©️ “RADONJIC” – FOTO MOSCA

Finisce male, ma poteva finire anche peggio, la quarta partita stagionale della Salernitana. Dopo 8 giornate senza sconfitte, termina in malo modo l’imbattibilità della squadra di Paulo Sousa tra le mura domestiche.

Il Torino si impone con un netto 3-0 in terra campana e conquista il secondo successo consecutivo dopo quello ottenuto contro il Genoa. Per la Salernitana invece c’è da meditare, perché anche oggi si è vista una squadra che di convincente ha ben poco e di elementi che si salvano ancor meno. Sarà fondamentale recuperare Boulaye Dia e Lassana Coulibaly per ripartire, perché senza loro due i granata sembrano senz’anima. Il centrocampo è inconsistente, l’attacco inesistente, se non fosse per qualche lampo di Candreva e Cabral già fiaccati da oneri difensivi.

Il palo di Cabral sul finire del primo tempo aveva lasciato qualche speranza in consegna alla ripresa, ma al ritorno in campo la squadra di Sousa si scioglie dopo soli 5 minuti. Il 3-0 firmato da Radonjic, doppietta personale, è la mazzata che di fatto manda la Salernitana negli spogliatoi. E alla fine va anche bene che non sia arrivato il quarto, prima grazie al VAR e poi grazie allo stesso Radonjic, forse già sazio, che svirgola malamente a porta vuota.

C’è veramente ben poco da salvare dei quasi 100 minuti di questa sera. C’è veramente tanto, invece, da annotare nell’elenco delle cose che non hanno funzionato. Perché il Torino ha fatto quello che ha voluto, tanto in fase offensiva quanto in fase difensiva. In un’oretta scarsa, prima di inserire il risparmio energetico. Non ha mai sofferto quando la squadra di Sousa ha provato timidamente ad affacciarsi sulla trequarti avversaria; ha tagliato le maglie granata senza affanno alcuno. La speranza è che nel futuro della Salernitana ci sia altro, perché la squadra vista oggi faticherebbe a garantirsi un posto in Serie A.