che rappresenta tante cose per l’Argentina e a volte la gente dall’estero non lo capisce (e forse noi stessi non sappiamo come spiegarlo). Ma quando vai a Napoli ti rendi conto che lo capiscono e si sentono persino molto simili a lui, questa è una delle cose che mi piace della loro città. E per descrivere Diego mi è sempre piaciuta l’espressione “Diego è il dio più umano di tutti”, penso che si adatti bene a lui. Quando è morto e vedi tutta quella gente che piange per le strade e che va alla veglia funebre, capisci che è qualcosa di incredibile, come se fosse più di una persona o un giocatore di calcio. La verità è che Diego è parte della nostra storia, e una sorta di ponte con la città di Napoli.
Maradona mi porta a citare altri due nomi. Tomás Carlovich, un centrocampista di Rosario degli anni ’70, che Diego definì migliore di lui, e naturalmente il rosarino Lionel Messi. Cosa puoi dirci del primo e chi la spunta tra la Pulga e il Pibe? Cosa ne pensano in città?
El Trinche (Carlovich) è come un mito di Rosario, tutti quelli che lo hanno visto giocare parlano di quanto fosse incredibile, qualcosa di mai visto prima. Purtroppo è morto da poco e all’epoca non c’erano molti video. Ma quando senti Diego o Menotti parlare così di lui, deve aver avuto qualcosa di speciale. È diventato una specie di mito, una leggenda locale o addirittura un mistero, come poteva un giocatore di quella qualità non esplodere in una grande squadra?
Beh, cosa posso dire di Messi, è un mostro, lo è sempre stato. La differenza è che ora che è nei suoi ultimi anni, ci si rende conto di quale privilegio sia stato vedere tutta la sua carriera. La verità è che si cerca di non confrontarlo con Diego e solo godere, ma entrambi essendo argentini, piede sinistro e con quella qualità, a volte si deve cercare di decidere quale era il migliore. In questo aspetto ognuno ha la propria opinione, l’unica cosa che posso dire è che con quello che Messi ha fatto quest’anno con l’Argentina, sta diventando sempre più difficile negare che potrebbe essere il migliore della storia. Speriamo che nella sua nuova tappa al PSG faccia bene e che riesca a fare grandi cose nella prossima Coppa del Mondo. Forse dopo la Coppa del Mondo potrò dirvi chi è stato il migliore tra i due!

Abbiamo detto di Messi, dobbiamo dire del Fidejo Di María, Icardi, El Flaco Menotti, El Loco Bielsa, tutti grandi nati a Rosario. Siete la capitale del calcio?
La verità è che quando si guardano i nomi, sembra che Rosario abbia qualcosa. Penso che la rivalità Central – Newells, e il modo in cui il calcio è vissuto in città, aiutino a far sì che questo accada. A volte sarebbe bello poter godere di questi campioni un po’ più a lungo in Argentina. Ho vissuto i casi di Di Maria e Lo Celso nel Centrale, e vedere giocare giocatori di quella qualità è incredibile. Ecco perché, come ho detto prima, a Rosario forse non c’è tanta gente come a Buenos Aires, ma il modo di vivere il calcio in città, per me non ha paragoni, è bellissimo.
Parlando di Bielsa – so che è un Leprosos (del Newell’s) – e può non piacerti. Ma in Europa è un genio visionario per alcuni e sopravvalutato per altri. Cosa pensa di lui la gente in Argentina?
Beh, come dici tu, Bielsa è un grande allenatore, purtroppo in Argentina ha fatto una pessima figura nella Coppa del Mondo nel 2002 e molti ormai lo ricordano per questo, ma è un ottimo allenatore. Penso che abbia qualcosa di più rispetto a tanti altri e lavori su aspetti come nessun altro, ma forse le sue richieste e il livello di dettagli possono essere un po’ stancanti per squadre e giocatori. Sarebbe bello vederlo in una delle squadre che sono candidate a vincere la Champions League, per vedere come si comporterebbe e che risultati potrebbe raggiungere con una grande squadra, con grandi giocatori.
Concludiamo con una domanda “ponte”. La Serie A ha sempre prelevato grandi giocatori dalla Primera Division. Ci sono dei prospetti che suggeriresti ai club italiani? Forse al Napoli stesso.
Sfortunatamente, a causa del fuso orario sto seguendo il calcio argentino un po’ meno di prima, ma c’è un ragazzo chiamato Julian Alvarez al River che sta avendo un anno molto buono. Poi al Central, ho visto diverse partite, e c’è un difensore Gaston Avila che mi sembra molto forte, molto sicuro in difesa, sa uscire con la palla da dietro ed ha anche il senso del gol, è molto completo. E quello che aspettiamo al Central è Francesco Lo Celso, il fratello di Gio, che ha appena iniziato… speriamo che diventi come suo fratello!
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